"Roma ladrona" è un antico ricordo. Lasciato alle spalle il passato secessionista, la Lega sbarca nella Capitale con tanto di sede romana. L'inaugurazione dei locali questa mattina a piazzale Flaminio. Sul tavolo, per tutta la conferenza stampa, in bella mostra, una ruspa giocattolo: "Me l'ha regalata una mamma a Tor Sapienza durante la mia visita al campo rom di via Salviati". 

Matteo Salvini è pronto a varcare confini impensabili qualche anno fa. Scherzava ieri dal palco di Giorgia Meloni rivolto alla platea: "L'avreste mai detto che sareste venuti qui voi, romani, ad applaudire me?". E invece, al Pincio, le acclamazioni non sono mancate. "Le liste di Lega e Noi con Salvini sono sostanzialmente pronte - annuncia - e la prossima settimana inizieremo la raccolta firme". 

Con lui, la capolista Irene Pivetti. Anche lei taglia il nastro che segna l'inizio dell'avventura romana. "La Lega è diventato un partito nazionale che da oggi ha scelto di puntare su uno scenario nuovo: Roma - dichiara alla stampa - questa sede, che apre oggi nel centro storico, immersa nella quotidianità di tutti i cittadini, non chiuderà più. Speriamo che diventi per i romani un punto d'ascolto e di incontro". 

Certo, il marchio doc rimane: "I finti rifugiati hanno rotto le palle. Quelli veri che sono il tre per cento vanno accolti in salotto e non negli stanzoni ma per gli altri c'è un biglietto di sola andata per casa loro". E ancora: "I romani sono generosi ma non fessi, non ne possono più di essere scippati o importunati".

Inevitabile le battute sul caos che spacca in queste ore Forza Italia. Le ultime notizie da palazzo Grazioli sembrano confermare Bertolaso, ma tutto è ancora possibile. "Le porte restano aperte" hanno già ripetuto ieri dal palco del Pincio sia Meloni che Salvini, ma una cosa è certa: "Noi andiamo avanti con Giorgia Meloni e con i romani che, secondo tutti i sondaggi, non pensano che Bertolaso possa mai diventare sindaco in questa vita mentre Giorgia Meloni sì".