rotate-mobile
Politica

Colleferro, un nuovo impianto dopo la discarica: produrrà solo il 5% di scarti. Ecco il progetto

Entro maggio 2020 sarà depositato il progetto definitivo in Regione ed entro novembre 2020, è la promessa, arriverà il bando. Anche Ama potrebbe partecipare

Fonte Agenzia Dire - Niente più "combustibile" per inceneritori, solo uno scarto di non più del 5% da mandare in discarica, al massimo 11mila tonnellate l'anno. Il progetto per il post Colleferro c'è: l'impianto del futuro immaginato da Lazio Ambiente, partecipata regionale che gestisce il sito che a metà gennaio chiuderà, ha pensato a una soluzione ultra tecnologica per sostituire i termovalorizzatori ancora presenti

Il presidente della controllata Daniele Fortini, in un convegno organizzato dall'ente di via Colombo in occasione della Giornata della Trasparenza, ha illustrato il progetto di prefattibilità, che presenta da subito un'importante novità rispetto ai numeri circolati nei mesi scorsi. Infatti, non tratterà 500mila tonnellate l'anno di rifiuti, ma poco meno della metà: 220mila. Sempre prodotte da Roma e dai comuni dell'area metropolitana. Si tratta dello stesso quantitativo autorizzato per i due impianti oggi presenti. Che tipologia di rifiuti accoglierà?

"Il sottovaglio di prima tritovagliatura dei rifiuti urbani - ha spiegato Fortini davanti all'assessore regionale ai rifiuti, Massimiliano Valeriani, al direttore dell'Arpa Lazio, Marco Lupo, e al comandante del gruppo Roma dei carabinieri Forestali, Giuseppe Lopez - cioè l'80% di quelli che entrano in un tmb e che sarebbero destinati a discariche e inceneritori". Il restante 15% (il resto sarebbero metalli e perdita di processo), perlopiù plastiche e cartone costituenti il cosiddetto sopravaglio, potrebbe costituire combustibile solido secondario da destinare come prodotto a cementifici e centrali elettriche in sostituzione dei combustibili fossili.

Per quanto riguarda l'80%, da queste quantità "si possono subito estrarre, all'inizio della lavorazione, matrici omogenee (plastiche, carta etc.), biogas da trasformare in biometano per autotrazione dal trattamento anaerobico della frazione organica, anidride carbonica per uso industriale, frazione organica stabilizzata inerte per ripristini ambientali e combustibile solido secondario da impiegare in cementifici e centrali elettriche". Niente più combustibile dunque. E solo il 5% di scarti che finiranno in discarica, quantità molto più bassa rispetto a quanto avviene oggi se si considera che nella sola discarica di Colleferro vengono smaltite circa 2000 tonnellate al giorno. 

Questo impianto si potrà realizzare con un "investimento da 54 milioni di euro da ammortizzare in 10 anni e potrà marciare a 8.000 ore di lavoro l'anno con performance del 95% nei primi dieci anni, con ricavi totali da 35 milioni di euro all'anno e una tariffa da 130 euro per tonnellata in ingresso. In più si può realizzare in due anni dopo il rilascio dell'autorizzazione". Numeri che lo fanno preferire a un inceneritore che richiederebbe "un costo di 160 milioni di euro per le linee di combustione, un ammortamento degli investimenti in 30 anni, 4/5 anni per la costruzione, la stessa tariffa, emissioni e scorie piu' importanti del 5% dello smaltimento in discarica". Quando vedrà la luce il nuovo impianto? 

"Entro gennaio pubblicheremo il bando per selezionare la migliore fra le società di ingegneria che ci aiuterà a redigere il progetto definitivo - ha continuato Fortini - entro maggio 2020 sarà depositato il progetto definitivo in Regione ed entro novembre 2020 auspichiamo di consentire alla Regione la pubblicazione del bando per la cessione di Lazio Ambiente, incorporante il valore del progetto realizzato". Insomma, per il 2022 questo 'compound', almeno sulla carta, dovrebbe sorgere.

E potrebbe realizzarlo anche Ama, andando addirittura oltre la sua previsione di due nuovi tmb (con la chiusura di Rocca Cencia) inserita in uno dei quattro scenari del suo piano industriale. In questo caso, cioè se Ama acquistasse Lazio Ambiente con dentro il progetto autorizzato, probabilmente non si dovrebbe svolgere nemmeno la gara europea trattandosi di un'operazione tra due soggetti pubblici (Regione da una parte e il Campidoglio, proprietario di Ama al 100%, dall'altra): "Ama è il più grande player della regione nel circuito dei rifiuti, è un'azienda pubblica e con un know how e capacità economico-finanziarie rilevanti. Questa è un'occasione per Ama perchè  l'impianto che abbiamo progettato è di nuova generazione, votato all'economia circolare. Oggi non ha piu' senso immaginare di utilizzare i tmb perchè sono superati. Quello che realizzeremo è un 'campione' di riferimento per clonare, magari perfezionandolo, nuovi stabilimenti. Certo, per Ama è una forte opportunità per dotarsi di una impiantistica moderna, efficiente e le consenta in tempi non lontani di nuovi apparati", ha spiegato Fortini all'agenzia Dire. 

Quanto al superamento della gara europea nel caso Ama decidesse di entrare in scena: "E' una cosa da studiare ma certamente il fatto che una grande azienda totalmente pubblica entri in relazione con un'altra pubblica, si possono costruire i meccanismi che possono consentire una regolazione di rapporti in un quadro di trasparenza e convenienza reciproca". Roma produce circa un milione di tonnellate all'anno di rifiuti indifferenziati, quindi ci sarà necessità di altri impianti di questo tipo. Non a caso in prima fila, ad ascoltare l'illustrazione del progetto, c'era l'avvocato Manlio Cerroni, che ha già detto di volere trasformare il suo gassificatore a Malagrotta in un impianto di produzione di metanolo. Una soluzione non troppo lontana da quella immaginata da Lazio Ambiente. In più la sua società E.Giovi (anche se in questo momento gli è stata sequestrata ed è in amministrazione giudiziaria) dispone già di due tmb, cioè del punto di partenza di questo nuovo processo che comunque si può effettuare anche lavorando direttamente i rifiuti indifferenziati raccolti. 
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Colleferro, un nuovo impianto dopo la discarica: produrrà solo il 5% di scarti. Ecco il progetto

RomaToday è in caricamento