Sale a 19 il numero degli sfidanti verso la poltrona più alta del Campidoglio. Il Tar del Lazio ha riammesso la lista 'Roma risorge' che sostiene come candidato sindaco Matteo Corsini, nipote di Eugenio Gra, ideatore del Grande Raccordo Anulare. “L'ufficio elettorale si è comportato in modo assurdo. E' incredibile che queste cose accadano ancora in Italia. Erano sparite 11 candidature della nostra lista” ha spiegato il candidato sindaco. “La documentazione è stata alterata. Ora il Tar ci ha dato ragione ma andremo avanti in questa storia. Sono contento di essere stato riammesso anche perché così sono state rispettate le regole elettorali”.

Al candidato sindaco ha fatto eco la capolista Orietta Paganotti, con un passato nella Cgil: “E' stato un abuso grande quanto una casa. Abbiamo fatto 12 ore di anticamera e poi ci hanno detto che non avevamo consegnato alcune candidature”.

Matteo Corsini, classe 1963, laureato in giurisprudenza, è figlio del giornalista Renato Corsini. "E' stato sempre un giornalista scomodo” ha commentato il figlio raccontando che in “50 anni di professione sempre da disoccupato perché nessuno voleva pubblicare le sue inchieste che alla fine sono sempre sfociate in procura”.

Il legame particolare di Matteo Corsini con Roma però risiede nel nonno, Carlo Gra, fratello di quell'Eugenio Gra che diede il nome al Grande raccordo anulare che circonda Roma. Il nonno era un'immobiliarista romano e tra le sue vendite più famose, come lui stesso tiene a sottolineare, ci sarebbe quella di Botteghe Oscure.

“Ho deciso di correre per il Campidoglio per combattere la crisi, la recessione ma soprattutto la corruzione e gli scandali. Nel mio Dna c'è la propensione a contrastare il malaffare. La nostra lista è nata nelle periferie. Abbiamo candidato cittadini ed abbiamo così dato voce al popolo”.