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Elezioni Roma 2016

Giachetti, lo spot virale e l'idea copiata al consigliere pugliese Minervini

Un successo con migliaia di visualizzazioni e condivisioni. Non mancano però le polemiche. La società che cura la campagna di Giachetti si difende

"Roberto Giachetti, ti ringrazio per l'omaggio, ma forse era meglio scriverla la lettera d'amore per la città. ‪#‎fassinasindaco‬". Guglielmo Minervini, ex assessore regionale in Puglia, la butta sull'ironia. Nel mondo della comunicazione è l'argomento del giorno. Lo spot elettorale di Giachetti, oltre ad essere un successo virale da migliaia di visualizzazioni, è anche copiato. Nel 2014 la stessa idea, lo stesso format aveva caratterizzato il filmato di chiusura di campagna elettorale di Guglielmo Minervini per le primarie pugliesi. 

"L'idea fu di Alessandro Balena", racconta a RomaToday uno dei responsabili di quella contesa elettorale che vide poi primeggiare Emiliano. "Eravamo a Bari vecchia per registrare lo spot finale. Eravamo stanchi e dopo molti "ciak" a vuoto decidemmo di andare in Salento per un comizio. Di ritorno verso Bari il lampo di genio di Balena che montò i fuori onda e tirò fuori questo video che ottenne una propagazione incredibile". Un video spontaneo, nel vero senso della parola, frutto di un'intuizione successiva alle riprese e non scritto a tavolino. 

Il contrario dello spot di Giachetti. A rivelarne la genesi sono gli stessi ideatori. La società pugliese Proforma che segue la campagna del vice presidente della Camera, piccata per le polemiche, con un lungo post su facebook ha voluto spiegare l'idea. "Esiste una grande differenza tra lo spot di Minervini e quello di Giachetti. Lo spot di Minervini nasce con l'intento di fare un classico spot elettorale, con un normale monologo del candidato. Ma poi gli autori (bravi, complimenti a loro!) e il candidato, si rendono conto che il "sermone" non avrebbe funzionato e puntano sul collage di take sbagliati. Lo spot di Giachetti invece, già in partenza ha l'obiettivo di dissacrare gli stereotipi dello spot elettorale classico. Ed è, infatti, infarcito, già in scrittura, di "luoghi comuni”: c'è il gruppetto dei ragazzi gggiovani e sorridenti (compreso il ragazzo nero, per essere politicamente corretti), c'è il lento carrello in avvicinamento, c'è l’inquadratura dal basso, c'è la scenografia evocativa, c'è il candidato che legge il gobbo, c'è il gesto ammiccante dell’indice puntato verso la macchina da presa, ci sono le metafore trite e ritrite, il cambiamento, l’amore… Insomma, si parte da brief (scusate la parolaccia) e da intenti opposti, e si arriva a risultati che (a noi) paiono molto diversi".

Nel post Proforma rivendica il successo dello spot "250.000 visualizzazioni in poche ore" e ne attribuisce il merito a Giachetti: "Funziona (secondo noi) perché il protagonista è Giachetti, perché Giachetti è davvero come lo spot racconta". La chiusura è affidata ad una frase: "In comunicazione, essere originali è un optional, essere efficaci un dovere". 

Lo spot è in effetti un successo, si fa guardare, genera empatia nei confronti del protagonista e si fa condividere. Va fatta però anche una lettura diversa. Si tratta, come confermato a RomaToday da diversi esperti, di una tipologia di video tipica di un candidato che deve inseguire. Un video "carta della disperazione" di solito da lanciare quando non c'è molto da perdere. A giudicare dal risultato su facebook dello spot però il candidato del centrosinistra puo' nutrire ancora qualche speranza. 

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