"Censimento e sgomberi tempestivi": stretta del Viminale contro le occupazioni
Il documento indica le priorità: "Rinviare alla fase successiva ogni valutazione in merito alla tutela". La reazione di Unione Inquilini: "È aberrante"
Reca la firma di Matteo Piantedosi, capo di gabinetto del ministro Matteo Salvini, una circolare del Viminale indirizzata ai prefetti della Repubblica che potrebbe dare il là, specie su Roma, ad un autunno caldissimo. Il tema affrontato è quello delle "occupazioni arbitrarie di immobili", una delle "principali problematiche che affliggono i grandi centri urbani del Paese", si legge nel documento.
Si premette che "nonostante gli sforzi profusi" non sono stati compiuti "significativi passi in avanti" se non "rispetto alle misure di natura preventiva, rivolte ad evitre nuove occupazioni".
Ma contro quelle già in atto, da più o meno tempo, bisogna, secondo il Ministero, "migliorare l'efficacia dell'azione di contrasto". Le soluzioni trovate, che nella circolare si tramutano in "indicazioni", riguardano il censimento degli occupanti e la massima tempestività degli sgomberi. Una circolare che nei suoi passaggi sembra cancellare il documento dell'ex ministro Marco Minniti il quale, a seguito dei fatti di Piazza Indipendenza, prescriveva la necessità di trovare una soluzione alternativa prima. Ora invece, nelle pieghe del documento, si riscrivono piuttosto chiaramente le priorità. Ma andiamo con ordine.
Censimento e sgomberi tempestivi
Il censimento "dovrà essere finalizzato alla possibile identificazione degli occupanti e della composizione dei nuclei familiari, con particolare riguardo alla presenza all'interno degli stessi di minori o altre persone in condizioni di fragilità, oltre alla verifica della situazione reddituale e della condizione di regolarità di accesso e permanenza sul territorio nazionale".
Si aggiunge che "non possono essere sottovalutate le difficoltà che gli operatori sociali potranno incontrare nell'esecuzione dei suddetti accertamenti. Pur tuttavia tali operazioni devono essere condotte con la massima rapidità, sfruttando, ove possibile, le risultanze dei registri anagrafe, o anche dei dati in possesso di altre pubbliche amministrazioni, nonché degli stessi Servizi sociali per quegli occupanti che già beneficiano di eventuali prestazioni assistenziali".
Dopo aver condotto questo censimento, si specifica che "soltanto qualora si abbia fondato motivo di ritenere che i soggetti in situazione di fragilità interessati dall'esecuzione dello sgombero sarebbero privi della possibilità di soddisfare, autonomamente o attraverso il sostegno dei loro parenti, le prioritarie esigenze conseguenti alla loro condizione, i Servizi sociali dei comuni dovranno attivare gli specifici interventi". Inoltre questi ultimi sono ritenuti "non negoziabili".
"Per tutti gli altri occupanti - si legge - potrà essere ritenuta sufficiente l'assunzione di forme più generali di assistenza, da rendersi nell'immediatezza dell'evento".
Priorità al diritto di proprietà, quindi. Solo dopo, "nella fase successiva allo sgombero, sarà cura degli enti preposti compiere valutazioni più approfondite ed individuare le soluzioni che possano permettere via via di sostenere i percorsi di inclusione sociale".
Si richiama quindi ad "attendere agli sgomberi con la dovuta tempestività, rinviando alla fase successiva ogni valutazione in merito alla tutela delle altre istanze".
La circolare termina con l'invito a "fare tenere, entro la fine del mese di settembre, un primo punto di situazione sullo stato del fenomeno nelle rispettive province con l'indicazione delle iniziative avviate".
La situazione a Roma
La lista degli immobili, circa 90 in tutta Roma, è da mesi sul tavolo del Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza che nell’ultimo anno si è periodicamente riunito in Prefettura. Il Campidoglio ha già stilato un minielenco degli immobili da cui partire dove insieme ad occupazioni storiche come via Carlo Felice 69 a San Giovanni o le scuole occupate di via Cardinal Capranica 37 a Primavalle e via dell'Impruneta 51 a Magliana, viene infilata anche via Tiburtina 1040 a San Basilio, meglio conosciuta come l'Ex fabbrica della penicillina. A Palazzo Senatorio ci lavorano da mesi. Per sbloccare il piano, però, si attendono le nuove direttive del Viminale.