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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Colosseo chiuso: sblocco dei fondi per i salari accessori, "ma la mobilitazione va avanti"

Sono stati sbloccati i fondi per pagare i salari accessori di tutti lavoratori del Mibact, ma la mobilitazione non si placa. La Cgil sul decreto di palazzo Chigi: "Dobbiamo ancora leggerlo, potremmo decidere per lo sciopero"

Oggi al Colosseo è filato tutto liscio. I dipendenti erano a lavoro e i turisti hanno potuto tranquillamente visitare l'anfiteatro. Ma a 24 ore dall'assemblea sindacale che ha innescato la bufera tra Governo e sindacati, la polemica non è sopita. Da un lato palazzo Chigi e Campidoglio, che ancora gridano alla scandalo al solo pensiero dei tanti visitatori rimasti a guardare il monumento da fuori, dall'altra le rappresentanze sindacali che ribattono su tempistiche e iter procedurale: "L'assemblea era un nostro diritto, l'abbiamo richiesta l'11 Settembre, con più anticipo di quanto previsto dalla legge". 

Di ieri il varo del decreto che inserisce i musei nell'elenco dei servizi pubblici essenziali (legge 146): il prossimo sciopero dovrà passare dal Garante e i monumenti resteranno comunque aperti, proprio come scuole e ospedali. E di oggi la notizia, diffusa da Claudio Meloni, coordinatore Cgil per il Mibact,  che sono stati sbloccati i fondi per pagare i salari accessori di tutti lavoratori. Sia chiaro però che la mobilitazione non è finita: "Lo sblocco dei fondi per i salari accessori non spegne la mobilitazione perché la vertenza nazionale verte anche sulla richiesta di un piano occupazionale straordinario e sulle riforme che stanno generando caos organizzativo. Resta forte la possibilità dello sciopero che, se la situazione non si sblocca, potrebbe essere a ottobre". 

A incidere sulla decisione sarà anche il contenuto del decreto, finora sconosciuto: "Nella decisione di Cgil, Cisl e Uil, peserà anche il contenuto del decreto, che per ora non abbiamo letto - ha spiegato Meloni -. Il decreto che ancora nessuno ha letto, in base alle dichiarazioni fatte dal ministro Franceschini e dal premier Renzi, va ad incidere in maniera rilevante sul diritto di sciopero. I beni culturali erano già inseriti nei servizi pubblici essenziali: immaginiamo che abbiano esteso la previsione di legge anche sulla fruizione dei beni e non solo sulla loro sicurezza. In sostanza gli scioperi andrebbero fatti facendo rimanere i siti aperti, prevedendo una sorta di precettazione. A mio avviso non è un decreto che hanno preparato in due ore...".

A commentare soddisfatto il decreto del governo è il presidente dell'Autorità di garanzia per gli scioperi, Roberto Alesse, che ora invita alla responsabilità e al dialogo: "Non posso che essere soddisfatto della tempestività con la quale il governo ieri ha voluto rispondere a un'esigenza di buon senso, prima ancora che di diritto, a tutela dei cittadini e dei milioni di turisti che visitano il nostro patrimonio artistico e culturale. Spero che il Parlamento riesca, in tempi brevi, a convertire il decreto legge appena approvato - spiega Alesse -  senza che le norme diventino ulteriore terreno di scontro, cosa della quale l'Italia, sinceramente, non sente il bisogno e che sarebbe incomprensibile per i cittadini". 

E sulla vicenda interviene nuovamente il ministro Franceschini, che anche oggi in riferimento ai fatti di ieri parla di danno enorme per il Paese. "Proprio nel momento in cui la tutela e la valorizzazione dei beni culturali sono tornate dopo anni al centro dell'azione di governo, proprio mentre i dati del turismo sono tornati straordinariamente positivi, proprio mentre Expo e Giubileo portano ancora di più l'attenzione del mondo sull'Italia, proprio mentre io sono come ministro impegnato nelle discussioni preparatorie per la legge di stabilità a cercare di portare più risorse per la cultura e per il personale del ministero, una nuova assemblea sindacale, questa volta al Colosseo, ha fatto restare i turisti in fila davanti agli occhi di tutto il mondo. Un danno enorme per l'Italia".

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