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Emergenza rifiuti, c'è l'accordo: entro fine anno Raggi indicherà la discarica

Il sito provvisorio invece sarà indicato dalla Regione fuori dal territorio di Roma. Esultano i cittadini di Falcognana. Domani la sindaca parteciperà a una manifestazione nel quartiere

La discarica si farà e si farà a Roma. La sindaca Raggi la indicherà entro il 31 dicembre 2019 con apposita delibera di giunta. In cambio la Regione si impegna a trovare un sito provvisorio, questo invece fuori dalla città - nelle more della realizzazione di quello definitivo - e a stralciare dal Piano rifiuti l'obbligo per la Capitale di raggiungere l'autosufficienza nella gestione dell'immondizia prodotta sul territorio.

Eccolo, l'accordo raggiunto da Comune e Regione, dopo settimane di bracci di ferro, attacchi continui, dichiarazioni lanciate e poi smentite, prese di posizione che sembravano irremovibili. Alla fine, sul piano politico, entrambe le parti hanno fatto in modo di avere un risultato da rivendicare, almeno sul piano comunicativo, con i cittadini. Ma vediamo meglio i termini del "trattato di pace". 

Roma avrà una nuova discarica

Si è tenuto oggi pomeriggio l'incontro chiarificatore tra i due fronti istituzionali. La seconda puntata di un primo tavolo tecnico di soli tre giorni fa, quando ancora la quadra sembrava lontana. "Roma Capitale, si impegna a indicare entro il 31/12/2019 un sito per lo smaltimento dei rifiuti nel territorio del Comune, prendendo atto di quelli contenuti nel piano rifiuti regionale attualmente in corso di approvazione e indicati dalla Città Metropolitana di Roma" recita il comunicato diffuso dagli uffici stampa in tarda serata. In questa frase sta il primo cedimento del Campidoglio: fino a poche ore fa la posizione ferma di Raggi parlava sì di discarica, ma solo dopo l'approvazione definitiva in Consiglio regionale del piano rifiuti. Così non è stato. 

La sindaca, alle strette, ha ottemperato alle richieste, ma da parte sua, è scritto ancora nella stessa nota stampa, "la Regione Lazio si impegna nel periodo di transizione per la realizzazione della nuova discarica da parte di Roma Capitale a individuare soluzioni alla gestione dei rifiuti della Capitale all'esterno del territorio di Roma". Per realizzare l’impianto infatti i tecnici capitolini stimano tempi che vanno dai 18 ai 24 mesi. Nel frattempo però, con la chiusura di Colleferro, serve una soluzione tampone. Ed è qui che il Campidoglio è riuscito invece a togliersi le castagne dal fuoco. 

Il sito provvisorio invece sarà fuori città

La cava provvisoria non solo la indicherà la Pisana, ma la indicherà fuori dalla Capitale. Per l'interramento poi verranno utilizzate altre strade ponte: dall'invio in altre regioni (Abruzzo, Marche e Sardegna) al trasporto all'estero. Su quest'ultimo punto, come anche per la realizzazione della nuova discarica, Roma Capitale e la Regione chiederanno un intervento straordinario del governo per contrarre i tempi autorizzativi dei vari iter. 

"È una gioia dire oggi che abbiamo trovato un accordo - ha dichiarato il capogruppo M5s in Comune Giuliano Pacetti - ci siamo riusciti parlando tra due enti che devono cercare di collaborare sulle competenze trasversali. Ai cittadini romani diciamo che non ci sarà alcun sito provvisorio all'interno della città di Roma". Scongiurata quindi l'ipotesi Falcognana, sito nel IX municipio inserito nella lista delle aree papabili stilata dai tecnici di Comune e Regione in concomitanza con l'ordinanza, dove i cittadini, pronti da settimane alle barricate, oggi esultano. "Ha vinto la protesta arancione - dichiarano i comitati - il IX Municipio plaude l’accordo raggiunto tra Comune e Regione". Per domani era programmata una mobilitazione, rimasta in calendario, alla quale parteciperà proprio Raggi, pronta a raccogliere gli applausi dal territorio. 

