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Elezioni Roma 2016

Elezioni municipio I: intervista alla candidata consigliera Daniela Spinaci

Daniela Spinaci, in corsa per un posto nel consiglio del I municipio, risponde alle domande di Romatoday

Classe '63, nata e cresciuta e San Saba, lavoratrice a Prati, si candida per il "suo" centro, perché "torni ad essere anche dei romani, oramai afflitti da orde di pullman, di NCC, di turisti mordi e fuggi gestiti da accompagnatori senza scrupoli e dai negozi di chincaglierie nonché da bancarelle abusive che vendono oggetti di scarso pregio commerciale". Daniela Spinaci, in corsa per un posto nel consiglio del I municipio, risponde alle domande di Romatoday. 

Il I municipio è una città nella città, sulla quale gravano una serie di problemi enormi, indotti anche dalla forte presenza di turisti. E' ancora possibile pensare ad una città a misura di romani oppure c'è da rassegnarci ad una sorta di museo a cielo aperto fruibile solo da chi non è di Roma?

Assolutamente no. Io vorrei che il Centro Storico tornasse ad essere patrimonio anche dei romani. Le bellezze che la Capitale offre sono sì appannaggio universale ma dobbiamo tornare a pensare anche a chi questo territorio lo vive quotidianamente. Un processo già avviato dalla Presidente Alfonsi che deve essere ulteriormente potenziato e portato a termine nella prossima consiliatura. Pensare al Centro Storico di Roma solo come ad un museo a cielo aperto non può soddisfare i cittadini romani già molto provati dal traffico soffocante, dalla carenza di mezzi pubblici e dal vivere in una metropoli grande come Roma.


Restando in tema, a rappresentare plasticamente l'invasione che quotidianamente il I municipio subisce, ci sono i torpedoni, diventati parte dell'arredo della città. Come immagina di combattere il problema?

Questo sarà uno dei miei cavalli di battaglia. Perchè invadono in maniera esagerata e scomposta il territorio. Credo che siano uno dei maggiori crucci di chi vive nel I Municipio. Per questo ritengo che l'ingresso al Centro Storico e in tutto il territorio del 1° Municipio, dei pullmans turistici debba essere drasticamente vietato. I torpedoni, oltre a generare traffico e smog in un quadrante già fortemente sofferente, sono il viatico ad un turismo mordi e fuggi che poco porta alla nostra Città. Ribadisco pertanto la mia  assoluta contrarietà a consentire l’accesso e la sosta dei bus turistici nel Centro di Roma. Anche la proposta fatta dalla Giunta Marino di innalzare a 1.000 euro giornalieri la tariffa per la ZTL non sarebbe un deterrente sufficiente all'ingresso dei bus nel cuore della città. Gli stalli presenti vanno perciò eliminati e le aree per la sosta devono essere individuate fuori dal Centro, in prossimità delle stazioni ferroviarie. Sul punto il Comune di Roma dal canto suo dovrà senz'altro intensificare il servizio urbano di mini-bus. Su questo Roberto Giachetti e la Presidente Alfonsi mi sembrano già molto motivati. 

Il piano generale del traffico approvato dalla giunta Marino prevede la chiusura al traffico del centro storico. E' possibile immaginare un centro storico in cui le isole pedonali aumentino?


Il Centro non può essere completamente chiuso al traffico. Ne va della sopravvivenza dei residenti e delle attività commerciali ed artigiane. Immagino però un graduale aumento della presenza di isole pedonali che lo rendano più facilmente fruibile. Perché privare i romani di una passeggiata nel salotto buono della Città? Per far questo è necessario aumentare gli spazi dedicati ai pedoni. Penso alla pedonalizzazione possibile in piazza Sant'Agostino, alla possibilità di aumentare la larghezza dei marciapiedi in piazza della Cancelleria, a piazza Santi Apostoli e a piazza Campitelli. Queste sono le prime che mi vengono in mente, ma credo che ve ne siano molte altre di zone dove i romani preferirebbero avere maggiori spazi pedonali.


Centro storico e movida, Trastevere, Monti e Testaccio convivono con notti insonni. Come tutelare gli interessi dei cittadini e le esigenze dei locali e di chi li frequenta?


La movida, molto gradita da turisti e giovani, non può diventare un deterrente alla residenza per i romani. Con il lavoro del Prefetto Gabrielli si sono fatti passi importanti nella lotta ad ogni forma di eccesso: abusivismo incontrollato, smercio smodato di alcolici, bivacco. Attraverso questi temi passa la percezione di sicurezza dei cittadini. Illuminare meglio le strade, eliminare le sacche di degrado, contrastare i fenomeni di abusivismo, continuare l'emissione delle ordinanze anti-alcol mi sembrano le ricette migliori per la soluzione delle tematiche legate alla sicurezza. Estendere per esempio le ordinanze anti-alcol anche alle ore diurne in particolari zone, penso a Piazza Vittorio e Colle Oppio, potrebbe risultare un'idea vincente. Così come l'installazione di telecamere di videosorveglianza nei punti nevralgici della movida trasteverina potrebbe risultare essere un ottimo deterrente utile a prevenire. 


I municipio e commercio con l'invasione di fast food di ogni tipo, di kebabberie e di negozi di immigrati. Come tutelare le botteghe storiche che fanno parte della storia di Roma?


Su questo tema sono determinatissima ed in linea con quanto già fatto: vanno proibite nuove aperture di locali per la somministrazione e la ristorazione mentre vanno incentivate le aperture di artigiani e botteghe non-food. Questo si può fare prevedendo sgravi per le imposte comunali. Penso alle tariffe per l'OSP, a quelle per le insegne o a quelle per la raccolta dei rifiuti. Se non riusciamo a riportare nel centro Storico le botteghe degli artigiani, quelle piccole imprese familiari che da sempre hanno dato lustro al made in Italy ed all'operosità tipica dei romani, il rischio della perdita di una propria identità è molto elevato. E ciò non deve essere permesso.

La City è il risultato della fusione di zone tra loro diverse come l'ex I municipio e l'ex XVII. In questi anni più di una lamentela è arrivata da Prati e da Borgo, ignorate dall'amministrazione Alfonsi. Ha avvertito questa differenza di trattamento o si tratta di vuoti campanalismi?

Come sappiamo tutti il buon lavoro iniziato dalla presidente Alfonsi non è stato portato a termine per il cessare anticipato del mandato. Si tratta di un lungo lavoro di integrazione che, chiaramente, non poteva essere portato a termine nel giro di soli due anni. Sono sicura che nella prossima consiliatura saranno fatti passi da gigante in questa direzione anche alla luce di una visione e di un impegno globale ed unitario sull'intero territorio.
 
 

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