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La Cassa Ragionieri dismette gli immobili, il Pd: "E' emergenza abitativa"

Torna la spinosa questione dei patrimoni immobiliari degli enti previdenziali. Secondo l'ultimo bilancio della società CNPR, la Cassa Ragionieri prevede di vendere un terzo dei propri appartamenti

Si torna a parlare ancora una volta di emergenza abitativa legata alla gestione dei patrimoni immobiliari da parte degli enti previdenziali privatizzati, un fenomeno che si sta allargando a macchia d’olio sul territorio della capitale. Di ieri l’appello al Prefetto da parte del consigliere provinciale del Pd Giuseppe Lobefaro che ha fatto presente il “silenzio” delle forze politiche sulle suddette problematiche, sottolineando l' estrema gravità della situazione: “Gli Enti previdenziali hanno avuto agevolazioni pubbliche, nel momento della costruzione degli immobili e spesso anche dei terreni da parte del Comune di Roma. Ora non possono comportarsi come soggetti privati speculando sul loro patrimonio. E' urgente un intervento legislativo”. 

Dopo il piano di dismissioni di 14 mila appartamenti da parte di Enasarco, al centro del dibattito il patrimonio immobiliare della Cassa Ragionieri. Di qualche giorno fa la notizia, riferitaci da alcuni inquilini, dell’aumento stellare degli affitti come condizione del rinnovo contrattuale, pena l’ingiunzione di sfratto. L'aumento è stato già ricevuto da alcuni inquilini dello stabile di Viale Somalia. In realtà però, grazie alla segnalazione di un membro del comito inquilini CNPR, sembrerebbe che l'azione programmata dalla Cassa Nazionale Periti e Ragionieri sia in realtà quella di andare oltre la proposta di un nuovo canone di locazione.

Nell’ultimo bilancio di previsione della società, per l’anno 2011 “è stata prevista la vendita di circa un terzo del patrimonio immobiliare prevedendo di completare l’intera dismissione in un arco temporale di 36/48 mesi”.  La Cassa Ragionieri ha dunque intenzione, secondo, quanto riportato nel documento di bilancio, di dismettere seguendo una “logica di mercato” e senza “diritto di prelazione da parte degli inquilini”.

L’ampio progetto di dismissione, secondo le normative vigenti, dovrà passare al vaglio del Ministero del Lavoro e dell’Economia che hanno il compito di vigilare sulle mansioni di ordine pubblico svolte dagli enti previdenziali privati.  Come ha spiegato il dott. Andrea Anticoli, membro del comitato Inquilini CNPR, il decreto interministeriale, "unico strumento di vigilanza in materia nella mani della pubblica amministrazione, che dovrebbe approvare o meno la vendita del patrimonio, non è stato ancora emanato". Ma, dal momento che il compito di supervisione istituzionale riguarda solo l’aspetto previdenziale, e quindi l’elargizione delle pensioni, e non quello sociale, come ha dichiarato il Ministero, è prevedibile, secondo Anticoli, “che la vendita venga autorizzata”. Inoltre alcuni inquilini, tra cui i residenti dello stabile di via Sante Vandi 39, hanno informato il comitato di aver ricevuto lettere, datate 24 novembre 2010, con cui la società chiede "la risoluzione del contratto per morosità relative al mese di novembre 2010" e invita gli inquilini a pagare la cifra indicata “entro e non oltre 10 giorni” dalla ricezione della lettera e “a restituire l’immobile libero da persone e cose entro e non oltre la medesima data”. 

Il quadro delineato ha destato non poche preoccupazioni nel Comitato Inquilini CNPR che ha sottolineato come “un simile comportamento lasci molto perplessi sulla possibilità che l’ente proceda con le operazioni di dismissione nel rispetto della “natura pubblica dell’attività svolta” sancita dal D.Lgs. 509/94”. Da qui la “richiesta al Sindaco Gianni Alemanno di un intervento urgente a tutela degli inquilini”. Richiesta che era già stata fatta lo scorso mese di maggio ma che non aveva portato alcun risultato concreto. 

 

   

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