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Nidi in convenzione, il Campidoglio chiede aiuto al governo: proposte modifiche al decreto Cura Italia

Ammortizzatori sociali e fondi per sopperire le mancate rette. L’amministrazione capitolina punta sulla modifica del decreto Cura Italia. Ass. Mammì: “Le modifiche sono in votazione alla Camera, a breve le novità”

Il prorogarsi delle limitazioni imposte per contenere il nuovo Coronavirus sta mettendo a dura prove le strutture dedicate all’infanzia. La condizione più difficile la stanno vivendo i nidi privati che, da soli, accolgono oltre il 50% dei bambini romani nella fascia d’età 0-3 anni. 

La galassia degli asili nido

Qualche spiraglio di luce è stato offerto dalla Regione Lazio. I fondi messi a disposizione però sono utilizzabili soltanto dai nidi già accreditati. Poi c’è la galassia dei nidi privati convenzionati ed in concessione. Secondo i dati forniti dall’Associazione Nazionale degli Istituti non statali, nella Capitale ci sono 207 nidi comunali e 166 convenzionati. A questi numeri si aggiungono poi i nidi privati, 350 in tutto, tra quelli accreditati e quelli che non lo sono.

Numeri ingestibili

Per tutti il problema principale da affrontare è legato al mancato pagamento delle rette scolastiche. A fronte dei mancati ricavi, le strutture devono continuare a sostenere delle “spese incromprimibili” per il pagamento del personale, l’affitto dei locali, le utenze. Una situazione che, a lungo andare, rischia di diventare insostenibile per buona parte delle strutture private. Le conseguenze, però, andrebbero a riversarsi sul settore pubblico. Con numeri che sono difficili da gestire. I privati ed in privati convenzionati, insieme, oggi mettono a disposizione 13500 posti l’anno. Nei nidi comunali invece vanno 13mila bambini. E sono tante le domande che, nel pubblico, ogni anno non trovano accoglienza.

Un sostegno insufficiente

La situazione è stata più volte segnalata dalle associazione di categoria, dai gestori dei nidi, dalle educatrici ed anche dai genitori. Ad oggi il Campidoglio ha dichiarato l’intenzione di corrispondere ai nidi in convenzione “l'intera quota prevista nel bilancio previsionale per queste spese e cioè lo stesso importo che già i gestori fatturavano a febbraio”. Per ottenere altri e ben più consistenti aiuti, l’amministrazione cittadina sta invocando l’intervento dello Stato.

La richiesta d'intervento

“La nostra Amministrazione sta  agendo in base alle normative attualmente vigenti per offrire il massimo supporto ai gestori delle strutture” ha fatto sapere l’assessora Veronica Mammì che ha inoltre sottolineato, come Roma Capitale, di aver “ predisposto e presentato alla Camera dei Deputati attraverso l'ANCI Nazionale,  una serie di emendamenti all'articolo 48 del Decreto Legge Cura Italia”.

L'aiuto chiesto allo Stato

L’obiettivo che il Campidoglio persegue, è quello d’un intervento dello Stato che possa garantire “ una quota delle spese cosiddette incomprimibili, attraverso l'erogazione di un importo a fronte delle rette sospese” ha ricordato Mammì. Inoltre si punta anche a modificare il Decreto Legge “al fine di prevedere il ricorso al Fondo di integrazione Salariale anche in nel caso in cui i gestori accettino la co-progettazione con gli Enti Locali”. Si tratta d’un ammortizzatore sociale che, evidentemente, va garantito a livello centrale.

Il futuro dei nidi privati

“ Le modifiche dell'art. 48 sono in votazione alla Camera” ha dichiarato l’assessora che, con la Giunta Raggi, ritiene sia “una delle priorità la ripresa dei servizi educativi per i più piccoli”. Se le richieste saranno accolte in nidi convenzionati potranno tirare un sospiro di sollievo. Resta invece sempre critica la situazione delle strutture private. Per ora, a parte il limitato intervento delle Regione, per loro non sono stati previsti particolari aiuti.
 

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