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Pian dell'Olmo, su ipotesi discarica si apre lo scontro. La Regione: "Roma non può più smaltire in altre province del Lazio"

Comune versus Regione. Il braccio di ferro riparte. Dal Campidoglio il no fermo alla cava di Pian dell'Olmo: "Mai discariche sul nostro territorio"

Impianti sì, impianti no, impianti dove. Le proteste di queste ore contro la discarica a Pian dell'Olmo riaccendono il braccio di ferro: Comune di Roma, a guida M5s, contro Regione Lazio, a trazione Pd. Il primo più che mai deciso a perseguire sul territorio politiche ambientali innestate esclusivamente su raccolta differenziata e riciclo, la seconda che invita invece a rispettare gli altri enti locali, quelli che gli impianti li hanno costruiti e che oggi si ritrovano costretti ad accogliere anche buona parte dell'immondizia romana. 

La Capitale per smaltire i suoi rifiuti, dalla chiusura di Malagrotta, si appoggia a strutture e discariche altrui. Un sistema costoso e dall'equilibrio fragile. "Stiamo lentamente recuperando le criticità dovute alla chiusura per manutenzione dei due impianti privati e per la ormai decennale carenza regionale di siti dove portare i rifiuti" dice la sindaca Virginia Raggi in riferimento all'ultima crisi della raccolta che sta andando in scena in questi giorni, ammettendo che mancano sbocchi per il conferimento del rifiuto trattato, organico e inerte, ma che dovrebbero pensarci gli altri. Ribadisce insomma che mai la sua giunta accetterà discariche, o impianti, sul territorio della Città Eterna. 

"Non vogliamo la discarica a Pian dell'Olmo, nella zona nord di Roma, e non vogliamo nuove discariche nel nostro territorio. Un territorio che è stato devastato per decenni dalla presenza della più grande discarica d'Europa, quella di Malagrotta, e che non può permettersi altri impianti di questo tipo. Sono al fianco dei cittadini e di tutti i sindaci dell'area che si oppongono a questa ipotesi. #NoPianDellOlmo #NoNuoveDiscariche" scrive ancora sui social network la prima cittadina grillina. Lo stesso viene ribattuto e condiviso da tutti i consiglieri di maggioranza, in riferimento al progetto di costruzione di una cava per l'immondizia di Roma, presentato da un privato, la Torre di Procoio srl, e in fase di valutazione in Conferenza dei servizi. 

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Non solo il Campidoglio non vuole sentirne parlare, ma attacca la Pisana per essere tornati su un'ipotesi - una discarica su quell'area - già scartata sette anni fa, quando a presentarla era Manlio Cerroni. Perché aprire una Conferenza dei Servizi su un progetto (non identico ma molto simile) che si è già scontrato con vincoli ostativi? "A Pian dell'Olmo non potrà mai esserci nessuna discarica e noi ci opporremo in tutti modi a qualsiasi tentativo di superare i vincoli che, come Valeriani (assessore all'Ambiente della regione, ndr) dovrebbe sapere, ci sono e sono già conosciuti da tutti" attacca il capogruppo M5s Giuliano Pacetti. 

"Zingaretti contraddice se stesso e apre la conferenza dei servizi per trasformare Pian dell'Olmo in una nuova Malagrotta - continua Pacetti - soltanto due anni fa, infatti, la Regione Lazio aveva rigettato la richiesta di Via del proprietario del sito, il solito Manlio Cerroni. Adesso, nonostante innumerevoli motivazioni di natura tecnica e il parere contrario del Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale, inviato a gennaio 2019 e irritualmente non pubblicato dalla stessa Regione nonostante una nota di segnalazione inviata il 6 giugno, cambia idea e avvia l'istruttoria per trasformare un'area di 45.000 metri quadrati in un'enorme discarica capace di contenere 700.000 metri cubi di rifiuti"

Lo stesso assessore Valeriani replica così: "La conferenza dei servizi è una procedura prevista dalla legge: oggi erano presenti amministratori locali, comitati e associazioni di cittadini, che presenteranno pareri e osservazioni. Se ci sono vincoli ostativi l'iter amministrativo si chiuderà con un giudizio negativo". Il che comunque non toglie a Roma le castagne dal fuoco: il problema della gestione del ciclo dei rifiuti rimane. "Pensare di trattarli e smaltirli nelle altre province del Lazio, nelle altre regioni italiane e in paesi esteri non è una soluzione sostenibile, oltre ad essere estremamente onerosa" ribadisce Valeriani. Non è la prima volta che la Regione bacchetta il Campidoglio sul fronte impianti. Il principio dell'obbligo di smaltimento nei propri confini territoriali (i cosiddetti Ato, Ambiti territoriali ottimali) è già stato inserito nella bozza del Piano rifiuti regionale, licenziato dalla giunta a fine gennaio, ancora da votare in Aula. 

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