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Disabili, case famiglia a rischio stop: 8 milioni dalla Regione. Salvo anche il centro Ciampacavallo

Dietrofront sulle modalità di erogazione dei fondi. Ci penseranno le Asl, Roma Capitale è esentata dalla gestione. Si salvano così decine di realtà socioassistenziali

Otto milioni di euro da destinare a una cinquantina di case famiglia per disabili, autistici gravi, sparse sul territorio di Roma. Li stanzierà a stretto giro la Regione Lazio, è la promessa, per scongiurare il rischio che le strutture, centri socioassistenziali a carattere non sanitario, siano costrette a stoppare i servizi. Tra le attività salvate, a seguito della denuncia raccolta da RomaToday, anche il maneggio della Ciampacavallo onlus, eccellenza tra i percorsi riabilitativi che utilizza anche la pet therapy all'aperto. 

Ma la lista di centri, tra diurni, semiresidenziali e residenziali con presa in carico h24, era lunga. Per citarne solo alcuni: l'istituto Vaccari, la Virtus Italia onlus, la Residenza dei giardini futuri, la Villa Arcobaleno, Una casa per vivere, la Villa della Rosa 2, l'associazione Altro Sentiero, la cooperativa Il Tamburo. Tutti deputati con i loro servizi a sollevare il percorso di vita dei disabili e delle loro famiglie. 

Perché erano a rischio? Dal 1 gennaio 2020 le strutture in questione non dovevano più essere in carico alle Asl. Con una memoria di giunta dello scorso ottobre, la Regione Lazio fissava per questo tipo di residenze una nuova modalità di gestione dei fondi: dei finanziamenti ad hoc con il bilancio regionale da stornare ai Comuni, a Roma Capitale nel caso di specie. 

In seguito alla memoria di giunta, le Asl hanno inviato delle note ai gestori chiedendo lo stop temporaneo delle fatture delle rette mensili fino a nuova comunicazione. Sulla carta i fondi dovevano arrivare dal dipartimento Politiche sociali di Roma Capitale tramite i municipi. Ma il dipartimento sul punto ha declinato ogni reponsabilità. 

La versione del Campidoglio

"L’amministrazione capitolina  allo stato attuale, non ha alcun tipo di informazione sui casi specifici, né, tanto meno, le risorse economiche" è scritto in una nota stampa dell'assessora M5s Veronica Mammì. "La disponibilità di eventuali risorse economiche è stata comunicata solo in data 15.01.2020 dalla Regione Lazio, ma allo stato attuale le procedure non risultano essere state avviate, né concordate". Da parte sua la Pisana replica che i fondi sarebbero arrivati in seguito alla presentazione di specifici progetti per ogni centro, che il Comune avrebbe dovuto raccogliere dagli enti gestori tramite prima l'iscrizione al registro di accreditamento poi ad appositi bandi di gara. Che però non erano ancora partiti. 

L'intervento della Regione 

Ora Roma Capitale è stata sollevata dall'incarico. Si torna indietro alle vecchie modalità: i finanziamenti per tenere in piedi le realtà ci sono, otto milioni di euro circa, e saranno nuovamente le Asl - con fondi del bilancio regionale - a finanziare i centri. Una bella notizia, al netto di polemiche e rimpalli, per tutte le famiglie coinvolte. 

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