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Elezioni Comunali 2013

Comunali 2013, l'Udc mostra i muscoli: "Né con Alemanno, né con Zingaretti"

Ciocchetti, vice presidente in Regione: "In campo con una nostra lista". Onorato, capogruppo in Campidoglio: "Se ci sono Alemanno e Zingaretti, noi da soli"

All'indomani della tre giorni di Chianciano, l'Udc finisce al centro dell'agenda politica anche a Roma. Da destra e da sinistra tutti tirano per la giacchetta i centristi di Casini che però ormai sembrano aver definitivamente dettato le loro regole: chi tra destra e sinistra rinuncerà al proprio candidato in pectore (Alemanno o Zingaretti) otterrà l'appoggio.

E' sempre più evidente infatti l'insofferenza centrista verso entrambi i contendenti che, anche per questo, appaiono deboli all'interno dei rispettivi fronti. Tanto Zingaretti quanto Alemanno infatti, in questi giorni, vengono messi in discussione all'interno delle proprio coalizioni. E l'Udc, cogliendo la loro debolezza, fa ora uscire dalle righe la propria posizione, accogliendo l'apertura di Gasbarra, segretario regionale del partito democratico, ma a certe condizioni. Una strategia spavalda dietro la quale però si nasconde la paura della guerra con gli uomini di Montezemolo.

Sono tre esponenti da novanta a parlare: il vice presidente della Regione Luciano Ciocchetti, il segretario romano Ignazio Cozzoli e il capogruppo in Campidoglio Onorato. Ciocchetti a Il Messaggero parla di "contrapposizione che va avanti da vent'anni e che è necessario superare". Per l'ex segretario è necessario un progetto, una lista per l'Italia anche a Roma. "Se ci saranno Zingaretti ed Alemanno presenteremo una lista alternativa ad entrambi". Stesse parole, più che mai chiare, usate da Alessandro Onorato: "Se correranno Alemanno e Zingaretti, noi avremo un nostro candidato". Ignazio Cozzoli ritiene i due "candidati ormai superati stante gli spunti di riflessione posti da coloro che chiedono una rottura".

Il Pd però, per bocca del suo capogruppo in assemblea capitolina, Umberto Marroni, sembra non credere all'Udc: "Oggi nonostante gli annunci, non ha ancora un candidato. Questo mentre Alemanno apre a Storace". Marroni vede possibile un'alleanza con l'Udc anche perché "siamo stati d'accordo su Acea in Campidoglio. E' inoltre necessaria un'ampia coalizione (leggi da Sel a Udc, ndr) dopo i disastri dell'amministrazione Alemanno".

COSA SUCCEDE AL CENTRO? In realtà dietro l'esibizione dei muscoli dell'Udc si nascondono degli smottamenti nell'area centrista. Tutto parte dagli 'screzi' con Italia Futura, fondazione di Montezemolo, che ha bollato come "fritto misto" la convention di Chianciano che ha di fatto sancito il riavvicinamento tra Casini e Fini. Una dichiarazione che, letta tra la righe, pone il polo di Montezemolo in allontamento dall'Udc. Di fatto quindi una spaccatura al centro che anche su Roma potrebbe riaprire, ma anche chiudere definitivamente, la partita delle candidature. Casini e i suoi starebbero, in questo senso, accelerando per un apparentamento, per togliere spazio di manovra agli uomini di Montezemolo che dal canto loro dialogano, sotto banco e non, con entrambi i fronti. Questa spaccatura però potrebbe nei fatti far ritenere già chiusa la partita dei candidati a sindaco. Più infatti Zingaretti e Alemanno resisteranno alle condizioni, più per i centristi diventerà fondamentale rivelare se la lista alternativa è realtà o un semplice bluff.
 

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