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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Coronavirus, la “scelta etica” di Chanel: per i lavoratori stipendi pieni, niente cassa integrazione

La maison francese vara Piano di Solidarietà Responsabile: “Non graviamo su casse Stato”, dai lavoratori il contributo attraverso le ferie e la ‘banca solidale’

Chanel punta sulla responsabilità sociale. La filiale italiana della maison francese non ricorrerà alla cassa integrazione prevista dallo Stato per contrastare la crisi economica scaturita dall’emergenza Coronavirus

Coronavirus, per lavoratori Chanel niente cassa integrazione

Per i lavoratori di Chanel in Italia, un migliaio in tutto di cui circa 100 a Roma,  dunque, nonostante il fermo, stipendio pieno nei mesi di marzo e aprile compreso dei premi di risultato raggiunti. 

Una decisione attraverso la quale Chanel “vuole dare il suo contributo attivo al ritorno alla normalità, rinunciando all'aiuto statale, per non aggravare una situazione già complicata, e garantendo alle proprie persone, anche a quelle che sarebbero rimaste escluse dalla cassa integrazione, la retribuzione piena” – si legge nella comunicazione dell’azienda ai propri dipendenti. 

Coronavirus, Chanel promuove Banca Ferie Solidale

Lavoratori che nel mese di aprile contribuiranno con dieci giorni di ferie ciascuno con la griffe francese a promuovere anche l’idea di una Banca Ferie Solidale: chi ha ferie arretrate potrà, volontariamente, decidere di cedere giornate di ferie che serviranno per evitare di andare in negativo a chi non ha ferie maturate. “Uno sforzo comune per uscire dalla crisi”. 

Questo, per adesso, il Piano di Solidarietà Responsabile di Chanel in Italia che, “per contribuire ulteriormente agli sforzi di solidarietà nazionale” ha donato un milione di euro a Protezione Civile, Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e Ospedale Luigi Sacco di Milano. “Nel caso la situazione si protraesse al di là del 3 maggio rivaluteremo questo piano studiando tutte le soluzioni che ci permetteranno di preservare la solidità finanziaria della Società, la sua indipendenza e valuteremo le modalità da applicare per i periodi successivi” – avvisa la griffe. 

Coronavirus, i Cobas plaudono a Chanel: “Scelta etica”

La decisione di Chanel di non ricorrere alla cassa integrazione per i propri dipendenti è stata accolta con soddisfazione dal sindacato dei Cobas che ha parlato di “scelta etica”. “Un esempio del senso di redistribuzione che – ha commentato Francesco Iacovone - dovrebbe muovere tutte quelle industrie e quelle aziende che hanno accumulato un enorme profitto negli anni passati. La guerra al Coronavirus si combatte anche così”.
 

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