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Elezioni Roma 2016

Primarie Pd, Bray verso la sfida a Giachetti: "La cultura al centro"

L'ex ministro dei Beni Culturali non smentisce l'ipotesi di una sua candidatura a Roma e smentisce l'ipotesi di un suo asse con Marino contro Renzi

Piace a Sel, affascina molti nel Pd e incuriosisce anche chi non è di centrosinistra. Stiamo parlando di Massimo Bray il 57enne ex ministro dei Beni Culturali che appare sempre più essere il probabile sfidante di Roberto Giachetti alle prossime primarie del Pd. Il nome di Bray, comparso nei giorni scorsi su molti giornali, era stato associato ad una fronda anti Renzi, in asse con l'ex sindaco Marino, dietro la regia occulta di Massimo D'Alema,  da sempre riconosciuto da tutti come suo padre politico. Un'ipotesi che ha gettato il centrosinistra nel panico perché si parlava di una sua discesa in campo al di fuori delle primarie e senza il simbolo del Pd. Uno scenario che alle elezioni avrebbe drenato voti decisivi per raggiungere il ballottaggio.

Così, a quanto pare, non sarà. E' quanto emerge dal suo intervento su facebook dove ieri mattina, per spegnere ogni polemica, ha postato parole lette dai più come un'anticipazione della sua discesa in campo. "Non ho mai fatto e mai farò scelte politiche per dividere", spiega l'ex ministro dei Beni Culturali. "Non appartengo a correnti e non farei mai una scelta contro qualcuno", aggiunge poi smentendo quindi l'asse con Marino e la posizione anti Renzi. "Ho imparato che fare politica deve essere la capacità di ascoltare i cittadini, credere nei valori e battersi per la difesa dei beni comuni. Sono grato a chi mi stima e mi vuole bene e credo in una politica fondata sul rispetto e la lealtà".

Quindi le dolci parole per Roma: "Il nostro Paese ha bisogno di essere apprezzato e non lacerato. In trent'anni ho imparato ad amare questa città, la sua bellezza, la generosità delle donne e degli uomini che la abitano, che la difendono, la tutelano, che soffrono per chi non sa rispettare la sua storia e i suoi valori. Rimango ancora stupito e ammirato per la sua grande bellezza e vorrei che si lavorasse ad un progetto che metta al centro la Cultura". 

E ancora concetti che sanno di programma: "Vorrei che tornasse ad essere un luogo simbolico capace di raccontare un'Italia differente, dove ognuno fa la sua parte per raggiungere un obiettivo comune. Le scuole, le università, i luoghi della cultura, il mondo dell'impresa, lo Stato e tutte le associazioni che in questi anni hanno tenuta viva l'attenzione su un territorio così maltrattato". 

Sabato, al Brancaccio, Matteo Orfini aveva invitato Massimo Bray a candidarsi alle primarie: "E' un amico e se si vorrà candidare è perfettamente in grado farlo, partecipando alle nostre primarie". 

Bray, 57 anni, è nato a Lecce, ha studiato a Firenze e da tempo vive a Roma. Nel 1991 entra all’Istituto della Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, come redattore responsabile della sezione di Storia moderna dell’Enciclopedia La Piccola Treccani. Nel 1994 ne diviene il direttore editoriale. Alle elezioni politiche del 2013 è stato eletto deputato nelle fila del Partito democratico e il 28 aprile 2013 è stato nominato ministro per i Beni, le attività culturali e il turismo del governo presieduto da Enrico Letta. Nel marzo 2015 si è dimesso da parlamentare e ha fatto ritorno all’Istituto della Enciclopedia italiana. Tra gli altri incarichi è stato anche direttore della rivista Italiaeuropei, fondazione di Massima D'Alema. 

Durante il periodo in cui è stato ministro dei Beni Culturali è stato immortalato mentre si recava al lavoro con la Metro. 

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