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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

"Sant'Egidio ha 46 case di proprietà, potrebbe liberare le strade dalle roulotte"

Un dossier dei consiglieri d'opposizione, Santori e Giudici, che a breve sarà in Procura. "Al catasto sono iscritti 52 immobili in capo a Sant'Egidio". Alcuni dedicati ad attività sociali, altri abitati "ma non si sa da chi"

Una cinquantina di immobili sparsi per la Capitale, da villini a case popolari, solo alcuni destinati ad attività sociali. Perché la comunità di Sant'Egidio "riserva ai propri dirigenti parte degli appartamenti che riceve in donazione testamentaria, lasciando invece ai poveri roulotte e camper sparse per il territorio romano"? 

Se lo chiedono i consiglieri d'opposizione, Marco Giudici e Fabrizio Santori, a conclusione di un attento lavoro di indagine. Un dossier presentato alla stampa in occasione della presentazione dell'associazione per Carlo Macro, il giovane ucciso con una cacciavite da un uomo che abitava una roulotte. Il plico è pronto per la consegna in Procura e offre dettagli ulteriori sul caso.

La battaglia contro le case mobili per indigenti non si ferma alle violazioni del codice della strada, all'assenza di permessi, al degrado denunciato dai cittadini, alla percezione di insicurezza che lasciano sul territorio. Stavolta nel mirino c'è il patrimonio immobiliare della comunità. 

"Al catasto sono iscritti 52 immobili in capo a Sant'Egidio, 46 unità a Roma, in 36 luoghi differenti, oltre a 6 nude prioprietà". Una lunga lista di case, con rendite variabili tra i 7 mila euro al metro quadro per un locale uso ufficio a villa Sciarra ai 430 euro per un altro uso deposito a San Callisto. Tutto raccolto tramite visura catastale. 

Chi abita gli appartamenti? Qui sta il nodo. A quanto riportato dai consiglieri di centro destra, se "una parte di immobili è destinato alle attività sociali (vedi la casa per anziani in via Pratomagno o la sede centrale di via Dandolo, ndr)" altrettanta parte è abitata, "ma non si sa da chi". Sui citofoni una lista di cognomi e nomi di privati cittadini. "In piazza San Cosimato risulta risiedere una docente universitaria, in viale Trastevere un dirigente della Comunità, referente per numerose iniziative". 

La domanda si serve da sola su un piatto d'argento: perché non destinare gli immobili all'accoglienza dei clochard, eliminando una volta per tutte il sistema roulotte? Il punto sottolineato da Giudici e Santori è chiarissimo: "Sant'Egidio deve chiarire come utilizza i propri appartamenti e metterli a disposizione per tutti coloro a cui ha offerto alloggio all'interno delle roulotte". Sempre che si tratti di una vera "offerta".

Si legge: "A detta di due senzatetto che abbiamo intervistato verrebbero concessi a fronte del pagamento 750 euro da corrispondere necessariamente in soluzione unica con la promessa di collocare il mezzo sul territorio pubblico". Sul punto, testimonianza a parte, non c'è conferma. Ma l'interrogativo rimane aperto. 

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