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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Una discarica per Roma, M5s in un vicolo cieco: in Comune le proteste, in Regione grillini d'accordo con Zingaretti

Scontro aperto tra Raggi e il governatore del Lazio, ma anche dentro il Movimento le posizioni sull'ipotesi discarica divergono

Una discarica per Roma? L'ipotesi è emersa nelle linee guida del Piano rifiuti regionale e ha subito acceso lo scontro. La sindaca Virginia Raggi è saltata sulla sedia: "Quel Pd che nel 2013 festeggiava la chiusura di Malagrotta chiede la riapertura di una discarica, è gravissimo. In questa Aula siamo chiamati a difendere Roma". Con lei i consiglieri comunali, all'unisono sui social: "Il Partito democratico vuole una nuova Malagrotta". Sull'altra sponda il governatore Nicola Zingaretti pronto a difendersi: "Data la lentezza con cui cresce la differenziata, dubito che Roma possa fare a meno di una discarica". Il Comune grillino contro la Regione a guida dem. Ma non solo. Le divergenze sono palesi nello stesso Movimento. 

Le diverse posizioni dei grillini 

"Sui principi enunciati da Zingaretti e Valeriani c'è poco da eccepire" ammettono candidi i pentastellati in Regione, con una nota stampa che sostanzialmente dà per buona la bozza del piano. D'altronde, sotto sotto, lo sanno bene anche i consiglieri comunali che la situazione romana è critica, con un impianto Tmb fuori uso e la discarica di Colleferro che chiuderà entro l'anno. Dietro le dichiarazioni via Facebook e gli interventi di protesta in aula Giulio Cesare (ieri il consigliere Pietro Calabrese è stato espulso), le preoccupazioni serpeggiano da tempo tra gli eletti della maggioranza

I dati, preoccupanti, della differenziata

Il ministro Costa, dal canto suo, si è schierato con Raggi e ha allontanato l'ipotesi discarica perché "la differenziata a Roma sta crescendo talmente tanto che va considerata il punto di riferimento". Ma i numeri, a onor del vero, non sono così confortanti. Oggi la differenziata è al 45%. Difficile pensare di raggiungere gli obiettivi millantati dal Campidoglio (il 70%, e l'autosufficienza, nel 2021) solo con gli impianti per il compostaggio e il multimateriale ipotizzati da Ama nella recente bozza del piano industriale. Tredici nuove strutture che dovrebbero salvare la città e far schizzare la sua percentuale di differenziata a livelli record. A parte il fatto che ad oggi ce ne sono solo due dei quali si conosce ubicazione e progetto, Cesano e Casal Selce fermi in regione da un anno per l'iter autorizzativo (QUI IL PUNTO SUGLI IMPIANTI), e pensare di realizzarne tredici in un anno sembra pura fantasia. 

Perché, per la Regione, serve una discarica a Roma

Ma il nodo vero è che fare di quel 55% di "tal quale" che Roma smaltisce, con costi esosi e tempi lunghi, fuori dalla regione. Il modello del trasferimento oltre confine, (quando si riesce ad aggiudicare le gare) non funziona. E lo dimostrano le continue emergenze che riducono secchioni e marciapiedi in condizioni disastrose. Da qui il monito della regione: "Roma dovrà smaltire i rifiuti nel Comune". In ottemperenza ai principi di "prossimità e autosufficienza" fissati dal decreto Ronchi del '97, poi modificato e aggiornato nel 2006. 

A questo scopo, nel piano regionale, è stato individuato un sub Ato (Ambito territoriale ottimale) che coincide con il confine di Roma Capitale. Da qui la necessità di avere una discarica "in casa". Dove? Per il momento non è dato saperlo. C'è una lista con aree ritenute idonee a ospitare impianti e discariche, consegnata a gennaio dalla Città Metropolitana a Regione e Ministero. Alcune sono indicate dentro i municipi XIV, IV, VI, XI, tra IX e X. Altre fuori dal comune: tra Cerveteri e Ladispoli, a Rignano Flaminio, Morlupo, e Magliano Romano. Una mappa che ha scatenato le immediate proteste dei sindaci dei Comuni interessati. E che comunque non corrisponde ad alcuna indicazione precisa sull'area destinata, eventualmente, ad accogliere l'invaso. La soluzione al rebus, oltre gli scontri politici, è ancora lontana. 

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