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De Vito arrestato, le arance tornano indietro: slogan, video e battaglie diventano sfottò contro il M5s

Quando Marcello De Vito, e i grillini, si facevano paladini della politica onesta. Tutti i boomerang mediatici sulla "lotta a sprechi e corruzione"

"Le mani libere del M5s rappresentano un valore importantissimo". Lo diceva Marcello De Vito, dall'alba di oggi in arresto con l'accusa di corruzione. Parole che tornano indietro dal passato come un boomerang sull'ormai ex presidente dell'Assemblea capitolina (già sostituito da Enrico Stefàno ed espulso dal M5s), tra gli ortodossi pentastellati romani, predicatore in prima linea di onestà e trasparenza in politica.  

"Possiamo colpire sprechi, privilegi e corruzioni con cui i partiti di destra e sinistra hanno campato per anni sulle spalle dei cittadini romani". Diceva così, in un video di presentazione come candidato sindaco nel 2016 pubblicato sull'allora blog di Beppe Grillo. Due minuti scarsi di autocelebrazione e promesse di cambiamento che oggi, alla luce dell'indagine che lo vede al centro di una rete corruttiva mirata a favorire imprese per intascare tangenti, sembra preistoria. Parlava di "onestà", "fango fino al collo" per gli avversari, "forza e consapevolezza" dei nuovi arrivati pronti a prendersi Roma. Frasi che rimbalzano sul web, dove, si sa, è difficile l'oblio. 

Basta una rapida ricerca per trovare scampoli del De Vito delle origini. Sulla bacheca di Facebook, nel 2015, condividendo uno status del leader Alessandro Di Battista, pubblicava le frasi: "Un esponente del PD ogni giorno si alza e sa che dovrà correre più veloce di una gazzella". Poi ancora: "Il PD è alla frutta (chiaramente, dato che gliene arrestano uno al giorno se parliamo di frutta parliamo di arance)". Un vero tormentone quello degli agrumi, da portare come da tradizione ai carcerati, simbolo del Movimento giustizialista che fu.

Tornano allora a galla, dagli archivi della rete, anche le foto con le arance che si scattavano i consiglieri di opposizione capitolini, De Vito compreso. Omaggio, si fa per dire, al sindaco Ignazio Marino per la storia della multe alla Panda rossa. E come dimenticare le mini proteste con i cartelli e la scritta "onestà", sempre dirette all'ex primo cittadino dem.

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Riavvolgendo a ritroso il nastro dell'ascesa al potere del Movimento romano, ecco poi la storica conferenza stampa per chiedere lo scioglimento del Comune, con gli arresti per l'inchiesta Mafia Capitale. Quando il pasionario Di Battista diceva: "Questa città ha speranza di cambiare solo se arriva al governo l'unica forza che non è scesa a compromessi con questo sistema: noi". E l'allora consigliera Virginia Raggi ripeteva: "A questa amministrazione non importa nulla degli interessi delle persone. L'onestà deve andare di moda".  E lo stesso De Vito sottolineava: "Serve un'amministrazione onesta e che sappia quello che deve fare. Noi siamo pronti". Anche qui un cesto di frutta rovesciata sul tavolo arredava il quadretto. Sempre le arance sono protagoniste, ironia della sorte, dell'ultimo post dell'ex presidente dell'Aula, del 15 marzo, per sponsorizzare il Festival "Italia terra di agrumi" appena presentato in Campidoglio. Una coincidenza che ha scatenato letteralmente la rete con centinaia di commenti sfottò ma anche carichi di rabbia e delusione. Chi di arance ferisce, è il caso di dirlo, di arance perisce. 

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