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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Rom, verso la chiusura dei campi: "Risorse non verranno tolte ad altri cittadini"

L'assessore al Sociale, Laura Baldassarre, accelera sul processo di chiusura delle baraccopoli romane, illustrando in Commissione i contenuti della delibera di dicembre

"La situazione dei campi è peggiorata negli anni, è un modello che non funziona. Stiamo facendo delle visite nei campi uno per uno, ora la Polizia locale farà un censimento puntuale di tutti i campi, poi faremo un'indagine patrimoniale su tutti i residenti per vedere chi ha necessità di assistenza e chi no". Così l'assessore al Sociale, Laura Baldassarre, accelera sul processo di chiusura delle baraccopoli romane, quelle che secondo l'Europa violano da anni i diritti umani. 

La delibera di giunta licenziata a dicembre ha messo nero su bianco l'intenzione dell'amministrazione. La titolare di viale Manzoni l'ha presentata lunedì in Commissione, ricordando l'istituzione di un Tavolo per l'inclusione che si è già riunito i primi di gennaio, fissando una prima dead line: entro il 31 del mese sarà pronto il cronoprogramma degli interventi, del programma di azione e delle linee direttive, documento che poi arriverà nuovamente in Commissione. Al tavolo, lo ricordiamo, partecipano il vicecapo di Gabinetto del Campidoglio, i presidenti di municipio, i dipartimenti Sociale, Scuola, Mobilità, Commercio, Patrimonio, Casa, Formazione e Finanziamenti europei, i ministeri competenti, le forze dell'ordine, le Asl, i centri per l'impiego ed esperti nazionali e internazionali. 

L'assessore ha anche sottolineato come "ci sono risorse già stanziate nell'ambito del Pon Metro (piano di sviluppo con finanziamenti europei, ndr) per la Barbuta e la Monachina e stiamo lavorando per indirizzarle nella direzione di chiuderli". Il primo campo chiuso entro il 2017? "È la domanda che ci stiamo ponendo anche noi nella stesura del piano, che sarà pronto per il 31 gennaio". Quel che ancora è tutt'altro che chiaro sono i contenuti del piano in oggetto. Come si esce concretamente dai campi? "Innanzitutto ci baseremo sulle migliori prassi di successo a livello europeo. Poi intendiamo utilizzare risorse europee destinate a rom, sinti e camminanti. Infine cercheremo di ridurre ed eliminare la pressione sociale attorno a queste popolazioni e agli attuali insediamenti. Le risorse sono destinate espressamente a queste popolazioni e non sottratte ad altro". I contorni del tutto, ancora, restano vaghi.

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