L'ipotesi Tragliatella e le proteste dei sindaci

La discarica però ci sarà, ci vorrà tempo per realizzarla, ma sarà definitiva. "Credo che tutti i cittadini sappiano che Roma deve fare la sua parte con degli impianti per gestire i propri flussi di spazzatura. Saranno siti individuati all'interno delle aree idonee trasmesse dalla Città metropolitana alla Regione" ha spiegato ancora Pacetti. Dove verrà realizzata la cava?

L'ipotesi più probabile, seppur ancora non ufficiale, è quella di Tragliatella, frazione del Comune di Roma ma posizionata all’estremo nord della città, ben fuori dal Grande Raccordo Anulare, pochi chilometri a sud del Lago di Bracciano. Inutile dirlo, la scelta non piace ai sindaci dei comuni limitrofi, da Fiumicino, Cerveteri, Ladispoli. Così ha scritto su Facebook il sindaco di Anguillara Sabrina Anselmo: "Come gruppo consigliare siamo compatti e vicini ai nostri cittadini e per questo verrà convocato un consiglio straordinario al quale inviteremo l’ Assessore Valeriani e la sindaca di Roma Virginia Raggi e i sindaci dei territori limitrofi per dire no alla discarica". Anche qui insomma il fronte si annuncia caldo, ma ancora non abbastanza per guastare i commenti di giubilo.  

Regione: "Ordinanza rispettata"

"L'accordo c'è, tutti i punti dell'ordinanza sono stati rispettati" canta vittoria anche l'assessore regionale ai Rifiuti, Massimiliano Valeriani, a margine dell'incontro di oggi. "C'è l'impegno di Roma Capitale a indicare la discarica di servizio che serve a Roma e c'è l'impegno della Regione a sostenere il Comune in una fase transitoria affinchè si abbiano meno disagi possibili in città. Con senso di responsabilità compiamo una svolta". Con qualche sacrificio però, come lo stralcio del cosiddetto "sub ambito" di Roma Capitale dal piano rifiuti. 

Stralciato il "sub ambito" di Roma Capitale

Di cosa si tratta? Con il termine "Ato", lo ricordiamo, si intende un Ambito territoriale ottimale, soggetto istituzionale introdotto dal Decreto Ronchi del '97, il cui principale obiettivo è quello di realizzare un sistema integrato e unitario di gestione del servizio d'igiene urbana, secondo criteri di efficienza, efficacia e economicità, superando la logica dell'emergenza. La Regione aveva stabilito l'introduzione nel nuovo piano rifiuti di un sub ato coincidente con il territorio di Roma Capitale, imponendo quindi alla città il trattamento e lo smaltimento in loco dei suoi rifiuti, una mossa che doveva impedire la dipendenza di Roma da impianti e siti di altri territori. Da accordi appena stipulati, il passaggio non si troverà più all'interno del piano. 

Riassumendo: con la chiusura della discarica di Colleferro alle porte, e dopo mesi di duello tra i due soggetti istituzionali competenti in materia di gestione del ciclo rifiuti, la soluzione per scongiurare l'emergenza a Roma e pianificare lo smaltimento dei rifiuti della città, è arrivata. Sia il Comune che la Regione hanno dovuto rinunciare a dei punti cardine dello scontro.

Il Campidoglio ha garantito di indicare il sito subito, prima dell'approvazione finale del piano regionale, la Regione ha assicurato l'individuazione di quello provvisorio, ma fuori da Roma. Così il primo ha potuto cantare vittoria: "Nessuna discarica provvisoria a Roma". E la seconda pure: "L'ordinanza è stata rispettata". Almeno a parole, nessuno è rimasto con il cerino in mano. 

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