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Elezioni Roma 2016

Tra poltrona e lotta. Sel riflette, Fassina va avanti: "Io alle primarie? No agli inviti di palazzo"

Ieri il candidato sindaco di Sinistra Italiana: "Le alleanze dipendono dai programmi e dall'autonomia del Pd in ogni territorio. A Roma però il Pd è quello del Nazareno, del tutto subalterno a Renzi"

Primarie sì, primarie no. E se sì, chi partecipa? Esiste ancora un centrosinistra? A Roma si voterà il 12 giugno, come annunciato il presidente del consiglio Renzi nella conferenza stampa di fine anno. Di nomi però a sinistra al momento non se ne fanno. Tutti gli indizzi portano a Roberto Giachetti e tutti si aspettano, nella prossima riunione del PD, l'endorsement di Renzi. C'è però un nodo enorme da sciogliere ed è quello di Sel. Il partito di Vendola a Roma governa in Regione Lazio, esprimendo il vice presidente della Regione. In molte città è asse portante delle maggioranze di centrosinistra. In Parlamento però la stessa Sel è all'opposizione ed è in prima linea contro il governo Renzi. A complicare il quadro la fuga in avanti di Stefano Fassina che, bruciando i tempi, si è candidato per primo a sindaco di Roma sotto la bandiera della nuova Sinistra Italiana, di cui Sel è azionista di maggioranza. 

A provare a mettere ordine ci ha provato Matteo Orfini che a Capodanno ha lanciato un appello a non rompere esperienze che funzionano, chiedendo di fatto a Sel di ripensarci e di partecipare alle primarie. Un appello, quello di Orfini, che se a livello nazionale è caduto nel vuoto (duro Fratoianni: "Alleanze? Il Pd è un avversario", ndr), a livello locale sta creando spaccature in Sinistra Ecologia e Libertà, tra chi spinge per mantenere in vita l'alleanza e chi invece chiede di puntare forte su Fassina.

La paura, neanche troppo nascosta,  è quella della debolezza di un cartello elettorale ancora non testato nelle urne. Una debolezza che potrebbe di fatto impedire l'ingresso in Campidoglio di consiglieri di Sel, la rielezione di esponenti vendoliani nei municipi (al momento governano in due municipi) e alla lunga indebolire anche lo stesso governo Zingaretti. Non appare quindi casuale la partecipazione di Andrea Catarci e Susi Fantino, esponenti Sel e presidenti rispettivamente del VII del VIII municipio, all'iniziativa "#perROMA. Le esperienze di governo di centrosinistra per il rilancio della capitale".

A smentire le spaccature è il segretario romano di Sel Paolo Cento: "C'è un dibattito su una scelta che abbiamo fatto che è quella di sostenere Fassina - spiega - Dentro questo dibattito c'è l'esigenza condivisibile di allargare il consenso popolare e il profilo di governo di questa candidatura e renderla più partecipata".

Dal canto suo il candidato sindaco Stefano Fassina guarda avanti e se da un lato annuncia un emendamento per abolire il pedaggio autostradale a Ponte di Nona, dall'altro mantiene la barra dritta e attacca dalle colonne de Il Manifesto: "Il centrosinistra nazionale si è rotto per il riposizionamento del Pd sugli interessi più forti del paese e per le scelte che ha fatto che impattano duramente sulle città: il taglio al trasporto pubblico, quello della Tasi per tutti".

Quindi sulle alleanze: "Dipendono dai programmi e dall'autonomia del Pd in ogni territorio. A Roma però il Pd è quello del Nazareno, del tutto subalterno a Renzi". Secondo l'ex sottosegretario all'Economia del governo Letta "anziché fare inviti di palazzo, il Pd faccia conoscere il suo programma. Nessuno ne sa ancora nulla. Noi proponiamo scelte di radicale discontinuità anche con il centrosinistra e con il troppo mitizzato 'modello Roma'. Faccio alcune proposte: un referendum sulle Olimpiadi per far scegliere ai cittadini se è meglio investire le risorse su Roma 2024 o sulla mobilità sostenibile, riqualificazione delle periferie. A Tor di Valle è inaccettabile la speculazione coperta dalla foglia di fico dello stadio. Che ne pensa il Pd? E sulla privatizzazione degli asili? Finché non si parla di queste cose non si parla di nulla: si fanno solo chiacchiere".

"Resto un sostenitore delle primarie - conclude Fassina - Ma nelle primarie si sceglie l'interprete migliore di un programma comune di una coalizione, non si sceglie fra programmi alternativi. Il nostro progetto è in radicale discontinuità con il passato".

In attesa di sciogliere il nodo, oggi in Campidoglio Sel organizza un flash mob per dire no alla svendita degli asilo nido comunali e al piano di privatizzazione contenuto nel documento unico di programmazione 2016–2018.
 

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