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Politica Prima Porta / Via Tenuta Piccirilli

River, il Campidoglio se ne lava le mani e distrugge le casette. I rom: "Trattati come animali"

Sgombero in corso nel campo che la Sindaca vuole chiudere entro il 30 giugno. I residenti della Tiberina: "Va via il Comune ma rimarrà baraccopoli abusiva"

Entro il 30 giugno il River, il campo rom di via della Tenuta Piccirilli, dovrà cessare di esistere: è questo l'obiettivo che il Campidoglio, con nove mesi di ritardo rispetto agli annunci originari, sta tentando di raggiungere.  

Una questione scottante e complessa quella dell'ex villaggio della solidarietà ai margini di via Tiberina, tra un chilometro di strada abitato da un centinaio di famiglie senza alcun servizio (niente gas diretto, acqua e fogne) e gli argini del Tevere.

Il Camping River nel Piano Rom

Saltato il bando per la gestione dei servizi redatto dall'allora commissario straordinario Tronca, con il solo vecchio concessionario a presentarsi ad una gara finita pure sotto la lente d'ingrandimento dell'Anac, il Comune ha scelto di inserire d'urgenza il campo di Prima Porta tra le priorità del Piano Rom, insieme a La Monachina e La Barbuta. 

Una sperimentazione naufragata con il River divenuto una vera e propria bomba sociale nel pieno della periferia romana: un'immensa baraccopoli abusiva senza controllo e regole. Intorno cumuli di rifiuti più volte dati alle fiamme con i residenti di Tenuta Piccirilli in un'occasione addirittura evacuati per precauzione. 

La chiusura dei moduli abitativi del campo

Pochissime le famiglie del campo che hanno aderito al Piano Rom del Campidoglio trovando una valida alternativa ai moduli abitativi del River: le altre sono rimaste li, nei container che adesso il Campidoglio sta progressivamente chiudendo e distruggendo. Il termine ultimo per lasciare le casette era stato stabilito per il 15 giugno, ma senza un'altra sistemazione nessuno si è mosso dal campo

Ieri l'ennesima operazione della Polizia Locale che ha sigillato i container di proprietà del Comune. Rimasti senza un tetto dunque uomini, donne e bambini: sul piazzale esterno, tra terra e fango, montagne di arredi e beni personali. 

Rush finale per la chiusura del River, via moduli abitativi e utenze: "Ma i rom rimarranno li"

I rom: "Noi trattati come animali"

"Sono venuti stamattina e ci hanno messo di fronte a un 'aut aut': o noi donne con i bambini accettavamo di andare in una casa famiglia, o ci avrebbero distrutto le nostre case. Ma noi non ci separiamo dai nostri mariti, dai padri dei nostri figli" - hanno reclamato ai microfoni dell'Agenzia Dire alcune abitanti del Camping River.  "Hanno iniziato a distruggere tutto e buttarci le nostre cose in strada. Ci hanno trattati come animali. Sono stati distrutti circa una decina di moduli. Continueranno nei giorni a seguire, finchè non saremo tutti in strada. Già alcuni di noi - dicono i rom - sono andati sotto ai ponti". 

Uno sgombero avvenuto "senza rispetto dei diritti fondamentali delle persone" - denuncia Luigi Manconi direttore dell'Unar - l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri. "Immagini e foto drammaticamente lo confermano. Si deve constatare ancora una volta, e dolorosamente, che alle situazioni emergenziali non si trovano alternative serie, capaci di rispettare la dignità delle persone". 

La barra dritta della Sindaca: "Su River nessuna deroga"

Ma sul River la barra dritta del Campidoglio che, con la chiusura del campo entro il 30 giugno, deve salvare faccia e un Piano Rom che sinora ha mostrato tutte le sue lacune. 

"Stiamo mettendo in campo tutti gli strumenti utili e necessari al superamento del Camping River. Si tratta di un luogo, come tutti i campi rom, egemonizzato da ghettizzazione e illegalità. Realtà di questo genere non devono e non possono più esistere: rappresentano una negazione dei diritti per chi le abita e generano danni per i cittadini che vivono nelle zone limitrofe" - ha scritto la Sindaca di Roma, Virginia Raggi, sulla sua pagina Facebook specificando come  gli operatori sociali di Roma Capitale abbiano lavorato ogni giorno, "con impegno certosino", per illustrare ai residenti le misure ideate appositamente per il Camping River. 

