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Elezioni Roma 2016

Giorgia Meloni parte dal Pincio: "Con me sindaco a Roma tornerà la legalità"

La candidata di Fratelli d'Italia apre la campagna elettorale, con Matteo Salvini, ma senza Silvio Berlusconi: "Le porte restano aperte, noi andiamo avanti. Ma niente apparentamenti al ballottaggio"

Cori da stadio per "mamma Giorgia" al suo ingresso sul palco, bandiere italiane che sventolano al tramonto, l'inno di Mameli in chiusura con fumogeni tricolore. Volti noti della destra romana, da donna Assunta Almirante a Isabella Rauti, i vertici di Fratelli d'Italia, da Ignazio La Russa a Fabio Rampelli, consiglieri municipali del partito pronti a spingerla sui territori. E ovviamente Matteo Salvini, che la introduce insieme a Rita Dalla Chiesa, fischiata dalla piazza per qualche parola di troppo sui diritti gay. (IL VIDEO)

Giorgia Meloni apre la campagna elettorale dalla terrazza del Pincio. Niente comizi a questo giro, meglio un'intervista, comodamente seduta in poltrona con il giornalista Antonello Piroso. "Nella mia condizione vorrei evitare di urlare come un'aquila per un'ora", ma promette scintille a fine corsa: "Ci rivedremo prima del voto". 

Scontata la prima domanda sul grande assente. Convergenza sì, convergenza no, Bertolaso sì, Bertolaso no. Il nodo Berlusconi è ancora da sciogliere. Che ne è stato dell'abbraccio a tre sul palco di Bologna? "Le porte restano aperte, ma noi andiamo avanti e facciamo la nostra campagna elettorale". Soli, con la Lega, per il momento. Ma, puntualizza, "squadra che vince non si cambia, niente apparantementi al ballottaggio, chi deve scegliere lo faccia adesso". Idem per Salvini, che rinnovando l'appoggio alla leader di FdI - "ce la metterò tutto perché Giorgia diventi sindaco" - taglia corto: "Da oggi basta beghe, solo Roma, per Berlusconi le porte sono aperte, di cosa farà Bertolaso però non ci interessa".

Poi tocca a Roma. Legalità a trecentosessanta gradi, sicurezza, decoro, Roma ai romani, e "allo straniero" braccia aperte sì, ma nei limiti. "Questa città è stata fin troppo accogliente, qui ci sono delle regole da rispettare, e non possono valere solo per i residenti". Il riferimento è ai tifosi vandali del Feyenoord che devastarono la Barcaccia, o alle bombe carta lanciate dai turchi del Galatasaray a piazza del Popolo, ma anche agli occupanti in emergenza abitativa, e agli immigrati, richiedenti asilo, rifugiati politici, poco importa: il discorso vale per "chiunque non rispetti le regole di questa città".  

E allora "realtà come quelle di via Curtatone (palazzo occupato da tre anni in zona Termini, ndr) non devono esistere, è folle che il Comune non gli abbia ancora staccato le utenze, che ancora non sia stato sgomberato". Stessa linea sui campi rom, da lei stessa definiti "baraccopoli che Roma non può tollerare". La soluzione? "Chiuderli". E gli abitanti? "Se sei nomade ti mettiamo in delle piazzole di sosta temporanee, stai sei mesi e poi, da nomade, te ne vai. Se invece sei stanziale e non hai soldi per pagare una casa, ti metti in fila per un alloggio popolare, come tutti gli altri romani". 

Da fermare anche il fenomeno dell'accattonaggio. "Se mandi i tuoi figli a chiedere l'elemosina, se sei romano, ti viene tolta la patria potestà, così deve valere per tutti". E per gli adulti devi essere un accattone "vero", "se sei effettivamente povero e non hai da mangiare, allora ti diamo pasti e un tetto, ci occupiamo di te, ma sei fai finta di fare l'accattone e sei uno dei tanti "artista di strada" allora non lo puoi fare".

Da futura mamma Meloni non manca di toccare il tema asili nido. "Voglio ripartire con una città che sia amica delle mamme, dobbiamo potenziare la rete di nidi, vorrei affiancarvi quelli che chiamano asili nido familiari, dando incentivi fino a 400 euro alle madri che scelgono di ospitare bambini a casa, è un modo per azzerare le liste d'attesa e aiutare chi decide di passare a casa con i figli i primi anni". E ancora su scuola e bambini, "quando sarò sindaco non vedremo più volantini che spiegano a piccoli di 5 anni cos'è l'utero in affitto, mi è capitato di vedere cose simili nelle scuole, è incivile, al di là di come uno la pensa". 

Poi qualche parola sulla rete di corruzione e rapporti clientelari che da anni tiene in scacco la macchina amministrativa capitolina. "Per me non è un tema di campagna elettorale, l'onestà dovrebbe essere una base scontata, chi è corrotto deve stare lontano dalla politica. E non accetto su questo lezioni di onestà da nessuno, nè dai Cinque Stelle che non si sono mai messi alla prova, nè dai democratici". D'altronde, prosegue, "Mafia Capitale è andata avanti grazie al sistema delle cooperative inventato dalla sinistra italiana, parlare con Buzzi era come parlare con il Pd". Certo anche Alemanno, difficile negarlo, ha fatto la sua parte. "Ci sarà una totale discontinuità con quella esperienza, rispetto a quella incapacità di rompere gli schemi di potere del passato. Il fatto che Alemanno appoggi un altro candidato mi pare già un elemento di discontinuità". 

Giorgia Meloni al Pincio

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