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Più poteri per Roma, ecco il decreto: un Ufficio speciale e gestione autonoma su rifiuti e trasporti

Dieci gli articoli nella bozza firmata dal deputato Francesco Silvestri. Tra le disposizioni la gestione autonoma delle emergenze e l'accesso diretto ai fondi europei

Decisioni autonome sui rifiuti e sui trasporti in primis, poi un rapporto diretto e sistemico con il Governo centrale tramite l'istituzione di un Ufficio speciale. Come promesso dal capo politico grillino Luigi Di Maio, c'è la bozza del decreto legge, dieci articoli in totale, contenente uno scheletro di quella riforma istituzionale tanto richiesta dalla sindaca Virginia Raggi. Più poteri per la Capitale d'Italia, da trattare come una delle grandi metropoli d''Europa e con la stessa autonomia delle Regioni a statuto ordinario. Il documento porta la firma del deputato Francesco Silvestri e gira da giorni nelle stanze del Campidoglio. 

Il nodo chiave punta nella sostanza ad aggirare le competenze attualmente in capo a Regione Lazio e Città metropolitana. Un esempio su tutti riguarda la gestione del ciclo rifiuti, menzionato all'articolo 6 della bozza, dove si "assegnano a Roma Capitale ulteriori funzioni amministrative, riservando ad essa prerogative più ampie nella delimitazione degli ambiti territoriali ottimali e nell’individuazione della tipologia di impianti". E non solo. Il Comune potrà "derogare al piano regionale di gestione dei rifiuti". Quindi anche siglare gli accordi direttamente con gli operatori di altri impianti, di altre regioni, senza passare dalla Pisana. 

Altra gestione diretta riguarderà poi il settore trasporti, altro dossier sempre caldo sul tavolo del sindaco di Roma di turno. All’articolo 4 della bozza si parla di "acquisizione diretta da parte di Roma Capitale dei fondi per il trasporto pubblico locale", a oggi distribuiti invece dalle regioni, e all'articolo 5 di dare alla città le "funzioni di pianificazione e di indirizzo di trasporto pubblico", ora di competenza della Città metropolitana. 

Poi ancora con il decreto si punta a un accesso diretto ai finanziamenti europei e una loro autonomia di gestione, come disposto all'articolo 8, mentre all'articolo 3 si accenna all'istituzione presso la presidenza del Consiglio dei ministri di un "Ufficio per Roma Capitale con contestuale istituzione di un’omologa struttura in Campidoglio". E ancora tramite questa nuova struttura anche un "tavolo di raccordo interistituzionale per Roma Capitale". Questo lo scheletro iniziale della riforma, una bozza che potrò comunque cambiare, che sarà oggetto di ulteriori proposte da parte della maggioranza, e che dovrà passare per una condivisione da parte delle altre forze politiche in parlamento. 

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