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Contratto decentrato, monta la protesta nei nidi: lavoratrici e genitori sul piede di guerra

"Questi cambiamenti stanno mettendo a repentaglio la sicurezza dei nostri figli" la denuncia di una madre. Intanto nei diversi municipi sono riprese le assemblee sindacali

Sembrava pace fatta. O almeno una lunga tregua fino a giugno con la sospensione del nuovo contratto e l'apertura di un nuovo tavolo di trattativa. E invece gli asili e le scuole dell'infanzia della Capitale assomigliano sempre più a una polveriera pronta ad esplodere. Già da questa mattina sono ricominciate le assemblee delle educatrici dell'Unione sindacale di base e “continueremo nei diversi municipi anche nei prossimi giorni” spiega Caterina Fida. “C'è un grande disagio per le condizioni di lavoro che si sono venute a creare dopo l'entrata in vigore del nuovo contratto. La rabbia è tanta. E dalle segnalazioni che arrivano ogni giorno la situazione sembra stia diventando incontrollabile” continua. Oltre alla protesta 'sindacale' negli ultimi giorni si è aperto anche un altro fronte: i genitori che si stanno organizzando per opporsi alla nuova normativa 'modalità parcheggio incustodito' si legge su un piccolo manifesto che ha iniziato a girare su facebook.

I GENITORI Non solo la protesta delle lavoratrici. Nella battaglia attorno ai nidi della Capitale si sta aprendo un secondo fronte: quello dei genitori. “Abbiamo creato una rete che riunisce e coordina genitori di diverse strutture perché questa riforma sta mettendo a repentaglio la sicurezza dei nostri figli” spiega Melissa Tanariva una delle mamme e dei papà che ha creato la rete. A preoccupare il cosiddetto 'fuori rapporto' ovvero un numero di bambini per insegnante superiore all'uno a sei, cancellato dal nuovo contratto ma che, dopo le proteste, sarebbe dovuto essere sospeso in attesa di nuovi accordi. “L'altro giorno in un nido hanno segnalato addirittura la presenza di una sola educatrice per quasi 30 bambini. Nel nido di mio figlio siamo arrivati ad avere una insegnante per 15 bambini. E si tratta di piccoli da 4 mesi ai 3 anni. È una situazione inaccettabile” continua. “Il Comune di Roma non è più in grado di fornirci il servizio promesso” denuncia. E poche sono le speranze dei genitori verso la sospensione del nuovo contratto: “Non risolverà il problema che si ripresenterà a giugno. Quello che vogliamo è che venga salvaguardato un sevizio pubblico efficiente e sicuro che con la nuova delibera unilaterale non può essere garantito. Paghiamo per questo servizio e lo vogliamo in linea con un piano educativo efficiente”.

“SITUAZIONE FUORI CONTROLLO” - “Dal 7 gennaio (giorno in cui è effettivamente diventato operativo il contratto 'unilaterale' approvato alla fine del luglio scorso dalla giunta capitolina, ndr) ad oggi sono oltre cento le segnalazioni che ci sono pervenute” spiega Fida. La più frequente riguarda il rapporto tra il numero di bambini e insegnanti: “Spesso nel pomeriggio si arriva anche a 15-20 bambini per una sola educatrice”. Le conseguenze ricadono sul servizio: “Può saltare la merenda. Qualche bambino torna a casa con il pannolino non cambiato perché chi è in servizio non se la sente di allontanarsi dalla stanza e lasciare incustoditi gli altri bambini” continua la sindacalista. “Conosco addirittura casi di lavoratrici che si sono fermate oltre l'orario di lavoro, senza straordinari, per non lasciare sole le colleghe”. Anche il malcontento dei genitori è crescente: “Un caso limite in un nido del III municipio dove la lavatrice è rotta da maggio costringendo genitori ed educatrici a lavare asciugamani, lenzuolini e bavaglini a casa propria. Così i genitori hanno deciso di farsi sentire e hanno portato i panni sporchi dentro all'ufficio tecnico”.

IL NUOVO CONTRATTO Sul nuovo contratto è caos. La delibera 'unilaterale' è stata congelata per quanto riguarda il settore scolastico ed educativo in seguito all'incontro fiume tra l'amministrazione comunale e i sindacati dello scorso 14 gennaio. “Formalmente hanno ripristinato il rapporto frontale uno a sei ma dobbiamo continuare a rispettare il modello organizzativo imposto dal nuovo contratto. Stessa cosa anche per la sospensione delle sostituzioni”. In ballo c'è la parte 'accessoria' del salario: “Rischiamo di perdere fino a 200 euro nello stipendio” denuncia la sindacalista che ribadisce: “I criteri per misurare se abbiamo 'prodotto' riguardano anche quanti bambini riusciamo a seguire. Cosa succede in alcuni periodi invernali quando alcune malattie costringono a casa molti bambini? Tutto questo è deleterio per il servizio”. Stamattina ci siamo riuniti nel XIV municipio. Domani proseguiremo con altre assemblee. “La rabbia è tanta. Siamo pronte a nuove mobilitazioni”.

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