rotate-mobile
Elezioni Roma 2016

Confronto Sky, per il pubblico vince la Raggi. Ecco tema per tema chi ha convinto di più

Un'ora e mezza di dibattito condotto dal giornalista Gianluca Semprini. La candidata a Cinque Stelle incassa il 43 per cento del gradimento espresso dal pubblico

Postazioni all'americana, botta e risposta scanditi dal countdown, domande incrociate tra i candidati, appelli finali. E a questo giro nessuna sedia vuota. Fassina, Giachetti, Marchini, Meloni e Raggi si confrontano, per la prima volta a cinque, negli studi di Sky Tg24. Un'ora e mezza di dibattito, condotto dal giornalista Gianluca Semprini, con pillole di programma per risollevare Roma e attacchi ridotti al minimo, come da regole del format, ma per lo più diretti da e contro la candidata pentastellata. Un Raggi contro tutti e un tutti contro Raggi, con la grillina che attacca la malapolitica dei partiti a ogni intervento come un mantra. Alla fine è lei a incassare il 43 per cento dei consensi del pubblico, invitato dall'emittente a esprimere una preferenza, seguita da Giachetti al 20, Meloni al 19, Marchini al 13, Fassina al 5. Di seguito, uno per uno, i temi affrontati durante il confronto, le risposte dei candidati e gli interventi, a nostro giudizio, più convincenti. 

BUCHE - Si rompe il ghiacchio con un grande classico di questa campagna elettorale: l'asfalto colabrodo. Che percentuale del bilancio utilizzeranno i candidati per risanare le strade di Roma? Dai 500milioni di euro totali di Giorgia Meloni ai 150, 100 annui di Giachetti e Fassina, le cifre si somigliano. Il candidato dem lancia il piano "06zerobuche", un pronto intervento che in 24 ore interviene sui dissesti in base alle segnalazioni dei cittadini. Fassina pensa a fidejussioni per le imprese "che non fanno bene il loro lavoro". Marchini va oltre e propone di trattenere i soldi alle ditte fino allo svolgimento finale degli interventi. Raggi punta tutto sulle gare pubbliche, "da rifare", e sul rispetto delle regole. E' la migliore in campo, unica a ricordare "il giro di mazzette tra ditte e funzionari per aggirare i controlli". 

DEBITO - Passiamo poi al bilancio, e a quei 13 miliardi di debito che pesano sulle casse della città. Come gestirlo e come allentare le maglie della tassazione. Tutti d'accordo sulla necessità di rinegoziare i tassi di mutuo. Giachetti, con le risorse recuperate, "200milioni di euro" spera "di destinarne parte all'abbassamento dell'Irpef, parte al sociale". Fassina punterebbe a rifinanziare i nidi stabilizzando le precarie. Marchini cita la legge 66 del 2014, applicata dalle regioni, per abbassare i tassi al 2 percento tramite l'emissione di titoli di Stato, manovra che consentirebbe "di far scendere subito l'Irpef dello 0,2 per cento". 

Raggi concorda sulla rinegoziazione, ma non promette niente: "Abbassare le tasse? Meschino dirlo in campagna elettorale, è un obiettivo". Meloni conclude il giro: "Dire ai romani che abbasseremo le tasse tout court è scorretto, possiamo dire che opereremo una rimodulazione". Risposta più convincente quella dell'avvocata M5S, che spingerebbe sì per ridurre il tasso del debito, ma con a monte un'operazione trasparenza: "Il commissario Scozzese parlò di un 44 per cento di debiti sconosciuti, la prima cosa da fare è un audit. I partiti dal 2008 non si sono ancora occupati di sapere a chi i romani pagano 200 milioni di euro ogni anno".

SICUREZZA - Dal debito alla sicurezza. Come promettere una città sicura con i poteri, limitati, di un sindaco? Marchini propone di mantenere sul territorio i militari utilizzati per il Giubileo: "Ho stalkerizzato Alfano, penso cederà". Raggi da sindaco alzererebbe la voce nei tavoli con le forze preposte, specie in Prefettura, un pressing per rimodulare i 24mila uomini delle forze dell'ordine "che a Roma non mancano". Giachetti cita il piano del sindaco parigino Hidalgo: "Mille telecamere in più, e incentivi per rimettere in funzione quelle dei privati". Simile le soluzioni avanzate da Meloni che, sul tema, vince la partita: "Dobbiamo lavorare a una migliore distribuzione delle forze di polizia, dopodiché sono d'accordo con le infrastrutture, prima di tutto impianti di illuminazione, abbiamo un piano per l'installazione di telecamere nei quartieri più a rischio". 

