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Elezioni Roma 2016

Elezioni, Marino boicotta il Pd: "Non votiamo gli accoltellatori"

L'ex primo cittadino, sul suo sito ha spiegato i due impegni che pretende dai candidati. Il primo: "Mantenga la linea del rigore". Il secondo: "Una garanzia dal leader del partito contro il metodo-notaio"

"Non votiamo gli accoltellatori". Dopo l'attacco diretto a Giachetti e Renzi, Ignazio Marino non molla. E sulle elezioni romane pubblica un lungo commento sul suo sito spiegando i criteri che seguirà per votare alle prssime elezioni. Due in particolare "gli impegni che pretendo dai candidati": il primo impegno richiesto "è che si mantenga la linea di rigore amministrativo avviata dalla mia Giunta nei nostri 28 mesi di Governo", il secondo "che i candidati ottengano una garanzia scritta dai rispettivi leader che non verrà mai usato contro di essi il metodo-notaio, quello che determinò lo scorso ottobre la caduta della mia Giunta". Ignazio Marino traccia così un linea netta tra sè e il suo partito rivolgendosi, forse, ai suoi sostenitori che dopo le sue dimissioni avevano manifestato.  

Marino parte dal debito. "Il tema del rigore amministrativo da noi introdotto dopo anni di sprechi sarà cruciale per la mia scelta. Roma, al termine delle stagioni di Francesco Rutelli e Walter Veltroni, aveva accumulato un debito di oltre 22 miliardi di euro e Gianni Alemanno, dopo cinque anni, ci lasciò una città con ulteriori debiti per 816 milioni di euro". Poi continua: "Noi abbiamo avviato la strada della trasparenza e del risanamento e non abbiamo creato ulteriore debito per gli italiani".

Il secondo impegno, scrive l'ex primo cittadino, "chiama in causa la nostra Democrazia". Per Marino, 23 anni dopo la riforma per l'elezione diretta del sindaco "il Partito democratico, nell’ottobre 2015, è ritornato con gli eletti della lista “Marchini” e alcuni eletti della destra nelle stanze chiuse invece che nell’aperto dell’aula del consiglio comunale, per fare o disfare giunte". Il dito è puntato su volti, nomi e cognomi che Marino non ha mancato di pubblicare in una fotografia di support all'articolo. Per questo, conclude, "non potrò votare per un candidato sindaco che non sia in grado di esibire nei prossimi giorni, prima delle elezioni, una lettera scritta dal segretario nazionale del suo partito o dal leader del suo movimento con la quale essi si impegnino a sostenere il proprio sindaco fino alla scadenza del mandato e provvederanno all’espulsione dei consiglieri che chiudendosi in una stanza di un notaio o altra istituzione possano tentare nuovamente di violare il principio della legge del 1992 che volle legare direttamente gli elettori al sindaco eletto".

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