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"La Città metropolitana è una sfida: se Marino me lo propone, farei da vicesindaco"

Il presidente della commissione Roma Capitale Gianni Paris parla del nuovo ente che sta per nascere: "Basta guerriglia politica, questa è una possibilità per migliorare la vita ai cittadini"

“La costituzione della nuova Città metropolitana è una sfida di rinnovamento, la possibilità di definire un nuovo assetto a vantaggio di tutti i cittadini”. Gianni Paris, presidente della commissione capitolina Roma Capitale, che negli ultimi mesi si è occupata proprio del tema, traccia in un'intervista a Romatoday la strada che porterà alla definizione del nuovo ente. Nessun 'romanocentrismo'. “I comuni manterranno la loro autonomia ma sarà possibile coordinarsi evitando gli squilibri degli anni passati”. E sullo scontro politico attorno alla definizione delle liste tutto interno ai partiti: “Meglio lavorare per elaborare strategie”. La carica di vicesindaco? “Credo che Marino vorrà una persona di cui fidarsi”. Se gliela offrissero: “Sono disponibile”

Cosa cambia con la costituzione della Città metropolitana?

Inizio col ricordare che la prima ipotesi di legge sulla Città metropolitana risale al 1990. Il ministro Graziano Delrio ha raccolto nel provvedimento che porta il suo nome un dibattito durato 24 anni. Nell'ottica del superamento delle province, il nuovo assetto istituzionale creerà un nuovo livello di governo in grado di definire meglio l'azione amministrativa del territorio. In realtà, per Roma la legge arriva con un grave ritardo dal momento che la cosiddetta città metropolitana, oltre i confini comunali, già esiste nei fatti grazie a un sistema di flussi e interconnessioni tra il territorio capitolino e la provincia. Da anni i cittadini si spostano, prevalentemente per un interesse lavorativo, dalla città ai territori circostanti. A questi cambiamenti andava dato un governo, la provincia non era più sufficiente.  

Verso quale modello andrà il governo del territorio?

I ruoli dei diversi enti saranno più definiti. Il governo di area vasta sarà dotato di poteri strategici su temi come la mobilità, lo sviluppo compatibile. Il comune, e anche i municipi che avranno un loro spazio nel nuovo assetto, si dovrà concentrare sulla possibilità di erogare i servizi cittadini e la manutenzione della città. In poche parole, dobbiamo puntare a una definizione più netta dei compiti per migliorare la qualità della vita dei cittadini.

Ha accennato ad una 'geografia metropolitana' che nei fatti si è già costituita. Come è possibile normare questa situazione e quali funzioni avrà la nuova Città metropolitana?  

Alcune funzioni, penso per esempio ai trasporti, dovranno essere devoluti dalla Regione alla Città metropolitana per concederle una più agile decisionalità. Non mi sembra corretto che i finanziamenti passino prima dalla Regione. Altro punto importante è lo sviluppo urbanistico. I comuni manterranno sempre la loro autonomia ma si creerà un coordinamento utile ad evitare quegli squilibri sorti invece negli anni scorsi. Non è possibile ignorare le conseguenze che, per esempio, l'outlet di Castel Romano può aver avuto sull'Eur piuttosto che Parco Leonardo, nel comune di Fiumicino, ma a poche centinaia di metri dal territorio capitolino, ha causato sull'allora quindicesimo municipio. Al tempo ero presidente e ricordo il caos che ne derivò. Queste storture vanno superate.

Alcuni sindaci ed esponenti politici della provincia hanno manifestato malcontento lamentando un assetto troppo 'romanocentrico' per la nuova Città metropolitana. Condivide questa critica?

Non la condivido perché non è così. Prima di tutto perché il nuovo ente deve ancora nascere. C'è stato un incontro tempo fa tra il primo cittadino Ignazio Marino e tutti i sindaci della provincia. In quell'occasione ci è stato dato il compito di elaborare una bozza di statuto che, una volta condiviso da tutti, andrà approvato dal Consiglio metropolitano e ratificato dalla Conferenza metropolitana. L'assetto, quindi, è ancora da scrivere. Il lavoro per la creazione della Città metropolitana offre la possibilità di innovare i partiti e fare i conti con una cultura politica che ha sempre subito da un lato una sorta di gigantismo della Capitale di fronte a un ruolo 'di secondo piano' della provincia. Questo è il momento di dare vita a un nuovo modello a vantaggio di tutti i cittadini. Purtroppo attorno alla critica di 'romanocentrismo', piuttosto che mettersi al lavoro per elaborare strategie volte a superare il dualismo capitale-provincia, si è innescata una guerriglia politica attorno alla carica di vicesindaco.

Questo dibattito è stato acceso anche dentro al Partito democratico.

Nell'analisi che ho avanzato non risparmio nemmeno il mio partito. Il sindaco Marino il primo gennaio dovrà nominare il suo 'vice'. È un mandato importante, un ruolo di una straordinaria complessità e io credo che voglia indicare per quella poltrona una persona di cui si fida pienamente. Inoltre la fase di avvio del nuovo ente è la più delicata. Serve una persona in grado di dedicarvisi a tempo pieno e io non credo che un qualsiasi sindaco, anche di un piccolo comune, possa sostenere un carico di questo genere. Chi verrà scelto dovrà assicurare il cambiamento che questa fase richiede per tre milioni di persone. Snellimento delle funzioni, semplificazione, solidarietà che tenga sempre presente i bisogni di chi ha di meno e che corregga le storture del territorio. Questa è la mia idea per la nuova Città metropolitana e il patrimonio di competenze che metto a disposizione. In ogni modo penso che ora sia presto per parlarne. Meglio lavorare alla redazione delle liste dove concentrare le energie migliori da dirottare sul Consiglio metropolitano.

Per la carica di vicesindaco è stato fatto anche il suo nome. Se il sindaco Marino glielo proponesse, lei accetterebbe?

Come presidente della commissione Roma Capitale quest'ultimo anno ho lavorato perché Roma arrivasse puntuale alle scadenze prescritte dalla legge Delrio. Ho così maturato competenze e conoscenze della nuova macchina amministrativa. Se mi verrà proposto io accetterò pur sapendo che si tratta di un ruolo molto impegnativo e, ricordo, a costo zero. La mia disponibilità però si intende verso la sfida del rinnovamento che questa fase impone non se la questione viene affrontata applicando bilancini politici. E credo sia proprio questo quello che ha in mente il sindaco.

Il Movimento cinque stelle, in merito alla soglia di sbarramento del 5% per la presentazione della lista, ha denunciato come la legge sia escludente per loro, ma anche per i partiti minori e le liste civiche. Anche secondo lei ci sono delle criticità da correggere in questa legge?

Questa questione riguarda tutta Italia. Preferisco non pronunciarmi.

A che punto siete con la formazione delle liste?

Domani si svolgerà una riunione della direzione regionale. In quella sede decideremo insieme la composizione della lista.

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