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Crespi contro Città Nuove e gli stracci tra Alemanno e Polverini

Luigi Crespi attacca: "La Polverini tenta di fare la Santanchè, ma di sinistra che sta a destra". Città Nuove risponde: "L'articolo è indubbiamente 'ispirato': e possiamo anche immaginare da chi"

Insofferenti l'uno verso l'altro. Tra Gianni Alemanno e Renata Polverini il gelo di questi mesi si è trasformato negli ultimi giorni in guerra aperta. E' servita la polemica  per il sito post Malagrotta a scoperchiare quello che negli ambienti del centrodestra era un'antipatia ormai evidente. In questi giorni in particolare però la guerra tra i due viene combattuta in prima linea dalle rispettive 'truppe'. E' infatti furiosa la polemica tra Luigi Crespi, spin doctor tra gli altri anche di Alemanno, e la fondazione Città Nuove.

Tutto nasce da un articolo, al solito arguto e provocatorio, pubblicato da Crespi sul proprio blog. Argomento la convention del movimento animato da Renata Polverini, Città Nuove. Un articolo uscito domenica. E' bene dire, quantomeno per mettere correttamente in fila i fatti e coglierne la lettura data da una parte, che l'editoriale di Crespi arrivava dopo una giornata, quella di domenica, in cui la governatrice non è stata affatto tenera con il sindaco Alemanno: “Acea? Io non l'avrei privatizzata. I debiti? Bisogna trovare i soldi. I rifiuti? ”Il governo parla, il Comune straparla e noi paghiamo. Ci metta la faccia pure lui”.

Crespi, concentrandosi solo sulla convention Città Nuove e, questo è doveroso sottolinearlo, ignorando completamente quelle che sono le critiche ad uno dei suoi tanti clienti, ha lanciato dure critiche: “Vintage, se volessi fare un complimento alla Presidente Polverini dovrei definire la sua convention vintage. Ma la governatrice non apprezzerebbe il gesto di galanteria e allora dirò che mettere delle sagome smorzate sul palco è una cosa da teatro d’avanguardia, ma degli anni ‘50, e che la presenza delle sagome sottolinea l’assenza della gente, non certo la presenza, e, simbolicamente, la sagoma di cartone non riporta tanto a Telese e al suo Bersani sagomato, nè al terrorizzante Carlo Lucarelli, evoca solo solitudine”.

Crespi rincara la dose: “Un vero flop! In termini di comunicazione la bocciatura è senza appello e mette in evidenza il totale distacco della Sora Renata dalla realtà e la sua incapacità di interpretare la fase politica del Paese”.

Lo spin doctor passa poi ad un'analisi più politica: “Certo che, se come Caldoro in Campania fosse riuscita a dimezzare il debito della sanità e se le condizioni della stessa non fossero salite alle cronache internazionali, qualche possibilità in più avrebbe potuto giocarsela. Ma il flop è stato sancito dalla irrilevanza dei media: nessun Tg nazionale e poca stampa – e solo locale – hanno stroncato le sue ambizioni”. Crespi poi chiude: “La Polverini tenta di fare la Santanchè, ma di sinistra che sta a destra: minaccia le dimissioni e fa sapere di essere pronta a sfidare Alfano, ma rischia di cadere nel ridicolo”.

Non si è fatta attendere la replica di Città Nuove: “A Luigi Crespi non è piaciuta l’Assemblea di Città Nuove. Pazienza. D’altronde, quando si tratta di Crespi non ci vuole molto a farsene una ragione”. Sulla convention: “Tutti hanno colto i riferimenti al mondo del lavoro, all’Italia da ricostruire, al valore della persona, che erano rappresentati sul palco e che volevano dare un preciso messaggio politico. L’hanno capito tutti, tranne Crespi. Ora: che sia poco avvezzo con il mondo del lavoro lo immaginavamo, ma che neppure riconoscesse i simboli ci ha sorpreso. In fondo sappiamo tutti riconoscere una tuta spaziale, anche se non siamo mai andati sulla luna”.

“Nel suo articolo Crespi parla anche dell’abito della Presidente Polverini. Ma perché non si parla mai dei completi indossati dai politici “uomini”, magari di quelli di Monti, di Napolitano o di Alemanno, mentre se il politico è una donna si parla soprattutto dei suoi vestiti? Questo si che è vintage. E della peggior specie. Naturalmente dei contenuti del discorso della Polverini non c’è traccia. Ma quello è un campo dove preferiamo non avventurarci prendendo Crespi come interprete”. Nella chiusura della replica l'attacco più duro: “Comunque l’articolo è indubbiamente “ispirato”: e possiamo anche immaginare da chi”. Una chiusura in cui si lascia intendere o immaginare che a “dettare” a Crespi l'editoriale sia stato Alemanno.

Un attacco che a Crespi non è andato giù tanto da ispirare una risposta piccata: “Dopo aver letto questa agenzia non potevo che rispondere a mia volta a Renata Polverini che avrà pure il diritto di difendersi ma non di insultare con queste parole: Leggo stupefatto la replica al mio post di ieri a commento della manifestazione Città Nuove del Presidente della Regione Lazio Renata Polverini. Non tanto per i contenuti legittimi quanto per la mia osservazione. Definirmi lo spin doctor di Alemanno è limitativo visto che i politici con cui collaboro sono almeno una decina e le aziende molte di più. La mia non voleva essere una critica politica, ma un punto di vista di un tecnico. Sul mio blog   da molti anni scrivo editoriali e faccio comunicazione e quando l’ho fatto per la Leopolda, Matteo Renzi non mi ha accusato di avere “mandanti” o di essere ispirato da chicchessia, come invece ha fatto Renata Polverini. Il mio excursus personale mi da la possibilità di riconoscere agli altri il diritto di offendersi ma non di insultare”.

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