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Elezioni Camera e Senato 2018

Gentiloni e Zingaretti partono da Testaccio: "Credibilità e riforme contro slogan e populismi"

L'apertura della campagna elettorale alla Città dell'Altra Economia

Per i ritardatari solo posti in piedi nella piccola sala convegni della Città dell'Altra Economia, fortino "rosso" del Pd romano dove ieri i big su cui il partito punta tutto hanno fischiato l'inizio della corsa elettorale. Paolo Gentiloni, premier uscente candidato alla Camera proprio qui, nel collegio Roma 1 fra Testaccio, Centro storico, Trionfale, volto emblema di una ritrovata credibilità su cui costruire il consenso, a fianco del segretario Matteo Renzi sì ma con toni diversi. E Nicola Zingaretti, presidente del Lazio in cerca del bis, simbolo con la sua esperienza di governo regionale che l'unione (del centrosinistra) può fare la forza. 

A un mese esatto dal silenzio pre urne, con il Partito Democratico ai minimi storici dell'era renziana secondo i sondaggi, i due volti su cui scommettere per scongiurare la debacle hanno aperto insieme la campagna verso il 4 marzo, chiamando a raccolta l'esercito di volontari che stanno animando già da giorni banchetti e sezioni di partito. Presentati dal segretario romano Andrea Casu, prendono la parola con due interventi di circa venti minuti. Nessun volo pindarico, poche promesse, profilo basso, molto realismo. "Non cavalcheremo mai le paure dei cittadini come fanno le destre e i cinque stelle" dice Zingaretti. Ma "non ignoreremo disagi e problemi che esistono" spiega Gentiloni, parlando di immigrazione e accoglienza. La chiave è rimanere ancorati alla realtà dei fatti, marcando così la differenza rispetto al mercato delle promesse strampalate che stanno piovendo in queste ore dagli schieramenti in campo.

Entrambi sono impegnati nel tratteggiare il Partito Democratico come "unica alternativa davvero credibile e capace". E' la "forza del fare" come "antidoto a slogan vuoti e populismi", un "si può fare" di veltroniana memoria rivisitato e stampato sui volantini del presidente uscente Zingaretti. Proseguire sulla strada delle riforme già intrapresa in Parlamento è l'obiettivo di Paolo Gentiloni: "Abbiamo già fatto un pezzo di strada, la stagione nuova è già iniziata ma ha bisogno di una seconda fase per portarsi a compimento". E cita qualche risultato raggiunto: biotestamento, unioni civili, reddito d'inclusione. Poi lancia la sfida per il futuro: "Costruire davvero lavoro. Un lavoro di qualità, non lavoro con il braccialetto (il riferimento è ai braccialetti elettronici brevettati da Amazon, ndr) non le forme di lavoro più sottoutilizzate che oggi si vedono"

I candidati del Pd nei collegi di Roma

Utilizzare i prossimi cinque anni per completare il lavoro di risanamento avviato alla Pisana è il traguardo da raggiungere anche per Nicola Zingaretti. "Abbiamo messo a posto i conti. Ora è il momento di proseguire su tasse da ridurre e servizi. L'Italia, Roma e il Lazio hanno bisogno di soluzioni. È la cosa pià difficile ma per parlare ai precari, agli studenti, a chi è stanco di una città sporca, e a chi è stanco di aspettare 7 ore un autobus dobbiamo proporre soluzioni". Qui c'è spazio per qualche promessa: "Risolveremo temi drammatici come quello dei rifiuti o la crisi idrica". Sul tema non manca la stoccata a Virginia Raggi e al M5s in Campidoglio. "La Regione ha un problema di impiantistica per i rifiuti non per caso ma perchè qualcuno se ne frega di questo tema tra chi governa la città più importante di questa Regione e preferisce mandare rifiuti in tutta Italia"

In sala un paio di vessilli con il simbolo dei dem, una centinaio di sostenitori seduti, ultrasessantenni, e altrettanti accalcati che si sono fatti largo per ascoltare gli interventi dei due big. Ovviamente presenti anche gli eletti romani tra Comune e municipi. Al completo la squadra capitolina guidata da Michela Di Biase (candidata in Regione). E spunta tra la folla Marco Miccoli, ex segretario romano del partito. La sua esclusione dalle liste elettorali ha provocato più di un mal di pancia. Ma il tempo dei litigi, almeno all'apparenza, è terminato. L'ordine di scuderia è chiaro: compatti, senza colpi di coda, fino al 5 marzo.

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