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Pinuccia Montanari in pillole: i due anni dell'ormai ex assessora di Roma Capitale

Era subentrata a Paola Muraro nel dicembre del 2016. Dai "topi mai visti a Roma" al lancio delle pecore tosaerba, ecco tutte le perle regalate in due anni di amministrazione

Due anni trascorsi in Campidoglio. Dal dicembre del 2016 Pinuccia Montanari ha infatti preso le deleghe lasciate da Paola Muraro, dimessasi a seguito di un avviso di garanzia. Da allora l'assessora venuta da Reggio Emilia ha gestito la patata bollente dei rifiuti e dell'ambiente. Lo ha fatto in maniera generosa, con uno slancio che spesso ha prestato il fianco al pubblico ludibrio.

I topi a Roma

Alcune volte Montanari è sembrata una marziana. Come quando nella primavera del 2017, vantandosi di essere "una sopralluoghista", dichiarò di "non aver mai visto un topo a Roma". Un problema di diottrie probabilmente, perchè in quello stesso periodo nella Capitale ne venivano avvistati continuamente. E non solo avvistati visto che appena una settimana prima, a Villa Gordiani, un bambino di tre anni era stato morso proprio da un roditore.

Le pecore tosaerba

Un anno più tardi, per affrontare i continui rituardi nello sfalcio delle aree verde, in accordo con la Sindaca, Montanari lanciava le pecore tosaerba. "Un'attività che già viene fatta alla Caffarella e che vorremmo estendere  agli altri parchi e grandi ville".  Venne anche stilato un elenco di 20 aree che avrebbero beneficiato di questo servizio. A differenza dei topi, le pecore però  non si sono mai viste in città. Il progetto, rapidamente naufragato, ha finito per l'offrire il fianco ai detrattori che, ironizzando sul proposito di utilizzare le pecore in 20 parchi cittadini, hanno suggerito di ricorrere a cinghiali e maiali per eliminare la spazzatura e l'umido.

Il Giardino d'Europa

Il rapporto con gli alberi è stato un altro tasto dolente. Montanari si è trovata a dover gestire un patrimonio arboreo imponente, senza i mezzi per farlo. I ritardi nell'elaborazione del bando per la manutenzione del verde verticale ed orizzontale, sicuramente non l'hanno aiutata. Ma ci ha messo del suo, avvallando il taglio di piante la cui sostituzione non è mai arrivata, come nel caso delle 48 robinie di via della Villa di Lucina, a San Paolo. Ancor più clamorosa l'improvvida messa a dimora di centinaia d'alberelli in alcuni parchi cittadini. Erano stati piantati col proposito di trasformare la Capitale nel "Giardino d'Europa", operazione lanciata annunciando piantumazioni i cui numeri, com'è stato dimostrato, si sono rivelati gonfiati. Il destino di molti alberelli è stato infausto. A centinaia non hanno superato l'anno. Ancora peggio è andata ai peri piantati a maggio alla Garbatella, clamorosamente fuori stagione. Hanno impiegato pochissimo a seccarsi.

Montanari ed i rifiuti

Montanari ha dovuto affrontare anche la complicata questione dei rifiuti a Roma. E' stato quello il vulnus più evidente della sua amministrazione. La gestione del TMB Salario prima dell'incendio, con i convogli maleodoranti dimenticati per due mesi nella stazione di Villa Spada, vicino al centro abitato, ha rappresentato forse il caso più eclatante di malgoverno. Tra l'altro anche la successiva gestione di quei convogli ha lasciato molto a desiderare. In ogni caso gli esempi di malagestione dei rifiuti, è davvero corposo e non sempre le responsabilità vanno imputate solo all'assessora venuta da Reggio Emilia.

Tutta farina del suo sacco è stata invece la scelta di schierarsi con AMA anche laddove, l'evidenza, avrebbe suggerito un atteggiamento diverso. Su tutti il caso registratosi nell'agosto del 2018. A fronte di un municipio VIII sommerso dai rifiuti, il locale minisindaco aveva deciso di manifestare sotto la sede di AMA per chiedere di rispettare il contratto di servizio. In quell'occasione Montanari si è superata. Mettendo in dubbio una condizione di totale inadempienza, ben evidente ai residenti di quel territorio, ha avanzato l'ipotesi di ricorrere alle vie legali per procurato allarme. Sarebbe bastato farsi un giro per i quartieri invasi dai rifiuti, per rendersi conto di quale fosse la reale situazione. Dopotutto, per una sopralluoghista,  si sarebbe trattato di ordinaria amministrazione.

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