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Rifiuti, ecco dove potrebbe sorgere la discarica. I sette siti scelti dai tecnici di Regione e Comune

La mappatura è contenuta in una relazione tecnica consegnata ieri alla Pisana e in dirittura d'arrivo anche alla sindaca Raggi. In pole position l'area di Falcognana, la più rapida da attivare

Dove realizzare la discarica di servizio che serve a Roma e che sta scatenando una guerra istituzionale senza precedenti? Sono sette le aree possibili indicate in una relazione firmata ieri dai tecnici Laura D'Aprile, Paola Camuccio e Flaminia Tosini, rispettivamente dirigenti dei dipartimenti competenti su ambiente e rifiuti di Roma Capitale, Città Metropolitana, regione Lazio. Il documento è stato inviato alla Pisana e finirà nella giornata di oggi anche sulla scrivania della sindaca Virginia Raggi. È la prima cittadina, si sa, a dover dare l'ok finale. 

Dove sorgerà la discarica di Roma

In pole position per ragioni tecniche abbiamo la discarica di Falcognana, IX municipio, a un paio di chilometri di distanza dal Divino Amore, dove oggi sono già ospitati rifiuti pericolosi, interni di automobili demolite. Per accogliere quelli in usciti, trattati, dai Tmb di Rocca Cencia e dei privati servirebbero solo 30 giorni di tempo per modificare le autorizzazioni ai conferimenti dal codice "rifiuti pericolosi" a quello dei "rifiuti speciali". Un cambio semplice, sul piano burocratico.

Segue la discarica gestita dalla società Adrastea, nella zona di Porta Medaglia, che al momento tratta rifiuti inerti. Anche qui le tempistiche sarebbero relativamente brevi per avviare la cava: circa 45 giorni per il cambio di permessi da "inerti" a "speciali". Un po' di più rispetto a Falcognana, perché la modifica è sostanziale. Idem per il terzo sito, in ordine di fattibilità, che è Monte Carnevale, XI municipio, nella Valle Galeria. Due i mesi necessari per ottenere il via libera. Attualmente è in corso una conferenza dei servizi per i permessi a un impianto di trattamento di "inerti" gestito dalla Ngr srl. 

Seguono nella mappa altre quattro aree idonee, ma con iter decisamente più lunghi per la partenza: circa un anno. Via Selvotta all'Ardeatino, dove presente un impianto con capacità di circa 300mila metri cubi, via della Pisana, Ponte Malnome e Corcolle, dove presente un sito che però attualmente non è in esercizio. 

Sette giorni per evitare il commissario

Sette dunque i siti possibili, tutti nel quadrante sud della città, tre di questi più adatti per questioni burocratiche a risolvere l'emergenza di Roma, che certo non può aspettare un anno. E sono sette anche i giorni a disposizione della sindaca Raggi, come da ordinanza della regione Lazio, per indicare quale di questi ospiterà il sito romano, diventato necessario con la chiusura della discarica di Colleferro il 15 gennaio prossimo. Pena, lo ricordiamo, l'attivazione di una sorta di "commissariamento" del Campidoglio sul tema rifiuti.

Nello specifico si tratta di attivare "poteri sostituitivi", procedura prevista dall'articolo 191 del Testo unico ambientale, il dl 152 del 2006. Anche questo passaggio è riportato nell'ordinanza regionale: "In caso di inosservanza della presente ordinanza vengono adottate in via sostitutiva dalla Regione tutte le iniziative necessarie a garantirne l’ottemperanza, anche attraverso la successiva individuazione di uno o più soggetti attuatori delle singole prescrizioni". Tradotto: o la sceglie Raggi, la discarica, o la sceglie qualcun altro, da tecnico. 

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