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Mafia Capitale, il Prefetto: "Ipotesi per Roma ancora da valutare"

Ancora prematuro parlare di commissari e ispettori, Pecoraro chiarisce: "Accesso agli atti, scioglimento o nessuno intervento perché in corso l'attività giudiziaria. Tre ipotesi ancora al vaglio"

Scioglimento, ispettori prefettizi o niente di tutto questo, perchè l'attività del giudice è ancora in corso. Gli effetti della maxi inchiesta Mafia Capitale, che ha fatto luce sulla rete di affari criminosi di Carminati e sodali, che si è mossa per anni nei corridoi di Palazzo Senatorio, sono ancora più che incerti. Lo ha detto chiaramente il prefetto Giuseppe Pecoraro, per frenare il tam tam di ipotesi e dichiarazioni che in queste ore si avvicendano sul tema. Che ne sarà del governo Marino? 

"Potrebbero esserci tre ipotesi, dopo la valutazione delle carte dell'inchiesta: o un accesso agli atti, o lo scioglimento o una terza via che prevede di non intervenire essendo in corso l'attività giudiziaria". E comunque prima Pecoraro dovrà incontrare il Ministro degli Interni, Angelino Alfano.

"In virtù di di questo quadro della situazione non ancora definito è prematuro parlare di cose già decise. Per il Campidoglio, allo stato, non è stato deciso nessun invio di commissari prefettizi con compiti ispettivi", ha aggiunto il prefetto, smentendo la notizia diffusa sui giornali che gli ispettori fossero già arrivati negli uffici comunali. 

MAFIA CAPITALE: TUTTO SULL'OPERAZIONE MONDO DI MEZZO

"Nessuna task force" per il momento neanche dall'Autorità anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone, che al Sole 24 Ore ha spiegato: "Ho risposto a una sollecitazione del sindaco Ignazio Marino il quale mi aveva segnalato che ci potevano essere gare sospette. Ho risposto che faremo le verifiche del caso e se ci sono le condizioni procederemo con i commissariamenti".

"La novità di questa inchiesta - prosegue Cantone - sta nel fatto di aver ipotizzato la corruzione come fatto prevalente nel caratterizzare l'associazione mafiosa rispetto al momento intimidatorio che rimane comunque indispensabile, e in questo caso a me sembra che l'intimidazione ci sia. Quindi, a legislazione vigente - aggiunge - la presenza di un contesto intimidatorio qualifica l'organizzazione criminale per quella che è". Secondo il magistrato "da questa inchiesta romana emerge una classe politica completamente subalterna alle lobby affaristiche e criminali".

Cantone si dice poi d'accordo con il procuratore nazionale antimafia sull'inserire anche la corruzione nelle previsioni del 416 bis. "Concordo a inserirla fra le possibili modalità tipiche ma non in sostituzione dell'intimidazione, perchè l'articolo 416 bis evidenzia un meccanismo che allo stato è ancora vitale. Anche perchè la tipologia classica di organizzazioni mafiose è tutt'altro che estinta".

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