Estensione da due a tre anni della durata delle misure di sostegno, possibilità di pagamento diretto del canone di locazione ai proprietari da parte della Pubblica Amministrazione, ospitalità in famiglia presso terzi privati, attività di autorecupero, contributi per il rientro volontario assistito nel Paese d'origine, facilitazioni per l'iscrizione anagrafica dei cittadini comunitari: le misure elencate dalla Sindaca. 

"Tuttavia la maggior parte di coloro che abitano presso il Camping River ha rifiutato le proposte scegliendo di restare abusivamente presso l'area e di occupare senza titolo i moduli abitativi di proprietà comunale, forse nella speranza che anche stavolta l'Amministrazione avrebbe stabilito l'ennesima proroga e che tutto sarebbe rimasto sempre immutato e immutabile. Ora - ha ribadito Raggi - non ci sono più alternative: bisogna liberare l'area. Non abbiamo alcuna intenzione di derogare rispetto a questa formula e attueremo ogni azione politica di nostra competenza per ripristinare la legalità, continuando ad assicurare nel contempo tutela e supporto alle persone in condizione di fragilità e di vulnerabilità". 

Al River uno sgombero forzato: "Raggi si allinea a Salvini"

Per il River, dopo gli ultimi appelli, sgombero forzato. "E’ evidente come le parole di Matteo Salvini dei giorni scorsi abbiamo sdoganato azioni che a Roma neanche nei periodi più bui dell’era alemanniana avevamo osservato. A Camping River c’è una gravissima violazione dei diritti umani che si sta consumando e che certifica come, sulla questione rom, la Giunta Raggi ha deciso di allinearsi alle parole e alle politiche del governo nazionale, di stampo leghista. In un insediamento abitato da 13 anni da centro famiglie, si sta registrando un vergognoso atto di forza e arroganza con il quale il Comune di Roma ha scelto per nascondere le proprie responsabilità di fronte alla promessa di superare l’insediamento secondo politiche inclusive. Finalmente svelato il vero volto del Piano rom di Roma, quello che Beppe Grillo non aveva esitato a definire 'un capolavoro da applausi'." - il commento di Carlo Stasolla dell'Associazione 21 Luglio. 

Sgombero al Camping River: rom fuori dai moduli abitativi

I timori dei residenti: "Raggi ci sbeffeggia, rimarrà campo abusivo"

Ma sulla chiusura del River le incognite sono ancora tante e i residenti della Tiberina temono che, una volta liberati, distrutti o portati via i moduli abitativi del Comune, l'area possa rimanere occupata dagli abusivi: da quanti, rifiutata l'assistenza di Roma Capitale e senza altre sistemazioni a disposizione, sceglieranno di rimanere su quel terreno privato. Magari nei container dell'ex campeggio, non di proprietà comunale. 

"Quanto pubblicato da Virginia Raggi, nella sua pagina Facebook, è inaccettabile alla luce di quanto accadrà il 30 giugno 2018, anzi di quanto non accadrà"  - scrive il Comitato di via Tiberina. "Durante un incontro con il Municipio XV abbiamo preso atto che il 1 luglio 2018 l’unica realtà ad essere chiusa sarà il rapporto tra l’amministrazione capitolina e l’area del campo River. Rimane il campo, rimangono le persone, sparisce il Comune, spariscono le utenze e i moduli del comune".

Dunque nelle paure dei residenti quella che la chiusura del River possa essere solo un bluff e che al territorio, nonostante gli annunci e i metodi, resti in eredità l'ennesima grande baraccopoli abusiva della città.

Nessuna certezza sulla destinazione delle famiglie che hanno rifiutato l'assistenza per non separarsi gli uni dagli altri: la concreta dismissione del campo è partita non dalle persone ma dai moduli abitativi, in parte svuotati, sigillati e distrutti. Fuori la desolazione e la disperazione dei nuclei familiari rom.

Un'altra incognita per Tenuta Piccirilli: un chilometro di strada ai margini di Prima Porta che, senza ricevere mai nulla in cambio in termini di servizi e opere di urbanizzazione, da 13 lunghissimi anni porta sulle spalle il grossissimo peso di uno dei campi della Capitale.

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