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INTERVISTA | Daniele Leodori: "La Regione Lazio e la battaglia alla burocrazia per rispondere all'emergenza Coronavirus"

Parla a RomaToday il vicepresidente della regione Lazio. "Massima collaborazione con tutti i Comuni. Raggi? Non capisco le sue polemiche"

Si ragiona sulla fase 2, quella della ripartenza, su aperture scaglionate per le attività produttive e sull'obbligo di mascherine, almeno per alcuni settori. "L'importante è andare uniti, evitando decisioni a macchia di leopardo nel Paese" spiega a RomaToday il vicepresidente della regione Lazio Daniele Leodori, facendo il punto su quanto messo in campo per salvare il tessuto economico-sociale del territorio dal disastro coronavirus. In queste ore, messe da parte le polemiche, si lavora per mettere a sistema gli aiuti promessi a famiglie e aziende. Dai buoni spesa a quelli per l'affitto, dai prestiti a tasso zero per le imprese alle decine di migliaia di domande per la cassa integrazione, che a oggi - fondi alla mano - non basta per tutti. Con un imperativo sullo sfondo: "sburocratizzare" iter troppo cavillosi per andare d'accordo con i tempi di un'emergenza. 


Parliamo di aiuti alle categorie, famiglie e imprese, per risollevarsi dall'emergenza. Lo slogan che ha usato la Regione è il "no burocrazia". Cosa avete fatto in concreto per alleggerire e semplificare gli iter amministrativi necessari all'erogazione delle misure economiche stabilite?

Non è uno slogan, è un principio operativo, dovrebbe essere una regola in tempi di pace e deve diventare un imperativo assoluto in tempi di emergenza. Abbiamo accorciato i tempi per le delibere, gli atti, i bandi e tutte le procedure necessarie per attivare gli strumenti di sostegno. Penso al buono spesa per i comuni: tutti i mandati di pagamento sono stati effettuati e tutti i Comuni hanno ricevuto i fondi o li riceveranno entro le prossime 24 ore. Le procedure per l'erogazione sono ultra semplificate. Il cittadino può fare richiesta per il buono spesa anche via telefono. 

Di troppi cavilli invece ha parlato il Comune di Roma e proprio in relazione ai buoni spesa. I 7 milioni sono bloccati sul conto della tesoreria comunale per "problemi burocratici", dice Virginia Raggi. Cos'è successo? 

Premetto che non c'è stato nessuno scontro perché per scontrarsi bisogna essere in due. Abbiamo dato allo stanziamento dei fondi la priorità assoluta. Siamo stati i primi in Italia a partire. Tutti gli altri Comuni li hanno utilizzati e non hanno fatto polemiche, anche perché il nostro sistema è molto semplice. Ero abituato a polemiche perché non si ricevono soldi, stavolta davvero non ne comprendo. I fondi, su richiesta della sindaca, sono stati messi direttamente a disposizione del Comune, non dei municipi. Restiamo comunque a disposizione per chiarimenti diretti su tutto. 

Dalla riapertura del Forlanini, agli orari dei supermercati, fino ai buoni spesa: Raggi non ha fatto mancare attacchi alla Regione. Come mai non riuscite a collaborare senza frizioni con il Campidoglio?

Non vorrei proprio alimentare battibecchi oggi. Abbiamo sempre preso provvedimenti pensando al bene della comunità, con gli altri comuni la collaborazione funziona. Penso e spero che nelle prossime settimane ci sia un atteggiamento più collaborativo. 

C'è la spesa ma c'è anche la casa tra le emergenze delle famiglie. A Roma toccheranno 12 milioni e mezzo di euro dei 43 stanziati per buoni affitto. Sono già arrivati al Comune?

In settimana firmeremo la delibera di giunta per procedere poi a inviare i fondi agli enti locali. 

Alla voce imprese. Il Governo ha stanziato 400 miliardi nel dl Liquidità. Di quanto ha bisogno il Lazio per rispondere alle urgenze delle sue aziende sul territorio? Sono sufficienti i 500 milioni del Pronto Cassa?

La regione ha messo in campo meccanismi autonomi, che si aggiungono a quelli governativi. Abbiamo messo in piedi uno scudo per le piccole imprese e le partite iva con il progetto "pronto cassa". Dobbiamo tenere in piedi il sistema delle imprese, di chi crea lavoro e produce, combattendo così gli effetti economici e sociali della pandemia. La somma dei due provvedimenti è un ottimo passo perché l'impatto si riduca al minimo. 

Quante domande sono arrivate a oggi per la cassa integrazione? 

Siamo oggi a 42mila domande, per un totale di 104mila lavoratori, 57mila donne e il 76% di Roma e provincia. Il 94% delle aziende al di sotto dei cinque dipendenti. A questo proposito vorrei ringraziare l'assessore, i sindacati e l'Abi (Associazione bancaria italiana, ndr) per l'intesa raggiunta.

Una prima tranche di fondi da palazzo Chigi è di 144 milioni di euro. Non basta. Ne stanzierete di propri?

Il Governo ha previsto un budget di 380 milioni totali. La seconda parte arriverà con l'altro decreto di aprile. A quel punto avremo risorse sufficienti. 

Si parla tanto di fase 2, quella della ripartenza. La data la stabilirà la presidenza del Consiglio e non c'è ancora, ma avete un'idea di come impostarla concretamente, in termini logistici?

Guardi l'idea che mi sono fatto è che le misure devono esser coordinate, non a macchia di leopardo con le regioni che vanno in ordine sparso. Dobbiamo andare compatti. Detto ciò la ripartenza quando avverrà sarà graduale, dovremmo individuare quelle attività che partiranno per prime, poi gradualmente tutte le altre.

Le mascherine diventeranno obbligatorie anche nel Lazio?

Sì, sarà una delle condizioni che verranno poste certamente per alcuni settori e attività in particolare, penso ai bar. Ma anche qui sarebbero auspicabili misure unitarie. I comitati tecnico scientifici ci daranno tutte le indicazioni del caso. 

Le forniture saranno a carico dell'ente pubblico?

Vedremo quale parte sarà a carico nostro, e quale del cittadino. È ancora prematuro il ragionamento. 

Il trend dei contagi sta calando ma è oggi più che mai fondamentale rispettare le misure di prevenzione. La primavera però si fa sentire e Pasqua e Pasquetta rischiano di attrarre i cittadini fuori casa. Come evitarlo?

Proprio perché la curva comincia a scendere dobbiamo evitare facili entusiasmi, per uscire dalla crisi dobbiamo rispettare i decreti e restare a casa. Ci sono vincoli regionali e del governo che dobbiamo rispettare tutti uniti. Lo dico sinceramente, è stato terribile firmare atti che limitano la libertà delle persone, mai lo avrei immaginato. Ma serve a salvare vite. Sarà una Pasqua eccezionale, cerchiamo di usare la testa. 

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