FEMMINICIDIO - Uno spazio viene dedicato alla tragedia di Sara, la 22enne bruciata viva dall'ex fidanzato in via della Magliana sabato notte. Si parla di chi non l'ha soccorsa, nonostante le richieste di aiuto. Cosa avrebbero fatto i candidati? Marchini, senza se e senza: "Mi sarei fermato", e rivolto ai due che hanno tirato dritto: "Avete perso empatia con voi stessi, questa è disumanità". Raggi, "da donna", ci va coi piedi di piombo: "Posso capire la paura, ma bisogna chiamare le forze dell'ordine, dobbiamo tornare a essere una comunità". Meloni: "Bisognerebbe trovarcisi, non sono il tipo che riesce a girarsi dall'altra parte, non c'è paura che possa superare l'umanità". Si allinea Fassina: "Fare gli eroi è facile, non lo so se mi sarei fermato, avrei certamente telefonato, mi preoccupa che non sia avvenuto". Ma la risposta migliore la dà Giachetti, sincero e lontano dagli slogan. Anche per lui "bisogna trovarcisi" e "deve farci riflettere che nessuno abbia chiamato le forze dell'ordine", ma certo "non possiamo scaricare la colpa su chi non si è fermato. Io non so se lo avrei fatto". 

OLIMPIADI - Giochi olimpici 2024, sì o no. Raggi conferma la posizione già ampiamente ribadita: "Roma deve pensare all'ordinario". Fassina è d'accordo con la candidata a Cinque Stelle: "Prima vorremmo mettere apposto, esempio, la Roma Lido". Assolutamente favorevole Giachetti, che ricorda i cento campetti attrezzati promessi da Malagò in altrettanti parchi della città. Per il sì anche Marchini, che attacca Raggi: "Non si può mettere sullo stesso piano l'ordinario con lo straordinario, è come avere una casa da ristrutturare e aspettando i lavori non effettuare le pulizie". Stringente e chiara la risposta di Meloni, che non rinuncerebbe "alla grandezza della Capitale d'Italia", ma con interventi a basso impatto, recuperando strutture già esistenti. Ci convince più degli altri. 

REDDITO, IMMOBILI E SPESE ELETTORALI - Quanto hanno speso i candidati per la campagna elettorale e a quanto ammonta il loro reddito? Meloni porta a casa 98mila euro lordi l'anno, è proprietaria di un immobile di 48 metri quadri e di un'auto, "una Mini". Non si pronuncia sulle cifre spese per la campagna: "Ancora non abbiamo quantificato". Giachetti: 135mila euro, una casa di 80 metri quadri a Roma e due casaletti a Subiaco, una moto, 150mila euro raccolti sul sito con donazioni mentre il resto "è finanziato dal Partito Democratico". Marchini si attesta su altri numeri: un milione di euro l'anno il reddito ma nessun immobile. "Li ho ceduti tutti ai miei figli, onde evitare conflitti di interesse". Per la spesa elettorale stiamo sui 600mila euro, "quasi tutti autofinanziati".

Raggi: 20-25mila euro di reddito, la macchina "del marito", "un quarto della casa di mio padre" e 70mila euro arrivati da microdonazioni dei cittadini, perché "non vogliamo lobbisti alle spalle". Chiude Fassina dichiarando 95mila euro lordi, una casa di 90 metri quadri, "al cinquanta per cento divisa con mia moglie", e 50mila euro raccolti per le spese elettorali. Vince il confronto sul tema per la stoccata ai candidati: "Dite la verità, state spendendo milioni di euro pubblicità". Meloni si gioca la replica, ma aggira il punto: "Stiamo molto calmi con le parole, rendiconteremo tutto, siamo persone di grande trasparenza". 

DOMANDE INCROCIATE - Non solo botta e risposta con il conduttore. I candidati vengono chiamati a un confronto uno a uno, con sorteggio delle coppie. Fassina a Giachetti ricorda il Marino "defenestrato" dal notaio a due anni e mezzo dall'inizio della consiliatura: "Quali garanzie dà ai cittadini che con il Pd non accadrà la stessa cosa?". In un minuto e trenta secondi la risposta del candidato dem: "Ricordo a Fassina che sono loro i primi ad aver chiesto le dimissioni di Marino". Ciò detto, "non accadrà perché io rappresento una politica che ha rotto col passato, le nostre liste sono pulite, le abbiamo date all'antimafia in anticipo. Ci sono tutte le garanzie". 

