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Elezioni Comunali 2013

Intervista a Fabrizio Santori: "Con me Alemanno assessore all'ambiente”

Dai motivi della rottura con il sindaco ad alcuni punti del suo programma. "Chi porterei in giunta? Alemanno all'Ambiente si renderebbe conto che non basta una foto per accreditarsi"

E' lo sfidante più credibile del sindaco Alemanno alle primarie del centrodestra. Una candidatura-rottura a sorpresa la sua. Lui, Fabrizio Santori, è infatti il presidente della commissione sicurezza. Sì,  sicurezza, tema su cui l'attuale primo cittadino ha vinto le elezioni nel 2008 e per il quale lo stesso Santori ha combattuto spesso battaglie di retroguardia, fedele ai principi che hanno portato alla vittoria la sua parte politica. Ed anche su questa delusione ha fondato la decisione, maturata e concretizzatasi poi a settembre, di entrare in competizione con Alemanno. Lo abbiamo intervistato cercando di capire il suo progetto politico.

Onorevole Santori, da fedelissimo e presidente della commissione sicurezza di Alemanno, a primo oppositore: cosa è cambiato in questi anni per produrre questa svolta?
Lo dico con molta amarezza: Alemanno non è stato in grado di realizzare il cambiamento che in molti avevamo auspicato e per il quale siamo stati votati. Ha governato meglio di una 'sinistracentro' che in 15 anni ha distrutto Roma ma purtroppo ha deluso. Il programma Roma Cambia del 2008, che tutti abbiamo sottoscritto, è rimasto solo un elenco di belle promesse.

Cosa c'è alla base di questo fallimento?
Non è stato un fallimento, ma un tradimento, anzi più tradimenti,  ai danni dei romani. Posso citarne tre. Il primo: essere venuto meno al senso del dovere. Il secondo: aver coltivato la mediocrità arando sulla meritocrazia. Il terzo: essere stato complice in una questione morale che non è mai stata questione.

Andiamo con ordine. Con senso del dovere, cosa avrebbe dovuto fare?
Avrebbe dovuto imprimere una svolta a questa città su nomadi, gestione dei rifiuti e del decoro, lotta alla prostituzione e alla cartellonistica abusiva. Avrebbe dovuto parlare ai ciclisti, efficientare il trasporto pubblico, dare trasparenza alla gestione delle nomine nelle aziende municipalizzate. Doveva risollevare le periferie abbandonate, guerreggiare sulle aliquote IMU, dare risposte ai senza casa, combattere i poteri forti che per anni sono andati a braccetto con il centrosinistra. Nulla di tutto ciò è stato fatto.

Perché parla di "coltivazione della mediocrità"?
Perché dopo anni di governo della sinistra, la reazione del Sindaco è stata timida, prigioniera delle logiche correntizie di spartizione del potere, abbandonando la spinta riformatrice nella spirale dei suoi ormai celebri passi indietro, dei faremo mai fatti, di un merito mai visto.

Titubanze che hanno lasciato invece spazio ad una questione morale...
Esatto. Doveva essere l’Amministrazione della trasparenza, dei cittadini attivi, della società civile quella buona, e invece abbiamo visto troppe dinamiche clientelari, quelle che mai avrebbero dovuto appartenere al nostro mondo. Persone che, in alcuni casi, si sono persino rivelate corrotte e senza scrupoli.

Alemanno dice però che la sua candidatura è dovuta a ricerca di visibilità. Cosa gli risponde?
Alemanno chi, il marito di Isabella Rauti? Battute a parte non cerco visibilità, perseguo solo quel cambiamento che lui non è stato in grado di mettere in atto. E lo perseguo nella maniera più democratica possibile: candidandomi alle primarie per la corsa a sindaco della Capitale. Cosa c’è di più naturale e democratico che mettersi in gioco dicendo ai cittadini “sceglietemi se credete n me e nelle mie proposte?” Per Alemanno questo significa cercare visibilità? Probabilmente vuole fare le primarie da solo e senza regole.

In tanti la danno vicino all'ex governatore Polverini. In cosa la Polverini è diversa da Alemanno?
Renata Polverini si è dimessa ed è stata nella sua azione di governo più decisa e determinata di Alemanno. Di questo le va dato atto. L'ex governatrice ha mostrato maggiore risolutezza e più coraggio nel prendere le decisioni scomode e impopolari.

Lei ha la sua base politico elettorale nei territori di Malagrotta. La scelta di Monti dell'Ortaccio viene raccontata come inevitabile. Qual è la sua posizione in merito?
La mia posizione è di netto rifiuto. Una discarica qui, dopo quarant’anni di discarica a Malagrotta, con la raffineria, l’inceneritore dei rifiuti ospedalieri e le cave che insistono sul territorio, è un’assurdità a cui hanno detto no Roma Capitale, la Regione Lazio e la Provincia di Roma, contro la quale si è espressa anche la Ue con una direttiva specifica.

