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Elezioni Roma 2016

Marchini e Forza Italia, quindici mesi di corteggiamento per l'agognata alleanza

Quindici mesi per il matrimonio annunciato da tempo. E il candidato civico spiega così il suo libero dai partiti: "Forti e autonomi per permettersi ciò che il settarismo non consente alla Raggi: alleanze tra liberi per liberare Roma da tutti coloro che l'hanno ridotta così"

"Marchini era la prima scelta, ma un candidato della coalizione ha posto il veto". Così Forza Italia ha spiegato la scelta di abbandonare Bertolaso e di convergere sul candidato civico, da oggi un po' meno civico. Un lungo corteggiamento quello tra Marchini e il partito di Berlusconi, con le due parti a giocare due ruoli di volta in volta diversi, ora preda l'uno, ora l'altro. Alla fine è finita come da progetto iniziale dell'ex Cavaliere e del suo uomo su Roma Antonio Tajani. I due però non immaginavano il sangue lasciato per strada nel corso dei mesi. Sangue che ha ridotto oggi il partito ai minimi termini.

Un abbraccio datato gennaio 2015, quando Davide Bordoni in un'intervista a RomaToday investì proprio Marchini preferendolo alla Meloni, giudicata già allora troppo di destra. A maggio poi fu Tajani a benedire il bell'Alfio, per una svolta a destra che fece cadere gli ultimi consiglieri municipali dal cuore spezzato. Lui, l'imprenditore votato alla politica, ha sempre taciuto, sorridendo agli ammiccamenti di destra, dichiarando che "erano gli altri ad andare verso di lui e non viceversa". A novembre, durante la Prossima Roma di Rutelli, erano in tanti quelli pronti a scommettere sulla convergenza del centrosinistra su Marchini. 

Una scommessa persa. Renzi infatti lanciò Giachetti e lui, Alfio, da preda per il centrodestra, decise di trasfomarsi in cacciatore. E' il 6 febbraio quando Marchini da civico, decide di parlare ai moderati e di promettere una vittoria al primo turno. Ad ispirarlo i Cuori italiani di Andrea Augello, già deus ex machina di Alemanno, a caccia di una nuova casa dopo l'uscita da Ncd. Sembrava tutto pronto per il matrimonio, ma a fermare tutto ecco il veto di Meloni e Rampelli, quest'ultimo da sempre rivale del leader degli ex Capitani coraggiosi, diventati nel frattempo Cuori italiani. Così, il 12 febbraio, Meloni e Salvini in accordo con Berlusconi lanciano Bertolaso

Marchini, da moderato torna civico, libero dai partiti, ma il corteggiamento non finisce, anzi. L'ex capo della Protezione civile inizia ad inanellare una gaffe dietro l'altra, dai rom categoria vessata, alla simpatia per Rutelli a Giachetti, alla moglie che vota a sinistra. Salvini è il primo a scaricarlo e alla gazebarie in salsa leghista rispunta Marchini. Il leader del Carroccio lo appoggerebbe, ma c'è sempre il veto di Rampelli, c'è l'odio del leader dei Gabbiani per l'eterno nemico Augello. Così la Meloni pone ancora il veto e decide di candidarsi. 

Bertolaso resta solo, con una Forza Italia allo sbando. Un "dead man walking" con il trolley sul tram 5, in viaggio verso la sconosciuta Roma est. Un candidato per un mese sull'orlo dell'imminente ritiro, un city manager perfetto per tutti, ma un sindaco "che non sia mai". Una settimana fa l'accordo con la Meloni sembrava fatto e il centrodestra di nuovo unito. Toti e Romani i grandi registi, il cerchio magico dell'ex Cavaliere i distruttori. L'accordo dura un paio d'ore, il tempo di una telefonata e tutto salta. Si torna in bilico, con Bertolaso in corsa, ma sul punto di ritirarsi. Una settimana di voci, smentite, dichiarazioni. A chiudere il cerchio la nota di Forza Italia che torna al punto iniziale, a quel "Marchini candidato ideale, meglio della Meloni che è troppo di destra". 

Cosa accadrà? Il primo nodo da sciogliere è "come farà Marchini a raccontarsi come libero dai partiti?". La risposta arriva da una replica a Virginia Raggi: "La aiuto a capire il significato della parola "liberi dai partiti". Forti e autonomi per permettersi ciò che il suo settarismo inpolitico non le consente: alleanze tra liberi per liberare Roma da tutti coloro che l'hanno ridotta così e dal suo populismo che rischierebbe di farla sprofondare ancora più giù".

La seconda domanda è "quanto vale ora Marchini?". Nei prossimi giorni arriveranno dei sondaggi. Quel che è certo è che il candidato civico è dato come l'unico in grado di battere la Raggi al ballottaggioLe ultime rilevazioni danno Marchini tra il 12 e il 15%. Con i voti di Forza Italia qualcosa potrebbe cambiare.  Collocandosi nel campo moderato, raccoglie voti a destra, ma anche sinistra. A sostenerlo c'è quel che centro che è decisivo per la sopravvivenza del governo Renzi, senza del quale proprio il candidato di Renzi, Roberto Giachetti, rischia di non raggiungere il ballottaggio.

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