Meloni a Fassina: "Perché votare te e non gli altri esponenti che comunque hanno, o hanno avuto, a che fare con la sinistra?" Risposta: "Noi abbiamo un altro programma, rappresentiamo una discontinuità radicale con la sinistra Pd". Giachetti a Marchini: "Lei non era libero dai partiti?". La replica è nota: "Credo sia importante che persone come Silvio Berlusconi abbiano aderito al nostro progetto civico, è stata una scelta coraggiosa e generosa. Siamo noi l'elemento aggregante, non il contrario".

Tra Marchini e Raggi lo scambio più animato. L'imprenditore incalza sulle vicende giudiziarie che hanno toccato esponenti di governo locale a Cinque Stelle nelle ultime settimane: "Cosa sta succedendo?". "Dove abbiamo amministrato abbiamo sanato i bilanci, istituito il reddito di cittadinanza, voi avete avuto vent'anni e non l'avete fatto". Poi l'attacco: "Lei in commissione non è mai stato visto". Risposta: "non buttarla in caciara". Entrambi tirano fuori estratti delle sedute, ma i numeri non combaciano. 

Chiude Raggi a Meloni: "Perché non si è tagliata lo stipendio da parlamentare e soprattutto perché non si è dimessa? La poltrona da deputata le serve come paracadute?" Sui tagli la candidata di Fratelli d'Italia risponde secca: "Un sindaco guadagna molto meno, se sarò eletta la riduzione dello stipendio avverrà in automatico". E comunque, ricorda, "cinque parlamentari della repubblica sono venuti a commissionare lei". 

TRAFFICO - Ma torniamo ai problemi di Roma. Cosa faranno gli aspiranti sindaci per migliorare la mobilità? Fassina punta a un "piano strategico che dimezza il numero delle auto in cinque anni", chiude l'anello ferroviario, completa le linee metropolitane. Il tutto "con più corsie preferenziali, tram e ciclabili". Marchini pensa a "semafori intelligenti e sensori sotto l'asfalto, più tram e stop all'evasione dei biglietti nelle metro alzando i tornelli". Oltre a "nuovi autobus e vagoni con aria condizionata". Per la candidata pentastellata bisogna "tornare alla mobilità pubblica che a Roma è inesistente". Tradotto: "Più bus, taglio agli sprechi in Atac, recupero dell'evasione con i controllori, car sharing e piste ciclabili". La migliore risposta, anche per l'attenzione ai servizi di mobilità condivisa. D'accordo anche Meloni sul recupero sprechi e su "abbattimento dell'evasione ma con il bigliettaio sui mezzi". Giachetti invece punta su "investimenti in Atac per l'acquisto di 150 bus nuovi, 70 bus a idrogeno, un accordo tra Regione e Governo sulla Roma Lido, metropolitane, e politica del ferro".

RIFIUTI - Arriviamo ai rifiuti, altro nodo "scottante". Niente raccolta differenziata per Marchini finché la città non si dota degli impianti per lavorare l'immondizia, altrimenti "ci carichiamo solo i costi, e a guadagnarci sono i privati". Per Raggi "bisogna chiudere il ciclo dei rifiuti" con Ama che diventa "proprietaria dell'intera filiera" e "isole ecologiche in ogni municipio". Solo così, "si può abbattere la Tari". Anche qui non manca la stoccata: "Fino a oggi nessuno ha avuto il coraggio di farlo". Puntuale e concreta, sul tema batte gli avversari.

Meloni punta tutto sulla differenziazione dei rifiuti -"in cinque anni al 75 per cento" - ma realizzando in parallelo quattro ecodistretti per abbattare i costi. Giachetti pensa alla "divisione del territorio in 360 zone per aumentare la prossimità dei servizi e il controllo da parte dei cittadini" e alla bonifica dell'area di Malagrotta, che comunque ricorda (a Raggi), "abbiamo chiuso noi". E proprio su Malagrotta, termina il giro Fassina: "Ho fatto un'interrogazione al ministro dell'Ambiente e la risposta su una possibile riapertura è stata ambigua". La differenziata "va portata avanti" ma gli ecodistretti devono essere tali, "non come Rocca Cencia". 

