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Elezioni Roma 2016 Monte Mario

A Monte Mario Sel molla Barletta e il Pd: Roma Bene Comune al canto finale

Il vicepresidente Errani ha rassegnato le sue dimissioni. "Non motivi personali ma politici" ha spiegato. La replica del minisindaco: "Sono vicende nazionali che non riguardano il nostro territorio"

La frattura del centrosinistra capitolino verso le prossime elezioni non smette di agitare anche i municipi. Dopo il dibattito sulle primarie, ieri, un vero e proprio terremoto ha colpito il XIV: il vicepresidente, nonché assessore all'Ambiente, riqualificazione urbana e turismo, Ivan Errani ha formalizzato le sue dimissioni. Con lui, escono dalla maggioranza anche i tre consiglieri: il capogruppo Fabrizio Modoni, Silvia Ascani ed Elisabetta Papini. 

ROTTURA NEL XIV - “Non motivi personali, ma strettamente politici di coerenza con il percorso che il partito al quale appartengo ha deciso di intraprendere” ha spiegato Errani sulla sua pagina Facebook. “E' una scelta dettata da vicende nazionali che nulla hanno a che vedere con l’amministrazione del nostro territorio” ribatte il presidente Valerio Barletta che rilancia: “Non smetterò di lottare, nell’interesse dei cittadini, affinché in occasione delle prossime consultazioni si presenti, con rinnovato entusiasmo, una coalizione di centrosinistra capace di opporsi alla destra e al populismo a 5 stelle”. Una prospettiva che, per ora, non c'è.

Una situazione non proprio comoda per Barletta. Nel 2013, al primo turno, il minisindaco conquistò la presidenza con il 40,20 per cento dei voti, 31.684 in totale, contro il 32,87 per cento del candidato di centrodestra, Alfredo Milioni, che prese 24.678 voti. Una vittoria netta alla quale però contribuirono in maniera determinante Sel e la lista Marino che presero rispettivamente 4.658 voti (il 6,98 per cento) e 4.880 voti (7,31 per cento). Oltre nove mila voti. Oggi anche per il centrodestra il quadro è molto più frammentato e molto dipenderà dalla decisione dell'ex sindaco Marino di ricandidarsi o meno 'contro il Pd'. Così, per Barletta la partita è tutt'altro che scontata.   

IL QUADRO - La campagna elettorale sta entrando nel vivo. Domenica ci saranno le primarie del centrosinistra e, nonostante gli appelli del favorito Giachetti, Sel è rimasta fuori, e a sinistra, dalla competizione a differenza di quanto avvenne nel 2013. L'anomalia dei municipi, rispetto alla situazione più generale, ha iniziato a stare stretta tra le fila di Si-Sel. La domanda corre da tempo nei circoli e tra gli esponenti di Sel, almeno fin da quando, nel luglio scorso, il terzo e ultimo rimpasto di giunta per Marino aveva lasciato Sel fuori dalla maggioranza. Allora si era optato per privilegiare l'autonomia dei municipi e continuare quindi con una sorta di alleanza amministrativa nei territori.

Oggi, invece, la situazione è sempre più precaria. Dentro Sel c'è una parte consistente che sta mal digerendo la candidatura di Fassina, e chi invece, vicino al deputato ex Pd, vede nella rottura delle alleanze con i democratici nei municipi un segnale politico importante da dare agli elettori. La decisione di Errani, potrebbe quindi essere imitata anche in altri municipi ma non rappresenta una linea comune ed è quindi difficile che avverrà in maniera compatta in tutti i territori. Non solo. Non è escluso che in alcuni municipi, Sel formerà liste in appoggio ai presidenti del Pd. 

LE DIMISSIONI DI ERRANITra i motivi che hanno spinto Errani ad andarsene, l'esponente di Sel cita “la caduta di Marino”, i “consessi illegali tra malavita e politica istituzionale”, la solitudine “nella quale gli amministratori di Municipio sono stati lasciati a gestire i conflitti e le contraddizioni di porzioni di territorio”. Continua: “Potare gli alberi di una strada, tappare una buca, riparare una fontanella, rispettare i tempi di consegna di un lavoro devono essere, anche nella disastrata situazione romana, una base di partenza e non un traguardo, altrimenti non c’è bravo amministratore che tenga siamo e saremo tutti solo bravi contabili o peggio ancora saggi amministratori di condomini di 200.000 abitanti” ha continuato nel suo post su Facebook nel quale ha ringraziato anche il presidente Barletta. “Perché non te ne sei andato prima?, chiederà qualcuno. Avevamo un vincolo di mandato con tutte le persone che in noi hanno creduto e in noi hanno riposto le aspettative di cambiamento”.

BARLETTALa decisione di Errani non è piaciuta al presidente Barletta: “Tale scelta, dettata da vicende nazionali che nulla hanno a che vedere con l’amministrazione del nostro territorio, conclude inaspettatamente l'esperienza di Sel nella coalizione larga di centrosinistra che ha governato negli ultimi tre anni il Municipio XIV” scrive in una nota in cui rinfrazia Errani. “Ho creduto fin dall’inizio che dal patto stretto con tutti i cittadini, insieme, avremmo tratto la forza per ridare dignità al nostro Municipio ed esprimere un modello di buona amministrazione” ha spiegato. “Nei mesi che rimangono continuerò a farmi carico delle istanze di quei cittadini che hanno riposto fiducia nella nostra amministrazione e che oggi, a seguito della scelta di Sinistra Italiana, vedono venir meno la loro rappresentanza nel governo del Municipio” conclude il minisindaco. 

IL COMMENTO – Massimo Cervellini, senatore di Sinistra Italiana – Sel, definisce la decisione di Errani un “atto di coraggio che auspico possa aprire una seria riflessione rispetto ad una fase politica complessa”. Continua: “Occorre una forte discontinuità rispetto alle politiche e alle pratiche dell’ultima stagione del centro-sinistra”. Per il senatore “l’esperienza recente di tanti eccellenti amministratori, spesso lasciati soli nella gestione di territori complessi, senza poteri né risorse, non può essere dispersa”.

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