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Discarica Pian dell'Olmo, rifiuti tra vincoli e reperti archeologici: “Per territorio sarebbe la fine”

I Comuni intorno alla cava indicata per divenire discarica serrano i ranghi: "Sito non è idoneo", si allinea il Campidoglio: "Siamo qui per ostacolare ipotesi di realizzazione"

Nel 2009 toccò a Quadro Alto poi, per ben due volte in appena sette anni, a Pian dell’Olmo: ci sono sempre le cave di tufo dismesse lungo la via Tiberina tra le aree più ambite per la realizzazione della discarica a servizio di una Roma sempre più in emergenza rifiuti. Già perché dopo il procedimento archiviato nel 2017 l’ipotesi di una discarica a Pian dell’Olmo è prepotentemente tornata in auge. 

L'ipotesi discarica a Pian dell'Olmo

A presentare la richiesta la Torre di Procoio srl intenzionata a realizzare una "piattaforma per lo smaltimento definitivo dei residui prodotti dal processo dell'end of waste". 

Secondo i piani della società, nella cava tra Municipio XV e Comune di Riano, all’estremo nord di Roma, dovrebbero finire "esclusivamente i residui provenienti da impianti di trattamento e valorizzazione dei rifiuti, esistenti e in via di realizzazione, nell'Area Metropolitana che è ormai costretta allo smaltimento dei rifiuti presso altre regioni".

700 mila metri cubi di immondizia da smaltire "su più lotti collocati ad altezze differenti" con l'obiettivo di "garantire il recupero morfologico della cava dismessa". Da qui l’apertura da parte della Regione, come da prassi, di una Conferenza dei Servizi con tutti gli enti e i territori coinvolti per relativi pareri e osservazioni. Una discarica, quella di Pian dell’Olmo, che nessuno sembra però volere. 

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Il braccio di ferro tra Campidoglio e Regione Lazio

I Comuni limitrofi alla cava, compreso il Municipio XV di Roma, si sono detti contrari; Roma Capitale anche ingaggiando un eterno braccio di ferro con la Regione Lazio che a più riprese non ha mancato di sottolineare al Campidoglio la necessità che Roma sia autosufficiente nello smaltimento dei suoi rifiuti rispettando gli altri enti locali, ora destinatari della spazzatura della Capitale, e arginando i costi esorbitanti per portare fuori gli scarti. 

Discarica a Pian dell'Olmo: la protesta del territorio

Sul piede di guerra il territorio dove ancora campeggiano striscioni e bandiere delle vecchie battaglie contro la discarica di Quadro Alto prima e Pian dell’Olmo più di recente. Il 24 giugno scorso, in occasione del primo appuntamento della Conferenza dei Servizi, la grande manifestazione di Comitati e cittadini in via del Tintoretto, sotto il dipartimento Urbanistica della Regione Lazio: tutti uniti per ribadire il ‘No’ alla discarica di Pian dell’Olmo. 

Una linea tenuta anche dai partecipanti alla Commissione Capitolina di Roma Capitale convocata proprio nella cava in cui la Torre di Procoio srl vorrebbe destinare i rifiuti. Assente la Regione Lazio.

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Pian dell'Olmo: rifiuti tra vincoli e reperti archeologici

"La nostra volontà - ha detto il presidente della commissione, Daniele Diaco – è ostacolare in ogni modo la realizzazione di questo impianto". 

Numerose le criticità elencate: dai vincoli archeologici e paesaggistici, alla presenza di reperti archeologici. Non solo. A preoccupare anche il rischio di inquinamento per quella falda acquifera sottostante la cava che confluisce nel fosso della Fontana Larga che a sua volta, prima di sfociare nel Tevere, si immette nel sito idropotabile di Grottarossa: da li infatti, in caso di emergenza, viene prelevata l'acqua destinata alle case dei cittadini romani come accadeva, prima del divieto assoluto, al lago di Bracciano. 

Pian dell'Olmo: rifiuti tra vincoli e reperti archeologici

Tutto già noto dai tempi delle prime ipotesi di discarica a Pian dell’Olmo. Ma repetita iuvant, così il Comune di Riano tenta di proteggere vivibilità della zona e “bellezze inestimabili”. 

“Sul nostro territorio abbiamo la Torre di Procoio, un manufatto del 1600. Intorno tombe etrusche e il borgo medioevale con gli affreschi. La discarica arriverebbe proprio a ridosso. Anche l’Università Sapienza sta effettuando degli scavi. E’ folle poter pensare di mettere una discarica in un’area di tale pregio archeologico” – hanno ribadito dalla Giunta di Riano

Un territorio che, anche solo per le cicliche voci sulla realizzazione di una discarica, teme anche il contraccolpo economico. Non ne fa mistero il sindaco Ermelindo Vetrani: “Tutte le riunioni fanno emergere come il sito, che in parte deve essere pure scavato, non sia idoneo. Ci sono tutta una serie di criticità che depongono a sfavore dell’utilizzo di quell’area. Nonostante ciò il nostro territorio è alla terza indicazione: dopo Quadro Alto – ha ricordato il primo cittadino - siamo alla ‘seconda chiamata’ per Pian dell’Olmo. Ma qui ne va del tessuto economico, commerciale e produttivo oltre che un nervosismo diffuso. Siamo stufi”. 

Il Municipio XV: "Ipotesi discarica mina serenità territorio"

A fargli eco il presidente del Municipio XV, Stefano Simonelli: “Qui il fatto è che la stessa cosa è stata presentata con un vestito un po’ diverso. Con il resto dei Comuni capiremo come agire per sollecitare gli enti intervenuti nella prima Conferenza dei Servizi perché non si caschi nel silenzio assenso che vorremmo scongiurare. Speriamo che questa – ha aggiunto il minisindaco - sia l’ultima occasione in cui si parla della discarica di Pian dell’Olmo che mina la serenità del territorio dal punto di vista economico e patrimoniale creando un percepito inammissibile, soprattutto se dall’altra parte si lavora per valorizzare un grande patrimonio a vocazione agricola e anche archeologica”. 

Fuori dalle registrazioni della Commissione Ambiente impegnata sul tema la voce di chi da anni vive e lavora accanto alla cava che il privato vorrebbe trasformare in una discarica: un invaso da 45mila metri quadri per 700mila metri cubi di rifiuti

“Se qui facessero la discarica per noi sarebbe la fine. E siamo qui da sessant’anni” – si sfoga la titolare de ristorante ll Grottino, tra i più famosi della zona. “Sarebbe un disastro per tutte le aziende del territorio e l’indotto”. 
 

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