Di chi è la colpa se siamo a questo punto?
Purtroppo l’inconcludenza del sindaco Alemanno e del presidente della Provincia Zingaretti ha fatto sì che non sia stato scelto il sito per una nuova discarica, e il problema di dove scaricare provvisoriamente i rifiuti ha messo in campo l’ipotesi di Monti dell’Ortaccio. Ma non ci diamo per vinti, ci sono altri siti. Ma non tollereremo scorciatoie del commissario Sottile e del ministro Clini per coprire l’ incapacità politica e gestionale a favore degli interessi dei poteri forti.

Qualora fosse eletto sindaco, quale sarebbe la sua ricetta per risolvere il problema dei rifiuti a Roma?
Innanzitutto Roma deve riuscire ad incrementare la raccolta differenziata. Poi bisogna puntare sulla chiusura definitiva della discarica di Malagrotta nei primi 6 mesi di mandato e contestuale individuazione, in collaborazione con la Regione Lazio, di una discarica definitiva in una località della provincia di Roma. Infine potenziamento del servizio di “porta a porta” (attualmente circa 500.000 cittadini vengono serviti) con i vantaggi derivanti dall’eliminazione di larga parte dei cassonetti stradali e la contemporanea eliminazione delle problematiche connesse al rovistaggio dei cassonetti, ed un generale miglioramento del decoro e dell’arredo urbano. Ai cittadini, alle imprese e ai commercianti si chiederà parallelamente uno sforzo verso la riduzione dei rifiuti, perché prima ancora di differenziare si deve cercare di evitare di creare i rifiuti, acquistando i prodotti con meno imballaggi ed incentivando ogni forma di riuso. Punteremo a raggiungere l'obiettivo dei Rifiuti Zero secondo il modello Verso territorio zero. Potenziamento delle isole ecologiche attraverso la realizzazione di 2 ulteriori impianti per ogni municipio.

Nel 2008 al centro della tornata elettorale ci fu la questione sicurezza. Oggi su quali temi si giocherà l'elezione del sindaco di Roma?
Sarà ancora la sicurezza. Ma di certo i cittadini si aspettano proposte su temi dei trasporti, dei rifiuti e dell'ambiente. Il tema delle tasse locali e del rilancio economico non dovrà essere sottovalutato. Credo che su questi argomenti si giocherà  la partita.

La Roma di Alemanno è secondo lei più sicura della Roma di Veltroni?
Sicuramente sì. E’ stato fatto molto, ma non abbastanza. Permangono delle fortissime criticità anche se il calo dei reati (dati del Ministero dell'Interno) è evidente e sotto gli occhi di tutti. E’ necessario insistere per la sicurezza e il decoro della Capitale d’Italia, riteniamo che l’attuale giunta abbia agito con troppa timidezza, dovendo andare a scardinare situazioni di abbandono, soprattutto in periferia, incancrenite da anni e troppo spesso protette da un velo di falsa tolleranza che deve essere sollevato una volta per tutte. E’ vero inoltre che l’attuale crisi economica mette a rischio l’efficienza e il numero delle forze dell’ordine sul territorio, ma è necessario insistere sul coordinamento degli interventi e sulle espulsioni (con l'effettivo rimpatrio) dei cittadini anche comunitari che non hanno un reddito nè un lavoro o commettono reati.
 
Cosa le fa pensare di essere più adatto, come candidato dello schieramento di centrodestra, a poter battere il candidato di centrosinistra?
Sono stato l'unico a denunciare alcuni scandali e a proporre delle soluzioni alternative e con coraggio e onestà rappresenterò tutti i laboriosi del centro destra con un programma limpido e concreto. La mia squadra sarà decisionista e risponderà esclusivamente alle necessità dei cittadini senza alcun condizionamento a differenza di qualunque esponente del Pd che, in un ipotetico governo della città, dovrà fare sempre i conti con quell'ala estrema della sinistra. Personaggi scomodi e che non hanno alcuna cultura di governo. Accanto a questi dovrebbe far convivere l'ala cattolica e moderata. Sarebbe come mischiare l'acqua con l'olio. L'amalgama sarebbe impossibile e impossibile sarebbe governare.

E dell'attuale giunta chi porterebbe nella sua squadra?
Porterei Gianni Alemanno. Lo nominerei assessore senza portafoglio all’ Ambiente. Il web è pieno delle sue foto, mandate in giro dai suoi solerti collaboratori, mentre ramazza i parchi. Forse capirebbe che non basta una foto mentre spazza per accreditarsi cercando facile visibilità. Sveva Belsivo, anche se troppo amica delle associazioni dei nomadi,  la porterei comunque perchè capace. Richiamerei anche Croppi la cui visione di Roma mi ha sempre affascinato. Ma chiamerei pure Veltroni, visto che si ritira dalla politica, e gli affiderei l'incarico di Capo Dipartimento della Comunicazione. Su questo fronte è il numero uno. Ma non penso che accetterebbe mai.

C'è una personalità dello schieramento opposto che stima particolarmente e contro cui in un'eventuale scontro elettorale teme di perdere?
Probabilmente contro Patrizia Prestipino vincerei al tie break. Insomma sarebbe una bella sfida all'ultimo colpo. Gli altri nomi che girano sono inconsistenti.  
 

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