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Marino non si dimette più? Il piano di Renzi e Orfini per bloccare il 'marziano'

I consiglieri democratici sarebbero pronti a dimettersi in massa qualora Marino decidesse di ritirare le dimissioni. Un modo per evitare un faccia a faccia in Aula tra il primo cittadino e la maggioranza 'dem'

Pronti dimettersi in massa. I consiglieri di maggioranza Pd hanno definitivamente abbandonato il sindaco Ignazio Marino. Dopo l'incontro d'urgenza indetto ieri al Nazareno dal commissario Matteo Orfini in seguito alla conferenza stampa del primo cittadino, è infatti chiaro come, conti alla mano, la "verifica" accennata da Marino non finirebbe a suo favore. Tutti i consiglieri capitolini del Partito democratico, compresi i dieci 'dissidenti' della prima ora, sarebbero ormai decisi a staccare definitivamente la spina al governo del marziano. 

Non solo il richiamo di Orfini che ha radunato i consiglieri per assicurarsi un solido 'piano B' rispetto ad un eventuale ritiro delle dimissioni. Sarebbe stato proprio il premier Matteo Renzi, che sulla Capitale punta a voltare pagina il prima possibile, a chiedere agli eletti dem la disponibilità di lasciare gi scranni dell'Assemblea Capitolina qualora Marino decidesse di fare un passo indietro. E anche se qualche voce smentisce il pressing del premier, il risultato non cambia: l'idea sarebbe stata accolta da tutti gli esponenti capitolini. 

In questo modo si eviterebbe un confronto diretto in Aula tra Ignazio Marino e la 'sua' maggioranza Pd. Basterebbero infatti altri sei consiglieri oltre a quelli Pd per fare in modo che il sindaco venga destituito dal suo incarico senza passare dall'Aula. Il primo cittadino non avrebbe comunque i numeri per superare un'eventuale mozione di fiducia. E lo stesso Marino lo sa. Ma un 'faccia a faccia' con i suoi consiglieri sarebbe comunque una vittoria per il primo cittadino dimissionario che preferirebbe una 'sfiducia' politica a dimissioni causate da polemiche su un sospetto utilizzo distorto di soldi pubblici.

Il finale sembra comunque già scritto: il 2 novembre Ignazio Marino non sarà più il sindaco di Roma. Per superare un'eventuale 'prova d'Aula', così come delineato questa mattina anche dalla sua fedelissima Alessandra Cattoi, al primo cittadino servirevvero 25 consiglieri per ottenere la maggioranza dei 48 consiglieri totali. I numeri parlano chiaro: Marino non sopravviverebbe a una mozione di sfiducia. Togliendo i 19 del Pd e l'opposizione di centrodestra, Movimento Cinque Stelle e Lista Marchini, infatti, col sindaco potrebbero restare i 5 della sua Lista civica (Franco Marino, Luca Giansanti, Svetlana Celli, Rita Paris e il radicale Riccardo Magi), uniti ai 4 di Sel, che ultimamente gli hanno manifestato più di un'apertura (Gianluca Peciola, Gemma Azuni, Annamaria Cesaretti e Imma Battaglia) e a un ipotetico 'appoggio esterno' di Mino Dinoi, consigliere del Gruppo misto ex Lista Marchini. Dieci consiglieri. Nemmeno un terzo. 

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