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Ecodistretto a Ponte Malnome, il Campidoglio blocca l'Ama: "Non si farà"

L'assessore Marino ha ribadito: "Nessun nuovo impianto nella Valle Galeria". In forse anche quello di via Salaria: "Chiederemo ai cittadini". Intanto il progetto degli ecodistretti perde pezzi

L'ecodistretto a Ponte Malnome non si farà.  E nemmeno quello a via Salaria, “se i cittadini non lo vorranno”. Dopo due giorni di polemiche e striscianti mal di pancia tra i residenti dell'area di Malagrotta, sorti dopo la pubblicazione della notizia da parte di Romatoday, l'assessore all'Ambiente del Comune di Roma Estella Marino è corsa ai ripari: “Non sorgerà alcun ecodistretto a Ponte Malnome, nell'area della Valle Galeria” ha ribadito. Un no secco che arriva per la seconda volta. La prima, l'estate scorsa, quando l'anticipazione al progetto era stato accolto con lo stesso malcontento: "Confermo che le intenzioni dell'amministrazione non sono cambiate da un anno a questa parte. L'azienda ovviamente ragiona sui propri asset industriali e sul proprio patrimonio ma l'indicazione che abbiamo sempre dato è che su Ponte Malnome non ci sarebbe stato un ecodistretto o nuova impiantistica”.

Non molto distante, infatti, rimangono i due impianti di trattamento meccanico biologico e il gassificatore del Colari ma soprattutto la discarica di Malagrotta con cui i residenti hanno dovuto convivere per oltre trent'anni: “Ci siamo presi l'impegno di fare avviare prima di tutto la fase di bonifica al soggetto responsabile e di lavorare con la Regione per procedere al capping di Malagrotta. Quindi prima il risanamento e la bonifica della Valle Galeria prima del ragionamento su possibili nuovi impianti". L'ecodistretto a Ponte Malnome quindi non s'ha da fare.

E nemmeno quello previsto sempre nei piani di Ama in via Salaria. Anche se in questo caso il giudizio è rimandato al parere dei cittadini. "Se dovessero dire no all'ecodistretto per la frazione secca” ha spiegato l'assessore Marino “daremo ad Ama indicazione di riconvertire in altro modo il proprio patrimonio". Non solo l'ecodistretto è stato messo in stand-by. Marino ha confermato che anche l'impianto di trattamento meccanico biologico va verso la chiusura. “L'intenzione dell'amministrazione è quella ribadita in questi mesi nel tavolo aperto con le associazioni, che si riunisce una volta al mese, e cioè di procedere gradualmente alla riduzione del conferimento del rifiuto indifferenziato fino alla chiusura a dicembre 2015 del Tmb di via Salaria". Tutto quello "che sarà il futuro di quell'area dell'Ama lo discuteremo sempre a quel tavolo con i comitati".

Ponte Malnome e via Salaria come luoghi per la realizzazione di un ecodistretto sono stati diffusi martedì scorso da Romatoday che ha illustrato un documento presentato dai vertici dell'azienda capitolina nel corso di una commissione Ambiente sul rinnovo del contratto di servizio tra l'Ama e l'amministrazione comunale. Il progetto contenuto nel documento prevede la realizzazione di quattro ecodistretti: il primo a Rocca Cencia, da mettere a regime entro dicembre del 2016, un secondo in via Salaria e un terzo a Ponte Malnome, quest'ultimi da realizzare, secondo il documento, entro il luglio del 2017. Più un quarto di cui non è ancora stata indicata alcuna destinazione che dovrebbe vedere la luce entro il 2018. Precisa però l'Ama in un comunicato: “Ogni decisione finale in merito a tale ipotesi spetta, come è ovvio, a Roma Capitale, che detiene il 100% del capitale sociale di Ama”.

A spiegare il motivo dell'inserimento dei tre siti è il presidente di Ama Daniele Fortini: “Nel nostro piano industriale abbiamo l’obbligo di indicare i siti di trattamento dei rifiuti urbani generati nella città Roma e abbiamo il dovere di farlo considerando il patrimonio aziendale attuale” ha spiegato. A Ponte Malnome infatti la municipalizzata possiede già un impianto: un inceneritore per rifiuti ospedalieri. “La nostra proposta industriale è precisa: optare per gli ecodistretti, vere e proprie cittadelle che consentono di recuperare il massimo quantitativo di materiali, per uscire dalla logica delle discariche e degli inceneritori. In tutto ciò la considerazione primaria dei siti di proprietà Ama e del loro inquadramento nella pianificazione regionale per la quale sono autorizzati è un dovere al quale l’azienda non può derogare” spiega. La decisione finale però spetta al Comune di Roma: “Qualunque ipotesi di ecodistretto mira anche alla riqualificazione urbana del quadrante di territorio interessato ed è altrettanto scontato che le prerogative politico-istituzionali degli eletti dal popolo sono imprescindibili e che ogni decisione finale, alla quale ovviamente ci adegueremo, spetta alle istituzioni”.

E le istituzioni hanno parlato: l'ecodistretto a Ponte Malnome non si farà mentre quello di via Salaria rimane in bilico. Resta così in piedi solo Rocca Cencia dove l'Ama gestisce un impianto di trattamento meccanico biologico. Anche qui i cittadini residenti, dopo anni di cattiva convivenza con gli impianti già esistenti, si sono espressi con manifestazioni e proteste e hanno già annunciato battaglia. In particolare hanno già manifestato la loro avversione verso il biodigestore, anche quello impianto annunciato nel corso dell'incontro di lunedì. Le caselle rimaste vuote nel progetto degli ecodistretti quindi, a differenza di quanto presentato lunedì dai vertici Ama, diventano due. Con un grosso punto interrogativo anche sulla terza. Intanto, di siti alternativi dove concretizzare il progetto degli ecodistretti, almeno per ora, non c'è nemmeno l'ombra.  

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