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"Per cambiare l'Italia": il corteo della Cgil invade le strade di Roma

Decine di migliaia i manifestanti arrivati in città con bus e treni. In piazza San Giovanni i lavoratori del Teatro dell'Opera licenziati hanno intonato "Nessun dorma"

Le bandiere rosse della Cgil, ma anche quelle di Sel, Fiom, Ugl e di Rifondazione comunista hanno sfilato per le strade di Roma, invadendo letteralmente il centro della città, bloccato dai due cortei in programma da piazza della Repubblica e da piazzale Ostiense (oltre quello degli studenti da piazzale Aldo Moro), entrambi diretti a San Giovanni. Fischietti, striscioni, 'Bella ciao' e cori contro il Jobs Act e i provvedimenti per il lavoro del Governo guidato da Matteo Renzi.

CAMBIARE L'ITALIA - In centinaia di migliaia in marcia per 'Lavoro, dignita', uguaglianza. Per cambiare l'Italia', come diceva lo slogan della protesta. Tra loro anche il segretario della Cgil di Roma e Lazio, Claudio Di Berardino.

BLITZ DI GIOVENTU' NAZIONALE - In via Labicana la prima 'sorpresa' con l'esposizione di uno striscione issato da Gioventù Nazionale, l'organizzazione giovanile di Fratelli d'Italia con su scritto "Il lavoro non si tocca! Giù le mani dall'articolo 18". 

TEATRO DELL'OPERA - Termianto il percorso il corteo si è concluso in piazza San Giovanni dove c'era anche un gruppo di lavoratori del Teatro dell'Opera, orchestrali e coristi, che hanno intonato "Nessun dorma" tratto dalla Turandot di Giacomo Puccini

8 NOVEMBRE -  A chiudere il corteo dal palco della piazza il segretario generale della Cgil Susanna Camusso che ha annunciato: "L'8 novembre saremo a Roma con i lavoratori pubblici".

PERCORSO - In molti altri sono arrivati con treni, aerei e pullman da tutte le regioni d'Italia e hanno percorso chi (quelli partiti da piazza della Repubblica) via Einaudi, piazza dei Cinquecento, via Cavour, piazza Esquilino, via Liberiana, piazza Santa Maria Maggiore, via Merulana, via Statuto, piazza Vittorio Emanuele II, via Emanuele Filiberto, e chi invece (quelli partiti da piazzale Ostiense) via delle Cave Ardeatine, piazza di Porta San Paolo, viale Piramide Cestia, piazza Albania, viale Aventino, piazza di Porta Capena, via di San Gregorio, via Celio Vibenna, via Labicana e via Merulana. Poi tutti si sono ritrovati in piazza San Giovanni, 'sede' storica delle manifestazioni del sindacato guidato adesso da Susanna Camusso. La Cgil non ha voluto fornire numeri sull'adesione: "Noi non li diamo" ha detto il segretario organizzativo, Nino Baseotto.

MEZZI PUBBLICI - Strade chiuse, tram e bus deviati e grandi disagi alla circolazione, ovviamente, nelle vie interessate dai cortei e in tutte le zone adiacenti. Chiusa per ragioni di sicurezza anche la fermata della metro di San Giovanni.

DEFLUSSO - Stanno ormai volgendo al termine le manifestazioni che si sono tenute questa mattina nella Capitale, scrive in una nota stampa la Questura di Roma. Deflusso già in atto per la manifestazione che, partita da piazza Bocca della Verità, è giunta fino a piazza SS. Apostoli. Analoga situazione si sta verificando per la manifestazione a piazza S. Giovanni, dove sono confluiti  i due cortei partiti da piazza della Repubblica e da piazzale dei Partigiani. Anche qui, terminati gli interventi oratori, i manifestanti stanno lentamente defluendo dalla piazza. In entrambi i casi non si sono registrate turbative all’ordine pubblico ed i cortei, sotto il continuo controllo delle forze dell’ordine, hanno sfilato pacificamente verso le rispettive destinazioni.

ORDINE PUBBLICO - Al termine dei lavori il questore di Roma Nicolò D’Angelo, ha voluto ringraziare tutte le forze dell’ordine (Polizia, Carabinieri, Polizia di Roma Capitale, Guardia di Finanza) per l’impegno e la professionalità messa in campo, che  hanno consentito il regolare svolgimento delle manifestazioni.

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