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La fase due è ancora piena di incognite: 5 P per le linee guida, da sciogliere il nodo trasporti

"Riaprire e riaprire in sicurezza" è la parola d'ordine dettata dal presidente Zingaretti. Si lavora alle linee guida per ogni singolo settore

Mascherine, guanti, gel igienizzanti, barriere in plexiglass: sono questi gli ingredienti della fase 2 della regione Lazio. Come e quando usarli lo si deciderà all'interno delle linee guida stabilite con le associazioni di rappresentanza del mondo produttivo, i Sindacati e i Prefetti della Regione Lazio. Ieri, lunedì 20 aprile, una prima videoconferenza per capire la strada da intrapendere, gettando le basi per quel che sarà dal 4 maggio o da quando stabilirà il Governo. 

Nessuna fuga in avanti

Già, perché una delle certezze è che dal Lazio non ci saranno fughe in avanti: "I tempi delle aperture saranno stabilite dal Governo", ha spiegato il vicepresidente della Regione Lazio Daniele Leodori, chiamato a coordinare un gruppo di esperti dove la parola d'ordine dettata dal presidente Nicola Zingaretti è "Riarprire e riaprire in sicurezza". Due pilastri (tempi decisi dal governo e sicurezza prima di tutto) sui quali poggiano le 5P indicate dal vicepresidente Leodori: "Prudenza  perché vogliamo evitare di aprire e poi dover tornare al Lockdown. Protezione che applicheremo utilizzando tutti quegli strumenti necessari per tutelare cittadini e operatori. Prevenzione mediante controlli e strumenti di verifica. Piccoli Passi che faremo per una riapertura progressiva. Progettualità – ha concluso Leodori - che sarà alla base di un monitoraggio settimanale della Fase 2".

Il presidente Zingaretti

"Il documento che stiamo redigendo insieme – ha spiegato Zingaretti– avrà l’obiettivo di fornire indicazioni che serviranno ad accompagnare il ritorno alle normali attività di lavoro, quando le condizioni di emergenza saranno ufficialmente considerate passate da parte degli organismi competenti. Un vademecum – ha aggiunto – chiaro e pratico che sarà utile ai cittadini e ai lavoratori di tutti gli ambiti per garantire sicurezza nella ripresa".

Le barriere in plexiglass e le protezioni

Nodo importante è quello delle barriere in plexiglass. Bisognerà usarle per forza? E chi dovrà usarle? Si è fatta largo ieri l'idea di ragionare su un'installazione che tenga conto del contatto con il pubblico. In tal senso quindi, dopo le barriere installate in molti supermercati durante il lockdown, potremmo ritrovarci il plexiglass anche a tutte le casse di bar, tabaccai e ristoranti.

In tutti questi esercizi commerciali, e nel resto dei negozi, inoltre è da capire se e come prevedere l'obbligo delle mascherine per i clienti. Secondo quanto emerso dall'incontro dal mondo produttivo sarebbe stata avanzata la richiesta di puntare sulla riconversione di una serie di grandi sartorie del Lazio per la produzione e il conseguente approvvigionamento delle mascherine. Inoltre quasi scontato appare l'utilizzo di dispenser per la distribuzione di gel igienizzante. 

Ristoranti

Allo studio anche la ripartenza per i ristoranti. Detto della possibilità dell'installazione delle barriere in plexiglass alle casse, appare esclusa invece la presenza dei divisori ai tavoli. Si punta sul distanziamento dei tavoli che avrà però come conseguenza la diminuzione dei coperti. Anche per questo durante la riunione da parte di Zingaretti è partito l'appello per consentire un maggior uso degli spazi all'aperto per i tavolini, per andare in qualche modo a compensare le perdite interne. Le idee però non si fermano qui. Si ragiona infatti sul normare un'ulteriore attività per i ristoranti, quella del take away, che consentirebbe la vendita di pasti in modalità negozio. 

Il nodo trasporti 

Il problema dei problemi appare invece quello dei trasporti. Come garantire la sicurezza sui mezzi pubblici? Il tema sarà oggetto di ulteriori incontri istituzionali alla presenza dei sindaci, soggetti direttamente coinvolti. I sindacati, Cgil, Cisl e Uil, sottolineano come "nella riapertura ogni giorno avremmo circa un milione di pendolari che ogni mattina arriveranno nella Capitale e non ci è chiaro come si intenderà gestire il tema dell'intermodalità". Il problema non è quindi solo di Roma, ma anche e soprattutto di treni e trasporto extraurbano. Una grossa mano dovrebbe arrivare dagli incentivi allo smart working su cui la Regione è intenzionata a spingere. Non basta però, perché in tanti torneranno in strada e per scongiurare l'invasione delle auto, si ragiona sulla possibilità di aumentare i mezzi in circolazione. Mezzi su cui non potranno salire più di 30 persone sui bus e 50 su ogni vagone della metropolitana. 

Si ragiona poi sul coinvolgimento della tecnologia, di società di telefonia o di app che si occupano direttamente di informazione sul servizio pubblico. L'obiettivo in tal senso è capire e conoscere in anticipo i flussi per rimodulare efficacemente il passaggio dei mezzi ed eventualmente eliminare fermate poco o per nulla utilizzate. In tal senso l'amministrazione capitolina ha già manifestato la propria idea di ragionare su ulteriori corsie preferenziali, puntando sul combinato disposto tra queste ultime, l'utilizzo di una mobilità dolce (bicicletta e monopattini, ndr) e una diminuzione del flusso dell'utenza dovuta all'implementazione da parte delle aziende dello smart working. Da capire anche il coinvolgimento dei privati (minibus ed ncc) e taxi (buoni per il loro utilizzo). A fare ordine sarà un incontro che si terrà in Prefettura alla presenza del Prefetto, della Regione Lazio e dei sindaci. 

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