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Politica Esquilino / Via Napoleone III

Casapound e il palazzo (occupato) della discordia che resta del Demanio

Occupazione a scopo abitativo e sede nazionale di Casapound: il palazzo in mano all'associazione di destra di Via Napoleone III torna a far discutere

Si torna a parlare del “palazzo di Casapound”, o meglio, dello stabile di via Napoleone III, in pieno Esquilino, sede dell'associazione di estrema destra e occupato da anni.

Dopo le denunce lanciate dal Pd capitolino tra aprile e maggio scorso riguardanti la presenza di una voce nel bilancio di Roma Capitale di 11 milioni destinati all'acquisto di quell'immobile, lo stabile in mano all'associazione torna quindi a essere il sasso lanciato nello stagno del Campidoglio.

Innanzitutto, il primo dato di fatto è che, al contrario di quanto si poteva presumere, il comune non lo acquisirà e quindi resterà, come ora, del Demanio. Un pensiero possibile, prima del cambio di direzione, era quello che immaginava l'acquisizione come un dono dello stabile da parte del comune che si ritroverà i candidati di Casapound come avversari alle prossime elezioni. Così non è andata però e intanto il polverone si è alzato.

Diverse voci si sono levate dall'opposizione sull'argomento, denunciando tutti a spron battuto l'inopportunità di spendere quel denaro per l'immobile da destinare all'associazione che, di fatto, lo abita da tempo definendola “occupazione a scopo abitativo.”
Marco Miccoli, solo ieri, tuonava: “Il Pd si batterà in ogni modo contro questo ennesimo favore che il peggior sindaco che Roma abbia avuto vorrebbe fare ai suoi sodali e alleati di destra. Comunque questa vergognosa delibera pro Casapound sarà il primo atto che elimineremo a giugno quando le forze democratiche governeranno Roma e Alemanno sarà stato cacciato via dal voto popolare”.

Simili le parole di Athos De Luca, preoccupato non solo per via Napoleone III ma anche per via Cesena perché: “Ieri pomeriggio in Consiglio Comunale la maggioranza ha posto all’ordine del giorno la proposta di delibera 47 riguardante un Protocollo d’Intesa tra l’Agenzia del Demanio e Roma Capitale. Il PD chiede che sia tolta dalla delibera l’acquisizione per € 11.800.000 del fabbricato sito in Via Napoleone III attualmente occupato dal Movimento di estrema destra Casa Pound e di sostituirlo con l’acquisizione dell’area di via Cesena nel IX Municipio da destinare al verde attrezzato per anziani e bambini come richiesto in venti anni di battaglie degli abitanti del quartiere soffocati dal cemento”.

L'aspetto più curioso della vicenda è che Casapound in primis è contraria all'acquisizione. Perché? Loro lo spiegano così: “L’acquisizione dello stabile di Via Napoleone III, occupato da CasaPound che ne ha fatto la sua sede nazionale, rappresenta una colossale e vergognosa 'marchetta elettorale' del valore di quasi 12 milioni di euro.
Gianluca Iannone, il presidente, ricorda poi come Casapound ci è rimasta nel palazzo dell'Esquilino: “Via Napoleone III è un'occupazione a scopo abitativo che rientra tra le occupazioni storiche di Roma riconosciute dal Comune e dall'allora sindaco Walter Veltroni con la delibera 206/2007.”

A ben vedere la soluzione accontenta tutti: il comune e il sindaco non potranno più essere tacciati di sperpero di denaro destinato a un'associazione di estrema destra, l'opposizione vede salvi i suoi principi e Casapound stessa rimane a casa sua senza “dovere” nulla a nessuno, futuri avversari politici compresi.
 
E il nodo della questione, se lo si vuol cercare, forse è proprio qui: mentre si pensa ai soldi del bilancio e alle delibere, non si guarda alla natura di quello che quel palazzo rappresenta: la casa occupata di famiglie in emergenza abitativa, militanti compresi e parallelamente la sede di un'associazione che presenta candidati alle prossime elezioni nei Municipi, al Comune e in Regione.

Intanto, il Campidoglio per abbassare definitivamente il polverone ha diramato una nota ufficiale, tramite il  suo ufficio stampa, sulla questione: “L'Amministrazione capitolina ha da tempo raggiunto l'accordo con il Demanio dello Stato per sostituire l'immobile di via Napoleone III con altri beni all'interno dello scambio di edifici previsto. Risulta pertanto evidente che lo stabile non rientra più nell'elenco delle acquisizioni strategiche pianificato da Roma Capitale".
 

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