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Va al bar e non timbra il cartellino: licenziata dipendente comunale. Il legale: "Stava male"

Prima applicazione del decreto Madia in Campidoglio. L'avvocato Torcicollo: "E' uscita tre minuti per bisogni fisiologici. Poi nel rientrare si è sentita male. Ci difenderemo in ogni sede"

Licenziamento lampo ai sensi della legge vigente, perché sorpresa fuori dagli uffici comunali di via della Greca il 20 aprile scorso. Era uscita per recarsi al bar, senza timbrare il badge. E' la prima applicazione in Campidoglio del decreto Madia, varato dal Governo per mettere un freno ai "furbetti del cartellino". Lei, Letizia Beato, dipendente comunale da oltre trent'anni, ha ricevuto ieri il provvedimento di sospensione dal lavoro, ma - è questione di giorni - lo impugnerà d'urgenza al Tribunale del Lavoro, difesa dall'avvocato Giuseppe Pio Torcicollo. 

"E' un caso vergognoso, una totale ingiustizia, non ha niente a che vedere con le truffe che il decreto legge mira a fermare" commenta a RomaToday il legale della donna, straconvinto di poter vincere la causa. "Non difendo gli indifendibili, i furbetti del cartellino vanno licenziati ma non è questo il caso". Ricostruisce quanto accaduto. "La mia assistita è uscita qualche minuto per un bisogno fisiologico, per prendere una camomilla al bar. Ha lasciato la borsa e il portafoglio dentro l'ufficio. Si è solo dimenticata di budgiare". Poi però non è rientrata. "E' inciampata su un marciapiede ed è stata portata al Pronto Soccorso. Ha un braccio rotto. Lo vedrà in tv, perché saremo in diversi programmi per denunciare quanto sta accadendo". 

Non sarà difficile dimostrare che la signora Letizia è stata ricoverata in ospedale, ragion per cui non è tornata sul posto di lavoro. E per quanto riguarda il fatto di essere uscita solo qualche minuto recandosi al bar più vicino, "ci sono testimoni che possono dimostrarlo". Solo una dimenticanza dunque, quella della mancata timbratura in uscita, che però il provvedimento fa rientrare "nella fattispecie della falsa attestazione della presenza in servizio".

"La mia cliente non aveva alcuna intenzione di restare fuori dall'ufficio - spiega ancora l'avvocato - non è andata a fare una piacevole passeggiata in via del Corso". Poi l'arringa: "Siamo davanti a un abuso, il Comune ha applicato alla lettera la legge dimostrando di essere incapace di distinguere caso per caso e di voler solo far vedere di avere il braccio forte. C'è chi si assenta quattro ore e resta impunito". 

IL DL MADIA - Ma esattamente, cosa prevede il decreto governativo anti assenteisti emanato lo scorso febbraio? Il dipendente colto in flagrante a imbrogliare lo Stato verrà sospeso dal servizio e dalla busta paga entro 48 ore. Percepirà un assegno di sostentamento durante il tempo necessario al provvedimento disciplinare, ma, a giudizio concluso, rischierà il licenziamento e una multa pari ad almeno sei mesi di retribuzione. Pena quest'ultima che verrà valutata dalla Corte dei Conti, sulla base del danno di immagine subito dalla pubblica amministrazione.

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