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Consumo sul posto in forni e pizzerie a taglio: nessun limite per il Consiglio di Stato

Accolto l'appello della Cna Roma contro una sentenza del Tar del 3 maggio 2019. A limitare la superficie utilizzabile il regolamento comunale sul commercio del 2018

Il Comune può disciplinare il decoro esterno di un esercizio commerciale, limitando tavolini e dehors sui marciapiedi, ma non le modalità di consumo sul posto, interne al locale. Di conseguenza non può porre limiti ai cosiddetti laboratori di artigianato alimentare quali forni, gelaterie, pizzerie al taglio. A stabilirlo il Consiglio di Stato che ha accolto l'appello della Cna Roma contro una sentenza del Tar del 3 maggio 2019. 

Viene meno quanto contenuto negli art. 5 e 12 del regolamento comunale sul commercio n. 47 del 2018, che imponevano a tutte le attività legate al consumo sul posto di destinare a questo scopo una superficie interna calpestabile non superiore al 25 per cento della superficie totale dell'esercizio e comunque non più di 50 metri quadrati. 

Era regolamentato inoltre che tale superficie dovesse essere distinta e mantenuta separata da quella destinata alle attività di vendita o di produzione e che l'adempimento di tali misure dovesse avvenire entro 12 mesi dall’entrata in vigore del regolamento.

"In questo momento di grave crisi e di profondi contingentamenti degli spazi dovuti all'emergenza covid 19, questa è davvero una buona notizia per i tanti artigiani che fanno del consumo sul posto uno degli elementi di specificità dei loro prodotti e dei loro servizi" commenta Michelangelo Melchionno, Presidente della CNA di Roma.

"Questa è stata una grande vittoria contro una sentenza che negava la legittimazione dell’Associazione a rappresentare gli interessi del mondo delle imprese dell’artigianato e del commercio nel territorio della Città Storica. Tuttavia, la nostra azione continua, non è certo il momento di cullarsi sugli allori. I medesimi diritti devono essere riconosciuti non solo al mondo della ristorazione assistita in materia di estensione dell’occupazione del suolo pubblico, ma anche alle attività dell’artigianato alimentare come ad esempio, forni, gelaterie, pizzerie a taglio. Nella fase che stiamo attraversando in cui il segno meno caratterizza i nostri incassi, le nostre produzioni, le nostre previsioni di ripresa, vogliamo che vengano messe in campo delle politiche in grado di dare delle risposte concrete alle difficoltà del mondo produttivo della città".  
 

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