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Grillo accende il Circo Massimo, ma l'affluenza non è quella dei V Day

Ieri il via alla kermesse Italia Cinque Stelle. Il leader del palco ne ha per tutti. Ad ascoltarlo molti attivisti provenienti da tutta Italia. La folla però è inferiore alle attese

C'era una volta le folle oceanica del V Day, quelle che hanno compattato il Movimento e l'hanno trasformato nella seconda forza politica del Paese. C'erano i V Day, raduni evento serviti a lanciare in orbita le Cinque Stelle di un Movimento destinato, comunque la si pensi, a restare nella storia. Al posto del V Day oggi c'è Italia a Cinque Stelle, la kermesse iniziata ieri al Circo Massimo e che vuole celebrare i 5 anni del M5S. Tanta la strada fatta raccontata meglio di qualsiasi parola dai numeri:  circa 135.000 iscritti, più di 1.500 eletti nelle istituzioni, 1.365 consiglieri comunali e consiglieri regionali, 153 portavoce, 17 europarlamentari. Il tutto in soli 5 anni e senza forze economiche alle spalle.

Ieri a inaugurare la kermesse ci ha pensato Grillo che tanto si è speso per questo evento. Del V Day rimane solo il ricordo. Già perché il catino davanti al sua palco è piccolo e seppur pieno non può far certo parlare di grande folla. Le parole che Grillo lancia dal palco sono dure come da tradizione anche se l'obiettivo sembra essere soprattutto quello di tranquillizzare la base: "Non è  più tempo di dire o noi o loro. Noi siamo l'ultimo baluardo della democrazia e quindi "o noi o noi...".

"Noi non abbiamo un problema di leadership, siete voi" - dice rivolgendosi ai giornalisti - "che continuate a vedere il Movimento come se fosse un partito. Ma il nostro è un partito orizzontale. Faccio da garante, vedo chi entra, faccio rispettare le regole. Io tengo il controllo della situazione perchè non entrino persone che possono disintegrare il Movimento dal basso".

Il m5s secondo Grillo poteva governare "se solo avessimo avuto un altro presidente". Napolitano resta il bersaglio del leader M5s, lo tira in ballo per l'inchiesta Stato mafia e ironizza: "dopo il 41 bis Riina e Bagarella non potevano sopportare anche la sua testimonianza". Scende di nuovo in campo in difesa dell' art. 18 che "è un pensiero per il quale i nostri padri hanno combattuto". Il Jobs Act - attacca - licenzia i lavoratori: "Significa abbassare stipendi: licenzi uno e ne assumi tre con uno stipendio più basso".

Oggi la giornata più politica con gli interventi dei vari attivisti e portavoce provenienti da tutti Italia.

fotogrillocircomassimo

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