Commercio, nel giorno dell'addio a Meloni Raggi presenta divieti e tutele per il Centro storico
Appuntamento ai Mercati di Traiano per illustrare il regolamento uscito dall'Aula Giulio Cesare. Presente anche Adriano Meloni, che si congeda: "Me ne andrò il 9 maggio"
Stop a minimarket, negozi di souvenir, friggitorie, sexy shop. Un bel giro di vite - questa la promessa - per il tessuto commerciale del cuore di Roma. Ripristinare il decoro senza affossare l'iniziativa delle piccole e medie imprese è l'obiettivo messo nero su bianco nelle linee guida del regolamento comunale, un nuovo testo che a stretto giro verrà pubblicato con tutti i dettagli. Intanto la sindaca Raggi ne ha presentato un sunto alla stampa negli spazi del Mercato di Traiano, con tanto di splendido panorama sui gioielli dell'area archeologica.
Tre i punti chiavi: divieti di apertura di nuove attività commerciali per tre anni nell'area Unesco, niet permanente per friggitorie, autolavaggi, lavanderie, centri massaggi, compro oro esteso anche nell'ambito intermedio, e nuove regolamentazioni per il consumo di cibi e bevande all'interno di locali che nascono come centri culturali, librerie, gallerie d'arte. Mentre tra le attività ad alto valore storico o artigianale tutelate troviamo tra gli altri laboratori artigiani, erboristerie, antiquari, filati, ferramenta, boutique d'alta moda, commercio equo e solidale. "Con questo testo cambiamo completamente prospettiva del settore - commenta Raggi - dalla tutela di una sola via a quella che interessa un intero perimetro all'interno dell'area Unesco che conta oltre 14 chilometri quadrati e che deve essere tutelata e protetta, mantenendo il suo carattere".
Nei contenuti niente di nuovo rispetto a quanto già emerso dal voto in Aula del 19 aprile. Ma l'occasione è perfetta, compresi i resti dell'antica Roma sullo sfondo, per salutare chi sulle nuove norme ha messo la faccia, l'ormai quasi ex assessore al Commercio Adriano Meloni. "Il 9 maggio sarà il mio ultimo giorno" annuncia pubblicamente rispondendo alle domande dei cronisti sull'avvicendamento con il suo sostituto Carlo Cafarotti, pentastellato della prima ora, delegato della sindaca all'VIII municipio commissariato, oggi seduto in prima fila ma ancora rigorosamente tra gli uditori. E' presto per prendere la parola. Ma sulla comunione di intenti con l'ex manager di Expedia Italia garantisce Virginia Raggi: "Stanno già lavorando insieme, il passaggio di consegne è in corso, e il lavoro svolto fino a oggi non è in discussione. Il lavoro e il commercio devono favorire lo sviluppo della città". Così Meloni saluta e ringrazia.
"È stato un privilegio e un onore servire Roma e questa amministrazione. Abbiamo fatto cose molto importanti, ci sta ancora molto da fare, faccio i miei migliori auguri a Carlo Cafarotti". Poi riassume al volo alcuni passaggi chiave del suo operato: dalla disciplina della cartellonistica pubblicitaria (avviata sotto l'ex giunta di Ignazio Marino) al tavolo del decoro sui camion bar - "abbiamo terminato la mappatura delle postazioni da trasferire" - alle nuove misure in materia di tassa di soggiorno a quelle che interessano i mercati agricoli. Non menziona il bando per la festa di piazza Navona nè il regolamento sul commercio ambulante, nonostante siano state due tra le mosse più richieste e attese dalla cittadinanza. Forse perché non ha gradito il prodotto finale, e in entrambi i casi è entrato in aperto conflitto con la linea grillina dettata dal presidente della commissione Commercio Andrea Coia.
Così, se da un lato la versione ufficiale che suggella l'addio è ancora che "Meloni lascia la poltrona - ripete Raggi - per stare più vicino alla famiglia e ai suoi interessi", restano innegabili le divergenze almeno parziali sulla linea politica dettata dagli eletti. Ma il tempo delle scaramucce è terminato. Raggi si prodiga in sorrisi a favor di telecamera quasi a voler far dimenticare il passato, e l'assessore si congeda, o quasi. "Resterai tra noi" gli promette la prima cittadina, alludendo al posto che verrà tenuto in caldo tra le consulenze esterne. Non un assessorato ma, con ogni probabilità, una delle forme di collaborazione previste dalla normativa su nomine e assunzioni. Settore: turismo, quello che Meloni ha sempre preferito.