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Elezioni Roma 2016

Marino delude i suoi ultras: "Scegliamone un altro, io non mi candido"

Feltrinelli sull'appia piena, cori da stadio e fischi all'indirizzo di Orfini ed Esposito. Il marziano però è un bluff: "Scegliete un uomo o una donna che non sia io per guidare la città"

Dopo cinque mesi di illusioni, promesse, retroscena, ipotesi, bluff Ignazio Marino ha detto no. Il Marziano ha deciso di non tornare in Campidoglio e neanche di riprovarci. L'annuncio, dopo tante chiacchiere, davanti ai suoi ultras più estremi certi del suo impegno, pronti per lui a strapparsi le vesti e farsi nemici in ogni dove, e rimasti delusi dal suo annuncio che ha svelato il grande bluff: non era politica, era marketing.

Parole come al solito mai chiare, mai dirette. Marino non dice "non mi candido", ma ci gira intorno con un concetto che suona decente, gradevole, ma che alla fine lo dipinge come il marziano che preferisce fuggire: "Vi chiedo di scegliere insieme a me un uomo o una donna, che non sia io, e che possa guidare la città di Roma, vincere le elezioni e continuare il cambiamento che io ho avviato". Traduzione: "Sceglietevene un altro, io non ci sto".

"Avevo deciso da tempo di parlare di questo argomento qui", ha aggiunto Marino. "Ho molto riflettuto e penso davvero che il candidato sindaco della Capitale debba avere delle caratteristiche che in questo momento nessuno ha, senza nessun offesa. In questa fase storica, in cui partiti hanno dato il peggio di loro, il candidato deve provenire dalla società civile. Deve essere uno che abbia una professione e decida spontaneamente di mettere anni della sua vita a disposizione di Roma".

L'ex sindaco era entrato accolto con un'ovazione da parte delle centinaia di cittadini accorsi ad ascoltarlo. Ma alla fine ha gelato l'intera sala quando ha detto che no, non sarà lui "a candidarsi alla guida della città" aggiungendo commosso: "So di dare un dispiacere a molti di voi". 

Marino, dunque, esce di scena. Lo fa deludendo il suo popolo che ci aveva creduto, attaccando giornalisti, sbeffeggiando e graffiando tutto e tutti anche davanti all'evidenza. Alla fine tutti fuori a capo chino e con poca voglia di sorridere e di parlare. E dire che tutto era iniziato in pieno clima da stadio, certi che Marino non li avrebbe delusi. Decine di cartelli con la richiesta di ricandidarsi. Cori da stadio. Fischi all'indirizzo di Orfini ed Esposito. Ed in sala i suoi fedelissimi a dargli sostegno, gli ex assessori Giovanni Caudo, Alessandra Cattoi, Luigi Nieri, Francesca Danese e la consigliera Imma Battaglia. Gli ingredienti per il grande annuncio, insomma, c'erano tutti. Invece Marino, riserva loro il contentino l'annuncio di volersi iscrivere all'associazione "Parte civile".

Silenzio all'uscita dalla Feltrinelli, ma non sui social. Sul gruppo "io sto con il sindaco Ignazio Marino" tanti i messaggi di delusione. Scrive Silvio: "Con la rinuncia di Marino, sostenuto fino ad oggi nonostante la cattiva compagnia che si era via, via aggregata, finisce il mio impegno in questo gruppo. Non mi interessa Nieri, il suo avvelenatore, l'improponibile Fassina, o un suo impegno a livello nazionale. I No triv, no Tav, no a tutto. Esco da questo gruppo di nostalgici iracondi, vetero comunisti ignoranti e rozzi, grillini mascherati, di un gruppetto costituitosi entità politica che due giorni fa insolentiva e chiedeva i documenti, a mo' di questurini a Renzo Rossellini, figlio di regista e partigiano comunista, fondatore di Città Futura, scampato ad incursioni fasciste. Pensa un po quanto siete di sinistra!". E Pier Luigi: "Mi ha profondamente deluso! Noi lo abbiamo sempre sostenuto. Contro tanti e contro tutti. Eravamo tanti? Eravamo pochi? Non importa , doveva continuare la sua e la nostra battaglia per una Roma migliore. Era ed è un problema di dignità e, soprattutto, di coerenza. Peccato" la mala politica ha vinto ancora una volta". 

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