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Caos metro, Marino non esclude sanzioni: "Il 40% dei macchinisti non timbra"

Al termine di una nuova giornata difficile per le metro romane il primo cittadino ha promesso il pugno duro: "Proseguiremo con naturale severità". Poi ha annunciato: "In 120 sulle banchine per aiutare i romani"

Corse a rilento. Attese infinite. Banchine stracolme. Aria condizionata fuori uso. Al termine di una nuova giornata critica per le metro romane è il sindaco Ignazio Marino ad annunciare il pugno duro verso i macchinisti Atac. Il primo cittadino ha annunciato una "task force" per "studiare comportamenti individuali", non esclude sanzioni, annuncia che sta informando il Prefetto "minuto per minuto". Un discorso infuocato affidato ad un messaggio video pubblicato su Facebook. 

Il dito di Marino è puntato contro i macchinisti: "In questo momento abbiamo, purtroppo, il 40% dei macchinisti a guida delle metropolitane e delle ferrovie che si rifiuta di timbrare il cartellino. Io credo che questo sia inaccettabile. Dobbiamo proseguire con il nostro atteggiamento che è di naturale severità, rispetto ai dipendenti dell’Atac, fino a quando il problema sarà risolto" spiega annunciando una 'squadra speciale' in azione sulle banchine per aiutare le persone "nei momenti di massimo addensamento". 

Il primo cittadino annuncia conseguenze: "Ieri pomeriggio ho chiesto al direttore generale dell'Atac, il dottor Micheli, di mettere insieme una task force per studiare i comportamenti individuali e capire esattamente cosa sta accadendo, e se è il caso di arrivare a delle sanzioni" spiega. "Per me risolvere il problema significa avere da un lato i dipendenti dell'Atac che lavorano con attenzione e diligenza e che timbrano il cartellino, e ce ne sono molti che lavorano bene, dall'altro avere i nostri treni che ritornano alla normalità per offrire il sevizio giusto alla città". 

Ci sarebbe solo il badge, quindi, per il Campidoglio all'origine del malcontento che ha creato i disagi di questi giorni. Una versione diversa da quanto raccontato, per esempio, da un gruppo di lavoratori Atac della Roma-Lido, in una lettera riportata ieri dalla pagina Facebook del M5S di Roma. I lavoratori hanno parlato di "pessimo stato dei treni in servizio sulla nostra ferrovia, materiali già usurati da decenni di servizio su altre linee o addirittura mai utilizzati vista la loro inaffidabilità". E ancora: "Scarsità di ricambi e carenza d'organico". E infine: "Il peggioramento del servizio, giunto in questi ultimi giorni quasi al blocco totale, è frutto quindi del pessimo stato dei materiali rotabili e dell' impossibilità di coprire i turni oltre l'ordinario".

La situazione è stata commentata anche dalla Cgil di Roma e del Lazio: "Quello che sta accadendo a Roma è il frutto di anni e anni di cattive gestioni. La fatiscenza delle infrastrutture e la carenza di mezzi e personale, non sono una novità dell'ultima ora". Continua il sindacato: "I vertici aziendali, pur conoscendo perfettamente la realtà, continuano a rilasciare dichiarazioni che hanno il chiaro intento di scaricare sui lavoratori un disservizio evidente, con un gioco al massacro. In questo modo si sta mettendo a repentaglio l'incolumità dei lavoratori e lo stesso futuro dell'azienda pubblica, è da irresponsabili non vedere ciò che sta accadendo e soprattutto immaginare ciò che potrà accadere in un prossimo futuro". Domani i sindacati incontreranno l'amministrazione capitolina: "Proveremo per l'ennesima volta a spiegare le nostre ragioni, confidando in una presa in carico delle responsabilità che competono a chi si è preso l'onere di migliorare le condizioni di vita dei lavoratori e dei cittadini romani e non il contrario".

Replica la Fit Cisl Lazio: "Non ci si poteva che aspettare una reazione alle azioni unilaterali di un'azienda che troppe volte si è dimostrata incapace di gestire i processi di riorganizzazione in tempi ristretti al fine di renderla più efficiente nell'espletare il proprio 'core business'" afferma in un comunicato Gianluca Donati, segretario della mobilitaà della Fit Cisl Lazio.. Il sindacato ricorda l'annullamento di parte della contrattazione integrativa: "Non poteva che provocare scossoni. Le dichiarazioni mediocri di generalizzazioni o colpevolizzazioni di alcune categorie di lavoratori da parte di alcuni dirigenti di Atac o ancor peggio di alcuni esponenti di Roma Capitale sono solo figlie dell'ignoranza circa le regole e le procedure del Tpl, soprattutto nel settore Metroferroviario. Con l'aggravante che, così facendo, si mette in discussione la sicurezza degli operatori e si provocano gravi atti di persecuzione degli stessi, degni dei peggiori momenti della 'schiavitù" continua. "La Fit Cisl Lazio oltre a condannare tutti gli episodi di violenza sta dimostrando sui tavoli la volontà di traguardare il percorso di riorganizzazione di Atac, confronto che dovrà evitare che siano esecutive le disdette dell'integrativo di Atac e dei relativi livelli retributivi per i quali da sempre diciamo che sono intoccabili. Invitiamo l'azienda e le Istituzioni a trattare i propri dipendenti per quello che sono: un valore".

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