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Referendum Atac, nasce comitato anti privatizzazione: parte la mobilitazione di "Mejo de no"

Il comitato è ufficialmente costituito e attivo da oggi. Al via iniziative sul territorio

Parte dal basso la mobilitazione per il no alla liberazione del trasporto pubblico romano. Prendono il via oggi le iniziative del comitato 'Mejo de no'. Questa mattina è stata protocollata la lettera indirizzata alla Sindaca Virginia Raggi, al Segretariato Generale e all'Ufficio Elettorale di Roma Capitale che certifica e accredita la nascita del comitato. 

"Lo scopo", si legge in una nota del comitato, è quello di "concretizzare un percorso condiviso e diffuso nella città sulle ragioni del 'No', quale scelta in merito al referendum consultivo sul trasporto pubblico locale della Capitale previsto il 3 giugno prossimo. Da oggi, si parte di fatto con la mobilitazione".

Dietro all'iniziativa un gruppo di cittadini. "Nessun partito politico, nessun sindacato", spiega a RomaToday il responsabile del comitato organizzativo. "I nostri valori sono quelli di sinistra, ma ad oggi non c'è nessuno che li rappresenta. Partiamo da qualcosa di sinistra, da un'idea. E' un modo diverso di fare politica". 

Il primo appuntamento aperto è fissato per il prossimo 3 aprile alle ore 18 in via Galilei 53. "Immaginiamo un momento assembleare dove spiegare le ragioni del No e rifiutare l'idea di una liberalizzazione e privatizzazione selvaggia a tutela di quel bene comune che é il Trasporto pubblico locale. Per promuovere questa prima assemblea volantineremo domani mattina in diversi punti della città", continua il Comitato 'Mejo de No'.  

Iniziative sono in programma davanti ai depositi di Tor Sapienza e Grottarossa, ma anche davanti alla sede di via Prenestina e alla Stazione Termini. "In questa mobilitazione cerchiamo l'unità e la voce di quanti, dai cittadini ai lavoratori, dagli utenti agli amministratori locali, finanche agli studenti e agli intellettuali, credono che il trasporto pubblico sia bene comune. Una campagna informativa unitaria e coerente con l'idea che sia possibile un discorso diverso da quello di una liberalizzazione non spiegata fino in fondo nei  suoi possibili effetti. Il Comitato é quindi quello spazio aperto che ci auguriamo diventi il luogo dove tornare ad interrogaci su un grande tema della città".  

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