CURRICULUM - Operazione trasparenza sul curriculum dei candidati. Perché Raggi non ha inserito il tirocinio presso lo studio Previti? "Non usa metterlo nel cv, a meno che non si sia rimasti lì a lavorare". Marchini ribadisce di aver ceduto tutte le attività che potevano dare luogo a un conflitto di interessi con la carica di sindaco. Fassina non si è candidato per vendicarsi di Renzi ma "per dare una svolta a questa amministrazione". Meloni, parlamentare e giornalista in aspettativa al Secolo d'Italia, prenderà doppia pensione? "Ho rinunciato ai contributi per avere quella da giornalista". Continuerà l'impegno per Roma da consigliera, assicura, così come Giachetti, vice presidente della Camera. Se sarà capace di dire no a Renzi? "L'ho già fatto con l'invito al voto per l'ultimo referendum". E si aggiudica la risposta migliore

ASSENTEISMO - Un dipendente pubblico su quattro ogni giorno resta a casa: c’è un problema di assenteismo? Motivare i lavoratori è nelle intenzioni di tutti i candidati. Meloni innalzerebbe la quota fissa del salario, rimodulando in base al merito la parte variabile. Formazione e meritocrazia gli ingredienti della ricetta anche per il candidato dem Giachetti: "Sfida per il rilancio della città, indicherò una strada, chi viene dietro al progetto avrà la valorizzazione che merita". Ridefinire sia il fisso che il variabile è prioritario anche per Fassina. Marchini darebbe a ogni dipendente "una funzione specifica e chiara", con un salario stabilito "assolutamente dignitoso" e un accessorio rimodulato "in base al livello di soddisfazione dei cittadini". Chiude Raggi ammonendo i presenti: "Il salario accessorio è aumentato a dismisura per oò mancato rinnovo dei contratti collettivi nazionali. Ci siamo battuti per questo, ma i partiti hanno sempre votato contro". Il problema è a monte, la grillina lo ricorda e ci convince.  

CAMPI ROM -
Quali soluzioni per le baraccopoli in periferia? Tutte le chiuderanno perché, lo ricorda Giachetti, "dobbiamo fare quello che dice l'Europa". Niente politiche della ruspa per il candidato dem che unirà approccio legalitario ad assistenza sociale. Per tutti chi può permetterselo troverà casa con risorse proprie, chi ne ha bisogno verrà assistito come gli altri cittadini in condizione di fragilità. Meloni ritorna sulle piazzole di sosta temporanee "per nomadi", Raggi partirebbe con un censimento socio-sanitario e patrimoniale, sempre sull'onda del "chi ha i soldi provvede alla propria assistenza". Fassina punta sull'integrazione scolastica, lavorativa, abitativa ed è l'unico a fornire tempi, realistici, di intervento: "In tre anni chiudiamo i campi e troviamo soluzioni alternative con le stesse risorse che li hanno tenuti in vita". Soluzione vincente. Nessun accenno a tempi e modalità operative per Marchini: "Dobbiamo ripristinare la legalità il prima possibile".  

LISTE PULITE - Ultima domanda sui candidati "impresentabili". Quali garanzie sulla correttezza delle persone inserite in lista? Marchini non mette la mano sul fuoco, ma ricorda "codice etico e carta dei valori" sottoscritti dai candidati. Poi attacca Raggi: "Ormai o si è dei Cinque Stelle o si è delinquenti". La grillina non ha dubbi sull'onestà dei nomi in lista, forte dell'obbligatorietà per tutti di presentazione del casellario giudiziario. Anche Meloni ribadisce i criteri rigidi di selezione dei candidati, con tanto di "corsi di formazione per capire dove si annidano i rischi di corruzione". E poi, ricorda, "il nostro capogruppo, in un'intercettazione di Mafia Capitale, veniva definito incorruttibile". Giachetti ritorna col mantra delle liste pulite e consegnate all'Antimafia in anticipo rispetto alle richieste. Fassina chiude, frena Raggi e smonta secco il cavallo di battaglia della grillina: "Quella del casellario giudiziario non è un vanto, ci penserebbe comunque l'Antimafia". Metterebbe la mano sul fuoco circa l'onestà dei nomi in lista. "I nostri candidati non sono solo persone pulite, c'è chi combatte in prima linea la criminalità organizzata, penso ad Dario Vassallo, fratello del 'sindaco pescatore' ucciso a Pollica". E' il vincitore del match finale. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Confronto Sky, per il pubblico vince la Raggi. Ecco tema per tema chi ha convinto di più

RomaToday è in caricamento