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Chiude la discarica di Colleferro: ecco dove finiranno da oggi i rifiuti di Roma

Cosa succede con la chiusura dell'invaso nel ciclo rifiuti della Capitale. Gli accordi interregionali con Abruzzo e Marche dovrebbero bastare per coprire la falla. Resta il rebus su Monte Carnevale

Ultime ore per la discarica di Colleferro. Domani, mercoledì 15 gennaio, alle ore 17, l'invaso accoglierà l'ultimo carico di rifiuti. Poi il sito di smaltimento gestito da Lazio Ambiente chiuderà una volte per tutte, dando inizio alla fase di post gestione che partirà con la copertura della cava, il cosiddetto capping. Quali conseguenze per Roma? Cerchiamo di capirlo. 

Se ne parla da mesi. Un scadenza più che attesa quella della chiusura della cava di Collefagiolara. Qui i privati proprietari dei Tmb, gli impianti di Trattamento meccanico-biologico che trasformano l'indifferenziato in cdr (combustibile da rifiuto destinati ai termovalorizzatori), fos e residui secchi destinati appunto allo smaltimento in discarica, hanno portato 1700 tonnellate al giorno di rifiuti raccolti nella Città eterna. Ora gli stessi privati dovranno trovare delle alternative

Delle 3mila tonnellate di indifferenziata raccolta a Roma, 1250 finiscono nei due Tmb di E.Giovi a Malagrotta. In questo caso il cdr - combustibile da rifiuto - andrà nel termovalorizzatore di Acea a San Vittore nel Lazio, in un altro impianto a Brescia e in Portogallo. Mentre per quanto riguarda la fos verrà smaltita nella discarica di Roccasecca di proprietà della Mad e una parte residuale nella cava di Civitavecchia.  

Rimangono altre 1.800 tonnellate, trattate nel tmb di Rocca Cencia e negli impianti di trattamento presenti nel Lazio (Saf, Ecologia Viterbo, Porcarelli, Ecosystem e Csa) che per lo smaltimento hanno già accordi in essere. Per il rimanente la Regione, e quindi Ama, può contare sugli accordi stipulati con Abruzzo e Marche, sia per il trattamento che per il conseguente smaltimento in discarica. Il primo coprirà tutto il 2020, il secondo per il momento attivo fino a fine febbraio. Il tutto nelle more dei bandi per il trasferimento dei rifiuti all'estero, che verranno aggiudicati, è la speranza, entro il prossimo mese di settembre. 

Una rete di salvataggio quindi è stata costruita. Ma le incognite restano. Esempio: da inizio febbraio partiranno i lavori straordinari di manutenzione del tmb di Rocca Cencia, dove al giorno vengono conferite circa 700 tonnellate di tal quale. Stando a quanto riferito dalla Regione, gli accordi interregionali stipulati dovrebbero coprire l'intero fabbisogno, con il supporto per quanto riguarda il trattamento anche del Tmb di Porcarelli. 

Per quanto riguarda la discarica di servizio nella Capitale, il quadro per il momento resta invariato. Dal Comune nessun passo indietro ufficiale sull'indicazione del sito di Monte Carnevale, nella Valle Galeria. La Regione attende la richiesta dell'Aia (autorizzazione integrata ambientale) da rilasciare tramite apposita Conferenza dei Servizi. Per quale ragione è necessario un sito di smaltimento a Roma? Gli accordi interregionali, e ancora più il trasferimento all'estero dell'immondizia, sono operazioni costose. E certo da prendere in considerazione per un periodo di tempo limitato. Poi la Capitale, non potendo più contare sulla vicina discarica di Colleferro, dovrà provvedere in autonomia allo smaltimento dei suoi rifiuti, così come indicato dal piano regionale approvato in giunta. Un do ut des: il Comune, indica un sito per la discarica, la Regione, colma il gap nel periodo necessario alla realizzazione del sito. Da qui la pressione della Pisana sul Campidoglio e la necessità di indicare una cava nel più breve tempo possibile. 

Riassumendo: la chiusura di Colleferro non implicherà nessuna reale condizione di emergenza, da domani, per Roma. Le vie d'uscita, seppur precarie, sono state tracciate. Certo nel medio lungo termine, la necessità di indicare un sito dove la città possa portare i rifiuti senza dipendere da terzi, resta.

Il ricorso di Rida Ambiente

Emblematico delle difficoltà per i privati di trovare sbocchi per i rifiuti in discarica sul territorio, il caso del Tbm di Rida Ambiente, ad Aprilia. Il Tar ha accolto l'ennesimo ricorso dell'azienda contro la Regione Lazio e ha imposto all'ente (per la terza volta) di indicare alla società "la rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento rifiuti in ambito regionale". In sostanza la Regione dovrà comunicare a Rida in quali discariche mandare gli scarti del suo trattamento, visto che dei due impianti indicati a giugno del 2018 uno sta per chiudere (Colleferro) e un altro (Civitavecchia) di fatto non accoglie i rifiuti inviati per lo smaltimento. 

L'ordine del Tribunale amministrativo regionale deve essere eseguito "entro il termine di 180 giorni", il che significa che la risposta a Rida Ambiente sarà contenuta nel nuovo piano regionale dei rifiuti che per la fine di febbraio/inizio marzo dovrebbe approdare nell'Aula della Pisana. Per quella data, salvo colpi di scena, si saprà con certezza dove sorgerà la discarica di Roma, necessaria per stabilizzare il ciclo. 

Il Campidoglio è stato infatti "costretto" a indicare un luogo idoneo a smaltire i suoi rifiuti nel prossimo futuro. Monte Carnevale, secondo quanto stabilito dalla delibera di giunta del 31 dicembre. Una scelta che per il momento sembra confermata, al netto delle proteste accese sul territorio, dei malumori nella stessa maggioranza, e dei pareri tecnici negativi del dipartimento Ambiente, Urbanistica, Ministero della Difesa ed Enav. Un muro sul quale sarà chiamata a scontrarsi la Regione, in sede di rilascio dell'autorizzazione definitiva. 
 

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